Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Nota biografica:
Rosa Corrieri nata a Careggine (Lu) il 13/04/1922, abita a Migliarino Pisano; artista autodidatta, inizia a dipingere nel 1960; nel corso degli anni ha partecipato a molte mostre collettive ed ha esposto i suoi quadri in svariate personali ottenendo numerosi consensi di pubblico e di critica.
Nel corso della sua carriera non si è limitata alla sola pittura, ma ha espresso la propria sensibilità anche in altre attività artistiche tra le quali mi piace qui ricordare, negli anni settanta, l’adattamento teatrale e musicale (canzoni ideate da lei stessa) della commedia di Silvano Ambrogi “La via manca”, interpretata dai ragazzi delle scuole elementari presso il Circolo Arci di Migliarino e, nello stesso periodo, una interessante mostra realizzata negli ambienti del Comune di Vecchiano, in occasione dell’ anniversario della liberazione. I quadri pubblicati sul notiziario del Comune stesso, furono proiettati più volte nei documentari “Luce” nei cinema di Pisa.
Rosa Corrieri: pittrice per amore.
Intervistare un’artista è una strana avventura soggetta a molte variabili che ne possono condizionare l’esito. Tra le più significative troviamo: la capacità di mediazione dell’intervistatore con il personaggio intervistato; la pertinenza delle domande; l’abolizione di quelle imbarazzanti; il seguire un percorso logico preciso ed interessante, l’originalità degli interrogativi per incuriosire e informare i lettori; un’atmosfera serena e rilassata tale da influire in modo positivo sulla qualità dell'intervista.
In questo caso però, tali accorgimenti sono risultati del tutto inutili (più avanti ne capirete la motivazione). Perché allora insistere sull’intervista? Perché questa pittrice, è una persona che ha tracciato un bel segno nella vita culturale e sociale del paese di Migliarino ed anche nella mia; da lei ho ricevuto affetto, consigli ed incoraggiamenti per la mia attività artistica ed è quindi un piacere ed un onore inserirla nel percorso di questa rubrica.
Sono molti mesi che sto pensando al modo più idoneo per poter realizzare comunque questo ritratto d’artista e sono giunta alla conclusione che la cosa più accessibile sia trasformarlo in un racconto breve con l’aiuto dei ricordi. I ricordi del figlio, (purtroppo il suo inseparabile marito è scomparso), dei parenti e modestamente, dei miei.
Quando ho conosciuto Rosa non era più giovanissima, ma ancora bella ed elegante per l’accuratezza della sua persona e per l’atteggiamento composto e deciso. Le sue mani, magre ed affusolate, impreziosite da un anello con corniola, disegnavano nell’aria i suoi pensieri. La cosa più preziosa però, erano i suoi occhi, lucenti in un modo particolare, specialmente quando parlava d’arte e di pittura soprattutto.
La sua pittura si rifà alla tecnica figurativa tradizionale dimostrando coerenza verso un impronta che si è data sin dall’inizio, ritraendo quello che vede e quello che la ispira. Il mondo vegetale, la campagna, le strade solitarie, quelle dove si può ancora passeggiare, le nature morte rilevano le riflessioni della pittrice, gli stati d’animo idilliaci che vogliono indicare un modo di vivere sereno.
Oggi i suoi colori sono stati riposti, le spatole sono immobili, le tele sono bianche …, non le è più possibile rispondere ad una intervista perché l’artista di cui vi parlo è affetta da una malattia che le ha provocato un lento declino delle capacità di memoria, di pensiero, di ragionamento e di rapporti sociali. In fondo ai suoi occhi però, c’è ancora quella luce particolare che talvolta la riallaccia alla realtà, specie se si fa riferimento alla sua pittura.
Rosa seppur autodidatta, conosceva a fondo la pratica e l’applicazione delle tecniche artistiche: la pittura, il disegno, la geometria, la prospettiva, l’anatomia, lo studio della luce e dei colori, la composizione e qualsiasi altro elemento fosse utile per la realizzazione di un’opera pittorica le erano congeniali. L’acquerello, l’olio, la tempera, il disegno, la grafica, tutto le era confacente perché per lei dipingere era una passione che svolgeva con amore. Amava dipingere paesaggi a spatola con tocchi veloci e leggeri, densi di colori e pieni di sole, di aria e di vento. Questa tecnica pittorica, forse perché una delle più versatili ed affascinanti, era la sua preferita: questo preciso strumento che ha vagamente le sembianze una piccola cazzuola le permetteva di stendere i colori sulla tela evitando il classico pennello. La resa ottenuta era certamente di grande effetto, in quanto le immagini riuscivano ad assumere una particolare corposità e profondità che lei sapeva gestire con maestria ed esperienza. Descrivendo il suo lavoro “spatolava” l’aria con ardore e riusciva a trasmettere la propria passione a chi l’ascoltava; parlava delle sue opere con affetto e con modestia ed ammirava ed incoraggiava il lavoro degli altri.
Il poeta messicano e premio Nobel Octavio Paz dice: “La memoria non è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci ricorda”. Intorno a Rosa Corrieri i suoi cari ed i suoi amici sono la sua memoria colorata di tanto affetto.