Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Chi di noi non ha tuonato qualche volta contro il comportamento della nostra classe politica, sui loro difetti, sulla loro disonestà, sui loro privilegi, soprattutto, diventati particolarmente odiosi in questo momento di difficoltà per tanti e tante famiglie. Ma puó succedere di essere spettatori di un episodio che ci spinga a riflettere e domandarci se poi, in fin dei conti, non ci meritiamo veramente questa classe politica modesta e spesso egoista, tesa a fare i propri interessi invece di quelli del paese, oppure se questa non sia esattamente l’espressione di come siamo diventati noi, di come siamo fatti come popolo, con i nostri principi, la nostra scala dei valori oramai completamente ribaltata rispetto a quella dei nostri padri o nonni.
Marina di Vecchiano, qualche giorno fa, un lunedì di agosto già affollato di auto. Una Panda arriva sulla rotonda e senza alcun indugio si posiziona nella postazione per disabili, naturalmente libera. Li vedo scendere, sono in quattro, una signora biondastra abbastanza giovane e tre ragazzi, uno non giovanissimo, una ragazza ed uno più giovane col codino. Faccio un giro e mi domando se non si sono accorti di avere messo l’auto in un posto riservato. Non posso certo andare a domandare loro se si sono accorti, non ne ho l’autorità, rischio anche di essere aggredito verbalmente dato che mi occupo di una cosa che non mi riguarda senza nessun tipo di autorizzazione, se non quello dell'educazione (ma questo vale poco).
Però cerco di individuare, se c’è, l’invalido, con quel cattivo sospetto derivante dalla conoscenza delle cose umane (e, devo dirlo, delle virtù dei nostri concittadini) e la cui presenza avrebbe giustificato il parcheggio e tranquillizzato la mia coscienza. La signora resta vicino alla macchina e si dà da fare col telefonino mentre i ragazzi si caricano di sedie, ombrelloni e accessori vari e vanno prima (camminando perfettamente) all’edicola e poi tornano alla macchina.
Chiudono l’auto e chiacchierando e scherzando come un'allegra famiglia in vacanza prendono il vialetto per il mare. Appena fuori portata vado alla macchina e sul davanti noto in bella vista il motivo della loro assoluta sicurezza: un bell’avviso di portatore di handicap.
Quello che più mi stupisce maggiormente di questo episodio non è tanto l’occupazione di un posto dedicato al disabile, sappiamo benissimo quanto siamo maleducati, ma la tranquillità con cui questo è avvenuto. Mi ha stupito la loro spavalderia,l' assoluta tranquillità dell'arrivo e del posizionamento della macchina in un posto riservato, la mancanza non solo di vergogna ma della stessa idea non solo di commettere un reato (assenza del disabile) ma della stesso sospetto di poter fare qualcosa di sbagliato.
Nessuna domanda se quello che facevano era scorretto, nessun dubbio sul fatto che usavano in maniera impropria quello che dovrebbe essere un presidio indispensabile per chi ha un handicap e/o difficoltà nel movimento. Sono testimone che il loro comportamento non dimostrava la minima vergogna, che non hanno fatto niente per nascondersi o per dare meno nell'occhio possibile, sapendo che commettevano un abuso.
Il motivo è che loro si sono sentiti perfettamente autorizzati! Il possesso del tagliando del disabile dava loro la sensazione, direi la sicurezza assoluta, di essere perfettamente in regola, autorizzati ad occupare un posto dedicato!
Nessuna domanda se con il loro comportamento improprio potevano creare disagio ad un disabile vero, e nemmeno se commettevano un abuso usando un tagliando senza la presenza (obbligata) del soggetto a cui era dedicato. Il tagliando era tutto, bastava quello per essere in regola.
Non dico che quella famiglia non avesse a casa un disabile, e nemmeno che sia una famiglia fortunata proprio per questo, ma quello che stupisce e sorprende è l'uso che spesso viene fatto di questi che non dovrebbero essere privilegi ma solo presidi di grande aiuto per chi sopporta un qualche handicap. Il disabile era probabilmente a casa con la badante e la famiglia si era regalata una giornata di mare. Benissimo, non c'è niente di male in questo e forse bisognerebbe anche che lo Stato fosse anche più generoso e attento con chi convive con un familiare disabile ma bisognerebbe anche far capire, e sanzionare duramente, chi abusa di queste deroghe che, nel caso specifico, diventa esso stesso privilegio, tale e quale di quelli tanto vituperati dei nostri politici.
I ragazzi di quella giovane signora forse vivranno con quella stessa idea della deroga per la sola presenza di un foglio posizionato sul cruscotto dell'auto, di un permesso generico in assenza di una finalità ben precisa. O forse no, speriamo, che la scuola o la famiglia, o la cultura prima o poi, molto spesso assente, faccia capire loro che si può essere cattivi cittadini, persone maleducate, incivili e contro la legge anche con la presenza di un semplice foglio avvolto in cellophane da posizionare al centro del cruscotto della propria auto.