Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Prendo in prestito il titolo della rubrica del nostro amico Ovidio perché meglio di ogni altro può esprimere la soddisfazione di essere arrivati alla fine di questa opprimente, asfissiante, inconcludente e infinita campagna elettorale.
E’ finita! Finalmente oggi si vota! Non importa chi vincerà, perché nessuno è in grado di dire se sia meglio che vinca il Si oppure il No. Chi pensa di saperlo, senza se e senza ma, è destinato all’errore perché nella riforma costituzionale ci saranno sicuramente (lo dice la logica, e anche la statistica) cose buone e cose non buone. Ci saranno leggi e provvedimenti che potranno facilitare la vita di cittadini e Istituzioni ed altre che invece le complicheranno. Sarà inevitabile e a scanso di tutto quello, in abbondanza e fino allo sfinimento, che ci hanno propinato Tv, giornali, comizi, iniziative più o meno finalizzate a farci capire, ma sempre secondariamente e spesso in maniera occulta, destinate a convincere chi ancora non è convinto e si barcamena ascoltando le opinioni degli altri. Difficile che qualche dittadino-elettore si sia messo a leggere la Riforma, a sviscerare i problemi che potrà risolvere e quelli che potrà invece complicare.
Una campagna elettorale divisiva, in cui si sovrappongono diverse componenti, politiche e personali, sentimenti più che ragioni, posizioni partitiche invece che ragionamenti, schieramenti preconcetti e posizioni di appartenenza. D’altra parte inevitabili non potendo, i comuni cittadini, ma forse anche qualcuno più esperto, sapere con esattezza e fino in fondo le ripercussioni politiche e amministrative di tale cambiamento. La sicurezza e la prosopopea di molti politici visti in Tv a difendere la propria posizione, credo non possa non nascondere anche un forte dubbio, non espresso, se questo cambiamento sia veramente un passo sicuro in avanti o solo un cambiamento la cui ricaduta nessuno sa con sicurezza dove e a cosa potrà portare.
Gli schieramenti infatti sembrano raggrupparsi su due tesi principali: i fautori del SI nella speranza e nella consapevolezza che un cambiamento serva e sia utile al Paese. Da troppo tempo si sente parlare di questa esigenza dell’eliminazione del bicameralismo paritario e della modifica del Titolo V della costituzione. Questa sembra una buona occasione ma se si entra nel merito delle conseguenze la cosa si fa nebulosa e le ragioni si perdono. Meglio rimanere al primo pensiero, quello che cambiare sia comunque utile.
Le ragioni del No sembrano legate principalmente al giudizio sul Governo e sul Premier. Basate soprattutto su un giudizio di merito riguardo ai risultati dell’azione di governo fino ad oggi e su quello personale nella figura di Matteo Renzi, una figura senza dubbio politicamente molto ingombrante. Non si spiegherebbe la varietà di partiti e sigle uniti per questo scopo che, se non risultasse offensiva, molto si avvicinerebbe alla definizione di accozzaglia non avendo niente in comune se non questo unico scopo di far cadere il Premier.
Anche in questo caso la difficoltà di essere capaci di valutare le conseguenze della Riforma sembrano piuttosto ridotte e direi secondarie rispetto al motivo principale dello scarso gradimento del Premier e sulla mancanza di fiducia nei suoi confronti.
Tutto ciò ha caricato di cittadini di una responsabilità che non dovrebbe essere loro.
Non si tratta di un referendum su un argomento che riguardi le loro coscienze, il loro modo di vedere l’organizzazione dello Stato o la convivenza civile, campi dove ognuno ha una sua opinione e una propria sensibilità sui cui può essere giustamente chiamato ad esprimersi. Si tratta di un argomento complesso, difficile, dalle conseguenze imprevedibili forse anche a chi ne fa un uso professionale. Un argomento oggetto di referendum che non poteva non avere, come in effetti è successo (anche senza intervento di Renzi), una veste molto diversa traducendosi in un referendum su Governo e Premier.
Tutto questo non ha fatto che aumentare il disagio in cui vivono i cittadini di questo paese bello ma complicato. Un Paese in un perenne esile equilibrio finanziario, in continua emergenza con terremoti e immigrazione a cui si sono aggiunti i toni elevati e offensivi di una campagna elettorale che ha diviso e incattivito, con previsioni sempre catastrofiche per il Paese chiunque poi risulti vincitore.
Una situazione di tensione civile e di difficoltà economiche che spinge molti cittadini e pensionati a trovare riparo in altri paesi dove il clima (non solo meteorologico) è più gradevole. Ormai ogni anno circa 5000 persone varcano i nostri confini per godersi il sole e le agevolazioni fiscali di paesi come il Portogallo, dove la vita è meno cara, la pensione arriva senza tasse, la TV non ossessiona e magari nemmeno la capisci, dove puoi girare per strada la sera semplicemente per goderti il fresco.