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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Luigi Berlinguer
Voto si (malgrado Matteo Renzi)

4/10/2016 - 7:55

Il Referendum costituzionale è partito, ora bisogna votare.

Io sono decisamente convinto: voto SI (malgrado Matteo Renzi).  Nell’affrontare seriamente il merito della questione bisogna però sgombrare il campo da una pregiudiziale: il Referendum costituzionale deve restare assolutamente distinto dalle sorti del Governo.

È essenziale tenere la Costituzione fuori dallo scontro politico e dagli interessi partitici. È stato un errore del premier collegare l’avvenire dell’Esecutivo al risultato referendario. Le due cose non sono correlate né devono esserlo. Trovo però ancor più discutibile l’affermazione delle opposizioni “votiamo NO per mandare a casa Renzi”. Si tratta di una inaccettabile strumentalizzazione partitica della questione costituzionale.
Andiamo all’essenziale: il Referendum riguarda soprattutto il superamento dell’obsoleto e ormai ingombrante bicameralismo paritario di casa nostra, oltre all’abolizione delle Province e (finalmente!) del Consiglio dell’Economia e del Lavoro (CNEL). Non mi si venga a dire che due Camere uguali rafforzano il controllo parlamentare sul Governo: la mia lunga esperienza in Parlamento mi dice l’esatto contrario. Le inutili ed estenuanti procedure, non solo raddoppiate ma spesso moltiplicate, stemperano l’incisività dell’azione parlamentare.
Se c’è veramente una tendenza autoritaria nell’attuale Governo essa non può essere dimostrata a sufficienza fondandosi su un certo cipiglio arrogante (è un po’ vero…) del Presidente del Consiglio. Ma fa sorridere ricercare la soluzione dell’equilibrio fra Governo e Parlamento su questa strada. Questo è eventualmente problema da affrontare ricercandone le possibili soluzioni nei contrappesi, che da noi esistono e vanno nel caso lubrificati e rafforzati.  Ora, continuare a tenerci, col NO anti-Renzi, il Senato paritario sembra davvero singolare.

Siamo sinceri: il voto NO mi pare dettato da un’insopprimibile voglia matta di dare una botta a Renzi, di levarselo di torno. Un po’ pochino, mi sembra, a fronte dell’elevatissima responsabilità che il voto referendario comporta: invocherei un po’ più di rispetto davanti alla solennità di una revisione costituzionale.  E un po’ più di considerazione rispetto al fatto che quasi tutti i Paesi evoluti non hanno alcun bicameralismo paritario. Al contrario, se ora prevarrà il SI rafforzeremo all’estero l’immagine di un’Italia che marcia risoluta e fa le riforme. Ho qualche timore che se fallisse quel voto qualche effetto negativo lo avrà.  Mi pare invece necessario, per ragioni politiche ma anche tecniche, riaffrontare la legge elettorale.
Il vero nodo politico-culturale del Referendum è però anche un altro.  Investe la parola d’ordine “La Costituzione non si tocca!”.  In questi decenni essa è stata la frontiera indiscussa soprattutto dei progressisti, ma non solo.  Si è costruita una vera e propria “mentalità politica”, quasi un (comprensibile) tabù per le forze progressiste: salvaguardare così la nostra civiltà giuridica. Questa idea ha vinto. Eppure, guarda caso, in questi anni il testo costituzionale del ’48 è stato ritoccato più volte, in meglio.

È l’ispirazione profonda della Costituzione che non si è voluta toccare; ma il testo si può ritoccare ove necessario. Così è accaduto, senza alcuna conseguenza eversiva. Fedeltà all’impianto non significa infatti adesione fideistica, acritica, quasi “coranica”; significa adesione convinta perché laica, razionale, capace di cogliere anche le sue (poche) debolezze ed attuali inadeguatezze.
Che la nostra Costituzione sia tra le più belle del mondo, uno straordinario strumento di democrazia, non equivale a dire che sia oggi perfetta. Vi sono norme e procedure dettate dalla cultura del momento, superate oggi da una nuova cultura. Sarebbe sbagliato ritenerla inviolabile in toto.  Perciò l’occasione di questo Referendum è un fatto straordinario di democrazia.  Sollecitare oggi il popolo, direttamente, significa poter far maturare un’adesione popolare non solo di fedeltà, ma di consapevolezza razionale, lucida soprattutto laica, non fideista, sempre più aperta al nuovo che si va affermando in Italia e nel mondo: un fattore di altissima valenza democratica e morale.

  La Costituzione va difesa e migliorata.

