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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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La campana

19/11/2016 - 18:24

La suora che accordava le campane: cronache e ricordi del 1950


Sabato 5 aprile 2014, abbiamo conosciuto Suor Pierina, nella vita Palmina Nava, classe 1934, originaria di Pedrengo, piccolo centro a qualche chilometro da Bergamo, da anni residente nella diocesi della bassa padana. Suor Pierina ci ha immediatamente raccontato che da ragazza veniva chiamata per ascoltare il tono delle campane nuove e giudicare la loro intonazione. Il racconto ha subito condotto a cucire tra i gangli della mente qualche ipotesi e richiesta di informazioni che aiutassero a ricostruire un quadro storico tanto remoto quanto imprevisto. La fonderia di cui parla era la Angelo Ottolina. Mentre a Suor Pierina salivano le lacrime agli occhi dall’emozione, capivamo di essere di fronte a una scoperta che, ancora una volta come spesso avviene in quest’opera pionieristica di ricerca, scrostava la mente dalle esperienze del quotidiano per restituire alla memoria le sue radici di gioventù e le ragioni di un’esperienza biografica unica.
Suor Pierina ricorda di essere nata in una casa sotto il campanile di Pedrengo, figlia di un carrettiere, e di avere presto iniziato a lavorare nelle case dei signori nel secondo dopoguerra, in particolare a Bergamo, in località Campagnola, dove la Famiglia Ottolina aveva una fonderia di campane, attività che condivideva con altri parenti a Seregno, in Brianza. Suor Pierina era solita camminare un chilometro e mezzo per arrivare alla stazione e prendere il treno che la portava presso la residenza in cui avrebbe accudito nei fine settimana l’anziana madre del Signor Ottolina, mentre i titolari erano fuori casa. Da quelle prime circostanze era iniziata la frequentazione della casa Ottolina, nel cui cortile esisteva una fonderia al cui interno lavoravano sette-otto giovani operai. Per una ragazza che si sentiva già incline ai voti monastici, le baldanzose presenze mettevano alla prova le convinzioni della giovane Palmina; a ciò si univa la determinazione della madre, che teneva al fatto che Palmina conoscesse il mondo prima di confermare la decisione di entrare in monastero.
“Gli anni tra il 1946 e il 1950 furono anni d’intensa produzione di campane all’interno della fonderia bergamasca. Per realizzare una campana era necessario un mese. Venivano ordinati molti concerti in quell’epoca. Quando il concerto era terminato, le campane venivano appese per il collaudo. Veniva Monsignor Pedemonti, che era solito produrre una melodia fissa sulle campane per verificare la loro corretta intonazione”.

Pedemonti si era accorto che la giovane dipendente degli Ottolina aveva talento per la musica e aveva deciso di chiamarla con sé in occasione delle sue visite di collaudo per aiutarlo a stabilire la corretta altezza di suono delle campane.

”Spesso accadeva che ci fossero campane non intonate: per questo motivo Pedemonti disponeva di correggere l’intonazione e tornava a distanza di giorni per verificare che l’errore fosse stato corretto a dovere”.

Suor Pierina non racconta come venissero accordate materialmente le campane, ma appare certo che venissero molate, se necessario, prima della loro uscita dalla fonderia.

“Le campane venivano caricate e portate via sui camion quando il lavoro era ultimato. Prima di partire le campane erano benedette”.

A esame ultimato, inoltre, Monsignor Pedemonti stendeva una relazione tecnica che veniva consegnata alla Curia e alla Parrocchia committente a garanzia del lavoro svolto.
“Le campane sono la mia vita” esclama Suor Pierina, la quale ricorda come il suono dei bronzi abbia sempre accompagnato la sua vita: “Da bambina aiutavo il sacrista a tirare le corde per la Messa, sia nel suono a distesa che nel fare scale.” Il dono dell’orecchio musicale si estendeva dalle campane al canto, partecipando alle molte processioni mariane della zona per intonare gli inni religiosi. Ma il canto di Palmina non si limitava ai canti religiosi:
“Mi piacevano molto i canti ‘moderni – definendo così le canzoni degli anni ’30-’40 – e cantavo sempre mentre facevo i mestieri in casa. Un giorno mia mamma si era arrabbiata perché mentre facevo i letti mi aveva sentito cantare melodie che stavano malissimo in bocca a chi avrebbe dovuto essere suora! Molti canti li imparavo andando a prendere mio padre all’osteria al sabato sera. Mi avevano dato permesso di nascosto per entrare a prendere mio papà .Il Parroco di allora era contrarissimo al fatto che le donne andassero all’osteria: -Una volta entrati lì dentro, si trovava il diavolo! diceva”
“Quando sono arrivata a Borgoforte ho iniziato a prestare attenzione al suono delle campane. La gente che non riconosceva più il significato del suono, si rivolgeva a me per sapere se, a seconda del segnale che proveniva dal campanile, fosse morto un uomo o una donna. Quando c’è stato il terremoto – racconta Suor Pierina – le campane sono state bloccate, poi tolte e ripristinate all’uso”.


Da  una intervista di Luca Fiocchi.


Perché questo articolo che ben poco ha a che fare con le storie paesane?
Perché, salendo sul campanile della chiesa di San Pietro, ho trovata questa campana.
Suor Pierina ne avrà ascoltati i rintocchi?, Le  sarà andata bene la melodia per i suoi 18 anni? Si sarà domandata dove cavolo fosse Malaventre?
Buona domenica Suor Pierina.
Anche noi accordiamo le Voci che son quelle del Serchio che è lì a due passi, ma sembran tante campane!

 
Ps anche noi abbiamo un “Monsignor Pedemonti”!

Fonte: sulla campana si legge: Fonderia Angelo Ottolina Bergamo 1952
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