In questo nuovo articolo di Franco Gabbani si cambia completamento lo scenario.
Non avvenimenti storico- sociali, nè vicende di personaggi che hanno segnato il loro tempo.Il protagonista è questa volta è il fiume Serchio, l'attore sempre presente nella storia del territorio, con grandi vantaggi e tremendi disastri.
Ma non manca il tocco di Franco nell'andare ad esaminare grandi lotte politiche e piccoli episodi di vita comune legati al compagno di viaggio nella storia del nostro ambiente.
Non starò certo ad annoiarvi con i miei guai, ma solo per causa di questi vengo a conoscenza di vecchie storie che voglio dividere con Voi.
Nelle centinaia di libri che sto spostando, o riponendo in scatoloni, per far posto a cose “più utili” (questo è quello che dicono i miei ma che IO non condivido affatto) ho trovato di tutto: storie locali, libri di scienze naturali di oltre 100 anni, trattati di agricoltura, idraulica e igiene del ‘700 e ‘800, antologie deliziose di scuole scomparse ma ancora coinvolgenti nelle sue varie componenti, quaderni, documenti a non finire, mappe, manifesti (eccetera eccetera è d’obbligo).
Cambiano i costumi, la vita politica, anche quella geografica, i gusti e… i modi di curarsi: eccone un esempio!
Il professor Rolando Gattabami di Pietrasanta, avventuroso ingegnere, dopo avere avuto una cattedra a Waakoneta e a Little Rock, rientrato in Italia all’Università di San Sepolcro, nei primi del ‘900 scrisse un libro su “Come si fa”.
Come si fa cosa?
Il libro comincia con questo “come”.
“COME SI FA…ad essere allegri e scattanti
Nelle innumerevoli occasioni della vita bisognerebbe che le genti fossero sempre allegre e scattanti, tutte pervase da una vivacità senza fine, in modo da creare intorno un alone di luce splendente vantaggioso per la persona emanante e piacevole per gli astanti.
Ma non sempre l’uomo è felice e spesse volte il suo viso è corrucciato e i suoi occhi sono spenti in un atteggiamento di tristezza.
Ordunque, il mio metodo contro la tristezza attinge le sue radici nel lontano Oriente ed elabora in forma 0ccidentale il principio della felicita mediante stimolazione viscerale che infonde nuova vita al corpo e risveglia il praticante dall’assopimento psichico.
Come certi uccelli che si posano sulle rive del Gange ed introducono con il becco dei piccoli vermi nel retto al fine di trarne energia e vivacità onde affrontare lunghi viaggi a volo, così il mio metodo porta l’uomo a praticare l’introduzione nel corpo di piccole anguille di fiume molto vivaci ed elettrizzanti ed assolutamente innocue.
Il procedimento per raggiungere lo scopo è quanto mai facile e sbrigativo e non richiede preparazioni preliminari.
Quando la persona è stanca, svogliata e i suoi movimenti sono lenti ed il comportamento impacciato, necessita dare una sferzata al corpo e all’anima senza far uso di farmaci, che intossicano e non risolvono il problema.
Procurarsi una piccola anguilla di fiume appena pescata, spalmare un cucchiaio di marmellata sul retto ed avvicinarvi il piccolo animale che, attratto dal dolce, si introdurrà da solo nelle viscere.
Il praticante proverà subito un certo brivido e sentirà scuotersi tutto come pervaso dal demonio. I suoi movimenti saranno scattanti, lo sguardo vivace ed il comportamento in perenne stato di agitazione come quello di un fanciullo. La persona avrà sempre voglia di muoversi, di danzare ed avrà un grande appetito che meraviglierà gli astanti.
L’azione dell’anguilla avrà la durata di un mese, sino a quando non avrà raggiunto la lunghezza di quaranta centimetri e non si muoverà più con la guizzante primiera energia.
L’anguilla invecchiata verrà eliminata con facilità dal paziente nel momento in cui verrà introdotto nel corpo il veleno adatto all’occasione. Basta bere una tazza di infuso di foglie d’alloro e l’anguilla se ne andrà. Il paziente avvertirà una certa spossatezza ma subitamente si ristabilirà al punto di desiderare ancora una nuova esperienza con l’anguilla.
Una volta introdotto, il piccolo animale è facilmente regolabile 6: l0 si può far tacere oppure scatenare a seconda dell’occasione.
Prima di un incontro importante, il paziente dovrà inghiottire una zolletta di zucchero e diventerà I ‘uomo più vivace del mondo. Se invece la persona praticante il mio metodo vorrà riposare ed apparire calma, dovrà bere mezzo bicchiere di latte”.
Una riflessione ora,(cari maligni non pensate che, dato il mio stato soporificoimmobilizzativodebilitante, vada in giro a cercar anguille, no, ma son giunto a capire perché i giovani di oggi fanno uso di droghe: sono finite le anguille!