  È un prodotto di uomini, è frutto di un patto tra le varie componenti della popolazione, del mondo politico, tra il Parlamento ed il Popolo, e come tale è naturale poterlo insieme consolidare, anche migliorandolo, adeguandolo.
Alcuni esempi: i costituenti degli anni quaranta non mi sembra fossero campioni di femminismo, lasciatemelo dire, specie rispetto a come è maturata successivamente la grande conquista delle pari opportunità per le donne. Fino al 1946 le donne non potevano votare, perché erano donne (una barbarie, ma era così). L’art. 51 della Costituzione del ’48 non ha rappresentato un salto, un colpo d’ala, per le donne, fermo com’era all’idea di un’eguaglianza che arrivava ad essere solo formale fra uomo e donna.  Giustamente nel 2003 le donne hanno voluto cambiare quell’art. 51, e si è introdotto nel testo il nuovo concetto progressista delle pari opportunità.
Altro esempio: l’art. 34 Cost., parlando di istruzione, non coglie la grande rivoluzione novecentesca della “scuola per tutti” e dell’istruzione come “diritto fondamentale per tutti”. Questa grande conquista non era sufficientemente presente nella cultura educativa dominante di allora, per cui la Costituzione si limita a prospettare solo l’opportunità di far raggiungere gli alti gradi dell’istruzione solo ad una parte dei ragazzi, i “capaci e meritevoli”. Per cui chi non ce la fa, vada a lavorare!  Ma l’idea che guida oggi i progressisti è ben diversa: l’istruzione e la scolarizzazione fino ai 19 anni è un “diritto fondamentale di tutti”. La formulazione del ’48 risulta pertanto arretrata, inadeguata.  Sarebbe invece giusta una tutela costituzionale di una scuola non solo “aperta”, ma attivamente tale, per cui tutti siano messi nelle condizioni di poter imparare veramente, sostenuti dall’organizzazione scolastica, al fine di evitare la “dispersione”, l’iniquità. 

La stessa idea di autonomia scolastica era assente nel testo del ’48, mentre è stata inserita in Costituzione solo nel 2000. Non mancano altri esempi di opportune successive revisioni.
Cito infatti solo alcuni esempi per ribadire che nella Costituzione si trovano spazi che – allo scopo di difenderla e migliorarla – si possono o si devono modificare. Il dibattito in merito al Referendum costituzionale è pertanto un’occasione preziosa per consolidare nel nostro popolo un processo di crescita politico-intellettuale dell’idea moderna di democrazia; non di una democrazia elargita, ma di una democrazia partecipata e conquistata.  Un’idea rigorosa ma aperta e laica di Costituzione.  Un’occasione per rafforzare l’affetto per la nostra Carta e insieme la lucidità laica di volerla migliorare. 

Molto bella l’affermazione di Roberto Benigni, che – interrogato sul voto – ha risposto: “col cuore voto NO, e voto SI con la testa”, riaffermando icasticamente tutto l’amore che dobbiamo alla nostra grande Carta col cuore, e insieme tutta la lucidità politica con la testa per migliorarla, con il SI.
Luigi Berlinguer

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12/10/2016 - 21:47

AUTORE:
La jena

...Learco la Jena non si indottrina , nasce libera .
Io ho posto temi di oggi e per il futuro , te hai semplicemente riproposto il compitino tanto caro al premier . Contento te .
P.s. Caro lettore di Cagelli ( chi sarà mai costui ? ) quando vedrò per iscritto tale nuova promessa sarà un bel giorno , quindi non ti preoccupare per me , per Travaglio prova a scrivergli...

11/10/2016 - 13:41

AUTORE:
Lettore di Stefano Cagelli

I nuovi senatori saranno scelti direttamente dai cittadini. Ora chi lo spiega a Travaglio?

Renzi assume la proposta di Chiti e Fornaro come testo base per la discussione: due schede alle regionali, una per il consigliere e una per il senatore, da selezionare con collegi uninominali


“Approvate il testo della legge costituzionale concernente l’abolizione delle elezioni per il Senato, che sarà composto da sindaci e consiglieri regionali nominati dai Consigli regionali, cioè dai partiti, all’insaputa degli elettori, e incaricati di legiferare in barba alla sovranità popolare sancita dall’articolo 1 della Costituzione”. E’ questa l’apertura di oggi del Fatto Quotidiano in edicola, frutto della meritoria iniziativa dal titolo “Referendum, il quesito tradotto in italiano”.

La campagna del No, però, questa volta deve fare i conti con la realtà. E la realtà dice che, durante la Direzione del Partito Democratico di lunedì 10 ottobre, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha annunciato che assumerà la proposta di Vannino Chiti e Federico Fornaro come testo base per la discussione sull’elezione dei nuovo Senato.

Una proposta che, come spiega lo stesso Vannino Chiti, “disciplina la legge elettorale per il nuovo Senato e traduce quel che è scritto in Costituzione, cioè che sono i cittadini a scegliere i senatori. In sintesi: due schede alle regionali, una per il consigliere e una per il senatore, da selezionare con collegi uninominali“.

