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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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PER I MORTI
di Fabiano Corsini

6/11/2016 - 20:20


 
Ci sono andato anche quest'anno al camposanto. Nel giorno del primo novembre, come ho sempre fatto. Come facevo quando mi ci portavano il mio babbo e la mia mamma, in quei giorni di tramontana gelata che bisognava avere i vestiti pesi.

Fu un primo novembre che incignai il cappotto verde. Incignai è una parola grossa perché era quello di mio fratello, risistemato dalla signora Cini, la sarta di Via Milazzo a Marina. E qualche anno dopo il Montgomery, che me l'avevano comprato troppo grande e io lo misi lo stesso, e lo tenni anche fino a tutte le feste, fino al 5, e poi mamma lo riportò dal Saviozzi e se lo fece cambiare.
Il giorno dei morti al camposanato si ritrovavano tutti: gente che non si vedeva da un anno, a chiacchierare di chi era morto, e poi anche di chi stava male.

Mi ghiacciavano i piedi, ballicchiavo, ma aspettavo diligentemente che fosse tutto finito. Baci su tutte le fotografie, sulle lapidi, baci alla zia che non conoscevo e che diceva alla mia mamma“Come è bello, che bel bimbo”. Baci a zio Progresso che di nascosto mi dava cinquanta lire.
Quest'anno sono arrivato da solo, in macchina, che non erano ancora le dieci.

C'era poca gente.

C'era un sole che pareva giugno, e io avevo una maglia a maniche corte.

Non ho trovato nessuno che conoscevo.

Mi ha salutato uno, più giovane di me, che aveva le ciabatte di gomma.
Ho pensato che il giorno prima era Halloween.

Il lungomare era invaso da migliaia di persone, frotte di bambini mascherati, scheletri, morti viventi che giocavano a mettere paura.
Leggo di filosofi e sociologhi che spiegano come la modernità giochi a rimuovere la morte, a esorcizzarla, dimenticandola, espungendola dalla vita. Si dice che non pensare alla morte, imporsi di farlo, sia un modo per controllare la paura che ne abbiamo. La morte, allora, pare un nemico che ci terrorizza e contro il quale niente possiamo; e se siamo impotenti a governarla, allora facciamo finta che non ci sia.

Torna tutto, è probabilmente tutto vero.

Siamo talmente convinti di essere nel giusto in questa nuova convinzione, che pare abbiamo convinto anche il Padre Eterno.

Così ai funerali non ci chiede più di pregare, ma di applaudire. E per i giorni dei morti ci fa andare in giro con le infradito e il cappellino da spiaggia.

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