Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
PIATTONI
Lett: nc.
I piattoni sono parassiti della pelle, pediculum pubis, parenti stretti dei pidocchi (pediculum capitis) che infestano le zone pilifere, specie quella genitale, degli adulti, e che un tempo erano considerati sinonimo di contatto carnale con persone infette, di solito prostitute o comunque donne di facili costumi.
Oggi molto più rara, l’infestazione da parte di questi parassiti, insieme allo scolo (blenorragia, gonorrea) erano i rischi che si correvano con queste equivoche frequentazioni.
Gli adolescenti di un tempo talvolta si vantavano di questa patologia, fastidiosa ma non grave, che rappresentava il segno, spesso ostentato, dell’inizio delle loro attività amatorie.
La terapia consisteva in una rasatura completa della zona interessata ed in un’ energica disinfestazione con una polvere insetticida un tempo molto famosa, il Mom.
Pidocchio, oltre ad essere il parente domiciliato più in alto, nei capelli, era anche termine dispregiativo, come il suo aggettivo pidocchioso, usato per indicare una persona meschina, avara, spilorcia.
PICCHEGGINO
Lett: PICCA. [Per picca, fare a picca: termine toscano: entrare in puntiglio, gara].
Dalla picca, una sorta di arma con un lungo manico ed una punta di acciaio, deriva il termine piccheggino ad indicare una persona puntigliosa, cocciuta, ostinata e litigiosa.
PICCHIANTE
Lett: PICCHIANTE. [Sostantivo arcaico indicante un manicaretto di carne battuta].
Con picchiante si indicava il cuore del vitello utilizzato per fare un piatto che prendeva lo stesso nome. Di solito preparato in umido con le patate era piatto più povero dello spezzatino, ma ugualmente saporito. Al cuore, dal cui movimento probabilmente origina il nome della pietanza, si univa spesso anche il polmone, facenti parte entrambi di quegli scarti di lavorazione, o almeno di quelle parti meno pregiate dell’animale che venivano comunque utilizzate anche se più coriacee e laboriose da cucinare.
PIGGIA
Lett: nc.
Piggia si chiamava anche la sfilza di pomodori uniti a formare una specie di grappolo, che veniva riposta in cantina, nella baracca o sotto il portico, e che doveva durare per il periodo invernale.
I pomodori adatti erano quelli piccoli tondi, si chiamavano da brodo, e venivano colti a piccoli mazzetti che venivano poi posti uno sopra l’altro legati con uno spago che poi veniva fissato in alto ad una trave o ad un chiodo robusto. Talvolta venivano spolverati zolfo e alcuni contadini mettevano in cima anche un rametto di pungitopo, per allontanare proprio questi abituali frequentatori delle cantine e rimesse.
PIGIO
Lett: PIGIO. [Bastone per pigiare, calca (pigia-pigia)].
Era quel bastone, più grosso in fondo, che serviva per pigiare l’uva nella bigongia prima di essere versata nel tino o nella botte per mezzo della tramoggia (vedi piggello).
Si definiva come pigio anche una persona fiacca e lenta, inadatta, incapace, pasticciona:
“se’ proprio un pigio!” si diceva.
FOTO.
Il mitico "Secondo" del Baglini al lavoro quando in piazza c'era il distributore