Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Gigantesca mole appoggiata sul monte Vergaio, domina la gola che apre il passaggio ai traffici e alle comunicazioni tra il territorio pisano e la piana di Lucca… nell’unico luogo da sempre accessibile alle due realtà, incuneato tra i monti Pisani, quelli “Pe quali, i pisani veder Lucca non ponno”, e i monti di Filettole, oltre i quali, si estendevano malsane, le paludi senza soluzione di continuità fino al mare.
La rocca di Ripafratta pare fluttuare sul panorama sotteso, ma in realtà, lo domina da protagonista assoluta da un migliaio di anni, implementando ed ampliando la vecchia torre feudale, del 970 d.c.
costruita dai nobili di Ripafratta, nel seno della municipalità lucchese, evolutasi in seguito anche per vicissitudini familiari dei Roncioni, in quella Pisana.
Pernio del sistema difensivo al confine tra le due rissose citta, permetteva di controllare i traffici fluviali, particolarmente intensi e produttivi e dei notevoli cespiti relativi, afferenti al porto della citta Alfea, paragonabili a quelli attuali di una citta come New York, e gli scambi di Lucca, a lungo leader della produzione europea di tessuti preziosi e seta, che facevano capo alla dogana nei pressi della torre sul fiume.
Con un sofisticato intreccio di torri ausiliarie, strategicamente disposte, ed opportunamente ubicate, a presidio dei luoghi, sui rilievi circostanti, su entrambe le rive del Serchio, era in grado di controllare la frontiera e comunicare in tempo reale con la citta di Pisa, per segnalare eventuali minacce…
Sia Pisa che Lucca, battevano moneta, ma mentre Lucca era sede di una zecca autorizzata dal Sacro Romano impero, in realtà tedesco, Pisa, lo faceva d’imperio e motu proprio, e le due monete erano uguali, per peso, dimensioni e valore… i “Grossi” pisani e lucchesi, avevano corso in tutta Europa, apprezzati e bramati, come valute di riferimento…
La Rocca fu strappata dai pisani a Lucca, con la prima guerra comunale d’Italia, intorno all’anno mille, costringendo quella città a contrapporle un analogo poderoso dispositivo, costituito dalle fortezze del Cotone, e dal castello di Nozzano…
Per circa 600 anni fu teatro di scontri e guerre fratricide, con alterne fortune, e fu la causa della caduta in disgrazia del Conte Ugolino, accusato di averla ceduta proditoriamente agli avversari, all’indomani della disfatta navale della Meloria, quando Pisa perse il dominio del Mediterraneo…
In seguito, marcò il confine tra Firenze e la repubblica Lucchese, fu adeguata nella struttura ad affrontare le artiglierie e resistere con efficacia ai nuovi canoni dell’arte della guerra, con l’intervento di illustri architetti e il contributo probabile di Leonardo…
Favorì l’insediamento del borgo omonimo, fortificato da una cinta che faceva leva su due torri sulla riva del fiume, lato Pisa, oggi inglobata nel tessuto urbano, e lato Lucca, distrutta dai tedeschi, negli scontri con gli alleati, sulla linea Gotica, durante la seconda guerra mondiale…
Oggi è pressoché in rovina e trascurata, non ostante il recente aumento relativo di interesse, è chiusa e sottratta al pubblico godimento, con strutture pericolanti e un aspetto fatiscente che non riesce a nascondere il passato splendore, risulta inaccessibile per la chiusura delle comunicazioni di accesso…
Tuttavia continua a dominare il panorama, testimonianza di epoche del passato, e patrimonio della nostra coscienza identitaria, sembra accusare e denunciare l’attuale ignavia e richiamarci alle antiche virtù, segnalando anche errori e ammonendo a non ripetere gli sbagli delle gloriose età dell’impegno civico e del senso di responsabilità diretta dei cittadini alle sorti della comunità, minate da egoismi e localismi esasperati ed endemica litigiosità rissosa, frutto avvelenato di illogica stupidità, in ogni epoca.