Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Nella giornata contro la violenza sulle donne vorrei sottoporre alla vostra attenzione un fenomeno sempre più frequente e inaccettabile: l’utilizzo nei social network di volgarità, di espressioni violente e di minacce, nella quasi totalità a sfondo sessuale.Ho selezionato e vi mostro solo alcuni messaggi tra quelli insultanti ricevuti nell’ultimo mese.Ho deciso di farlo anche a nome di quante vivono la stessa realtà ma non si sentono di renderla pubblica e la subiscono in silenzio. Ho deciso di farlo perché troppe donne rinunciano ai social pur di non sottostare a tanta violenza.
Ho deciso di farlo perché chi si esprime in modo così squallido e sconcio deve essere noto e deve assumersene la responsabilità.Leggete questi commenti e ditemi: questa si può definire libertà di espressione?
........................................................................................................................
Già in passato la presidente della Camera ha reso noti gli insulti che le vengono rivolti; ancora più grave gli episodi con protagonisti esponenti politici, come quando il leader della Lega Matteo Salvini l’ha paragonata a una bambola gonfiabile o Beppe Grillo ha invitato i lettori del suo blog a dire cosa avrebbero fatto in auto con la presidente della Camera, scatenando una valanga di insulti sessisti.
“Se pubblico gli insulti è per dire ai gestori dei social che è anche loro responsabilità agire contro l’incitamento all’odio.
Vi pare libertà di espressione? – ha spiegato Boldrini – Sono contraria alla censura, ma questa violenza non ha nulla a che fare con la libertà”.