...chi non era d'accordo pigliava la via dello spolvero.
Ora invece gli iscritti più di me al partito PD, Bersani e Speranza dicono che è inutile riunire i dirigenti del partito a livello nazionale, tanto è tutta fuffa e dichiarano la loro posizione prima del consesso nazionale e la famosa "ditta" che fine ha fatto?
Votare si o no è legittimo, ma prendere per coglioni chi in larghissima maggioranza conferma con il voto referendario il voto favorevole alle riforme costituzionali proprio no!
"Loroli" hanno chiesto di cambiare la legge elettorale ultima (che ancora non ha dato prova) gli è stato detto di si se si trova una nuova maggioranza per cambiarla; ecco se proponevano di togliere il fastidioso "um" o "cum" (mattarellum-Porcellun-budellum-italicum-provincellum: gli davo ragione anche se proponevano che un voto dato al PD valeva la metà di tutti gli altri.

"Il Pd è abituato a pensare che le vecchie organizzazioni legate al Partito Comunista fossero a disposizione. E' stato così in passato, ma oggi non è più così", avverte Lidia Menapace, classe 1924, "partigiana combattente con il grado di sottotenente", come lei stessa ricorda. Perché il tempo in cui il Pc "era una chiesa" cui "le persone obbedivano anche quando non erano d'accordo" è finito.
Credo che questa risposta sia più che sufficiente

Con tutto il rispetto per l'Anpi e per il suo Presidente devo dire che non mi piacciono queste prese di posizione delle singole sigle.
Credo che di fronte ad una scelta importante come quella del Referendum ogni cittadino debba sentirsi libero di fare una scelta basandosi sulle proprie idee e non trincerandosi dietro quella della sigla a cui appartiene. Un modo, a volte, per evitare di dover dare un giudizio personale sulla vicenda.
Lo stesso vale per l'Arci e per altre sigle, prese di posizione che non condivido.