Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Quanto davvero ne sappiamo della storia di Pisa? Quante vicende che dovrebbero renderci orgogliosi del luogo in cui viviamo sono conosciute dai pisani? Ne parla Sergio Costanzo al Pisa Book Festival
Uno Sguardo dal Serchio vuole oggi spaziare un po' al di fuori del corso del fiume, includendo nella sua ottica la città di Pisa, ed in particolare la sua storia.
Il motivo è la presentazione al Pisa Book Festival del nuovo libro di Sergio Costanzo.
Una conferenza, preceduta da considerazioni della storica e saggista Elena Percivaldi sulle crociate, che ha tenuto incollata alle sedie e affascinata per un'ora la sala piena (hanno dovuto cacciarci via alla fine..).
Fatto di cronaca, direte, ma Costanzo è andato ben oltre il limite della storia raccontata nel libro.
La domanda che si è posto, e che ha posto ai presenti, è: cosa sapete della vera storia e del vero ruolo di Pisa per 600 anni (più o meno da Carlo Magno al 1400)? Quanto siete consapevoli di ciò che la Pisanità ha dato al mondo di allora, quando la città aveva una immagine che può essere paragonata alla città di New York dei tempi attuali?
La storia di Pisa, come ci dice Costanzo, è stata cancellata dalla vittoria dei Fiorentini ( o meglio, dei mercenari che di fiorentino avevano solo il conio) ottenuta dal buon Gino Capponi attraverso una mazzetta da 50000 fiorini al capitano del popolo (e poi ci meravigliamo di quanto succede oggi...) nel 1406. Firenze allora ha depisanizzato Pisa, inviando in esilio tutte le famiglie importanti. La popolazione scese da 25/30000 a sole 5000 persone, tutte dedicate ai lavori necessari per la forza di occupazione.
E oltre a mozzare le torri, furono distrutti gli archivi, così, al solito, la storia l'hanno scritta i vincitori.
Ad esempio, della grande spedizione alle Baleari con 400 navi si sa soltanto quello che ha scritto un monaco veneziano.
Pisa fu la testa di ponte dell'Impero Romano d'Oriente in Europa , oltre ad avere i cantieri navali per i loro dromoni.
Pisa possedeva i Codici del Diritto di Giustiniano, che non aveva sottratto ad Amalfi, come spesso si ritiene.
Anzi, Pisa non ha mai combattuto la Repubblica di Amalfi, a cui la legava un patto sottoscritto nel 1100. Pisa è intervenuta, due anni dopo la conquista di Amalfi da parte di Ruggero il Normanno, per liberare la città su richiesta di Re Lotario di Germania, con la consueta mano pesante di quei tempi.
I Codici erano conservati nella chiesa di San Pierino in Vincoli, fino al furto da parte dei fiorentini, e poi collocate nella Biblioteca Laurenziana sotto il nome di Pandette Fiorentine. Ma di fiorentino c'è appunto solo il furto.
Ogni sovrano o Papa non poteva prescindere dal consultare o coinvolgere studiosi o giuristi pisani.
La stessa Scuola Palatina ha usufruito in origine della Scuola Pisana.
Ma la storia di Ibelin ( che è un luogo, non una persona) che narra le vicende di Barisano Pisano e suo figlio Baliano come c'incastra con tutto ciò?
Un altro fatto, messo in discussione da qualche storico distratto, è la partecipazione di Pisa alle Crociate. Sembra impossibile, ma è così.
Eppure Pisa mandò 200 navi alle crociate. Eppure il vescovo di Pisa Dagoberto fu mandato a Gerusalemme poco prima del 1100 e nominato Patriarca di Gerusalemme. Eppure Re Baldovino 1°, Re di Gerusalemme succeduto a Goffredo di Buglione, chiamò studiosi pisani a formulare la Costituzione dei Regni latini di Oriente.
E questo si può seguire, pur con qualche assunzione un pochino arbitraria, nella storia di Ibelin. Ma molte sono le fonti storiche autentiche, a partire dalle pergamene conservate dalla famiglia Agostini Venerosi Della Seta della Villa di Corliano.
Basti pensare che i dialoghi tra Baliano e il Saladino non sono frutto della fantasia dell'autore, ma quelli autentici come riportate dai documenti.
Insomma, ce n'è abbastanza per appassionarsi a storie ed eventi spesso poco conosciuti, che sono in grado di presentare Pisa come città di riferimento nel mondo di quel periodo storico.
E sono felicissimo che Sergio Costanzo abbia accettato di venire all'incontro della nostra associazione La Voce del Serchio il 2 dicembre a parlarci nuovamente di questi fatti.