Un sistema che prevede quindi l’elezione diretta dei senatori da parte dei cittadini che, nel pieno rispetto del nuovo impianto costituzionale non riduce il Senato a un “dopolavoro per consiglieri regionali”, ma rafforza la sua autorevolezza e la sua legittimazione democratica e territoriale.

Ora chi lo spiega a Travaglio et La Jena e al variopinto fronte del No?

11/10/2016 - 12:32

AUTORE:
Learco

Le province spariranno, i senatori li eleggerai te in concomitanza delle elezioni amministrative, le competenze tra stato e regioni son più chiare, il cnel come dici te sparisce; adesso ci sono provvedimenti legislativi che escono dopo mesi, e se urgente, escono con decreto legge.
Ti garba così?
Va bene. Vota no, ma non pensare tu, e molti che proclamano il no come vessillo di una resistenza rediviva che gli altri siano dei poveri indottrinati non pensanti.
Anzi forse è proprio il contrario.
La resa dei conti tutta personale di antichi personaggi della sinistra è il vero motore sottostante a tutta questa mobilitazione terroristica intorno al "rischio democrazia".
La legislatura nacque due anni fa con il compito di fare una riforma. E adesso c'è chi ha interesse a buttare il tavolo all'aria.
Non te lo chiedi perché?
Va bene, vota no e fermi così altri 50 anni.

11/10/2016 - 0:21

AUTORE:
La jena

...caro Learco , che se ti piace il mio elenco , ti accontenti di poco . Tu dici " il processo legislativo sarà piu snello ", lo sai quante leggi vengono approvate , in Italia , ogni anno ? 120 , siamo il paese più prolifico dopo la Germania , 144 , le altre nazioni tutte dietro . Sai quanto c'hanno messo per approvare la " Fornero " ? 17 giorni , come vedi se si vuole si fa presto a legiferare .
" Le province spariscono " , lo sai che ieri le grandi città metropolitane ,Milano , Torino , Bologna , Venezia e altre , nel silenzio dei più , hanno eletto i loro presidenti , che avranno il compito di governare la provincia ? A Pisa tale compito lo fa il sindaco Filippeschi , eletto lo scorso anno dai sindaci della provincia . L' articolo 1 della Costituzione dice che la sovranità appartiene al popolo , ma se non puoi eleggere i tuoi rappresentanti , che sovranità è ? E i senatori chi li elegge ?
Il Cnel chiude , e meno male , ma bastava una leggina ordinaria per abolirlo, non stravolgere 47 articoli della Costituzione .
Prova chiedere agli abitanti di Filettole cosa pensano di Terna , con la riforma del Titolo V le autorità locali o semplici cittadini , riuniti in comitati , non potranno più fermare opere decise dallo stato centrale . E pazienza se qualcuno si ammala...
Sono 30 anni che in Italia si " riforma ", ma sempre al ribasso , controlla , sanità , pensioni , lavoro , diritti ecc.
Sarebbe ora di cominciare dall' alto , ma ci basta il contentino...
La jena non è all' altezza del compito , ma di sicuro è attenta...e te caro Learco lo sei ?

10/10/2016 - 10:38

AUTORE:
Learco

Si Jena, mi piace l'elenco che fai, mi piace perchè il bicameralismo perfetto finirà, il processo legislativo sarà più snello, non ci sarà più bisogno di ricorrere ai decreti come accade da decenni.
Mi piace perchè l art 70 per forza deve dire chi cosa fa cosa! è quindi più lungo del vecchio le camere fanno la stessa cosa che con due righe te la levi.
Bisognerà pur descrivere i differenti compiti.
Mi piace perchè le province spariscono, perchè si comincia a tagliare un po, perchè, il cnel chiude.. perchè se non si comincia mai a riformare perché la Jena lo farebbe meglio se ne riparla tra un altro mezzo secolo.

9/10/2016 - 17:12

AUTORE:
La jena

...caro Learco dove sarebbero le contraddizioni se voti no ?Ti piace un senato fatto da sindaci e consiglieri regionali + 5 nominati dal Capo dello Stato ? Ti piace il nuovo art 70 ? Ti piace il fatto che con la riforma del titolo V lo stato prevarrà su questioni che riguardano i comuni e le regioni ?
Ecc...ecc. .
Ora parlami delle tue contraddizioni...

8/10/2016 - 14:52

AUTORE:
Learco

Io voto Sì nonostante niente. Il no fa fino, ma nel merito nessuno del fronte No non cade in contraddizione nel tentare di dare motivazioni razionali?

5/10/2016 - 0:25

AUTORE:
La jena

...NO col cuore e pure con la testa . Malgrado Luigi Berlinguer...