Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Difficile riuscire a dare un giudizio preciso e non di parte sul cammino del governo Renzi. Credo comunque che ogni governo abbia inevitabilmente entrambi i lati, quello delle cose buone e quello delle cose cattive (o meno buone se si vuole essere un po’di parte). Se è problematico dare un giudizio una domanda però appare lecita e cioè se Renzi si sia avvalso, nelle sue molte scelte, di consigli di persone “normali” che avrebbero potuto consigliarlo. Il dubbio mi è venuto per il provvedimento dei 500 euro dedicato ai diciottenni. Qualcuno dice che sia stato un bonus legato alla ricerca del consenso per il programmato Referendum Costituzionale poi miseramente perduto, ma io non lo credo. Credo che gli sa venuto di getto, così. Gli è venuto e l’ha detto, penso convinto che fosse una buona cosa per i giovani, per la cultura sempre più scadente del nostro paese.
Penso però che se si fosse preso la briga di domandare a qualcuno, a qualcuno normale e non bisognoso di scodinzolare al suo seguito per raccogliere briciole del suo potere, cosa ne pensasse, il provvedimento con molta probabilità non sarebbe passato. Non solo per il costo dell’operazione, incrementato da tutto ciò che è legato alla sua erogazione (pubblicità televisiva, app dedicata, coinvolgimento delle Poste eccetera), ma per l’uso distorto che era indubbio ne venisse fatto.
Qualunque persona normale, dotata di un cervello normale e non condizionato, avrebbe detto al Presidente che niente e nessuno è in grado di spingere un giovane a leggere un libro (o a recarsi in un museo) se questo non vuole. Se poi ci fosse qualcuno che, spinto da una insana passione per la lettura ma da pochi soldi, volesse qualcosa da leggere sappia che per 1 euro o poco più può trovare nelle bancarelle dell’usato i Fratelli Karamazov , Anna Karenina e simili e levarsi la voglia.
Rimane comunque fuori di dubbio che il livello culturale del paese sia veramente scadente. Preoccupante addirittura se si da un’occhiata alle statistiche perché si scopre che oltre il 70% dei nostri concittadini sono considerati “analfabeti funzionali”. Persone ciòè che pur essendo in grado di leggere, scrivere e far di conto “si posizionano in un'area che sta al di sotto del livello minimo di comprensione nella lettura o nell'ascolto di un testo di media difficoltà. Hanno cioè perduto la funzione del comprendere, e spesso – quasi sempre - non se ne rendono nemmeno conto”.
A cui si aggiunge che il 25% della nostra popolazione non ha alcun titolo di studio o, al massimo la licenza elementare, e i nostri laureati sono circa la metà di quelli presenti nei paesi industrializzati.
Infine l’Istat ci dice che “il 18,6 per cento degli italiani – cioè quasi uno su 5 – lo scorso anno non ha mai aperto un libro o un giornale, non è mai andato al cinema o al teatro o a un concerto, e neppure allo stadio, o a ballare. Ha vissuto prevalentemente per la televisione come strumento informativo fondamentale, e non é azzardato credere – visti i dati di riferimento della scolarizzazione – che la sua comprensione della realtà lo piazzi a pieno titolo in quell'80 per cento di analfabeti funzionali……. e da qui, poi, il livello e il grado della partecipazione alla vita della società, le scelte e gli stili di vita, il voto elettorale, la reazione solo di pancia – mai riflessiva – ai messaggi dove la realtà si copre spesso con la passione, l'informazione e la sua contaminazione con la pubblicità”
Diceva Tullio De Mauro, il più noto linguista italiano, ministro anche della Pubblica Istruzione, che “più del 50 per cento degli italiani si informa (o non si informa), vota (o non vota), lavora (o non lavora), seguendo soltanto una capacità di analisi elementare: una capacità di analisi, quindi, che non solo sfugge le complessità, ma che anche davanti a un evento complesso (la crisi economica, le guerre, la politica nazionale o internazionale) è capace di una comprensione appena basilare”.
Non stupisce quindi che in Internet siano comparsi messaggi dove si svendevano i 500 euro a metà prezzo, da scambiarsi con cene in pizzeria o ricariche telefoniche e che qualcuno (un giornalista di cui non dirò il nome per rispetto) voleva vedere addirittura in questo comportamento un lodevole spirito imprenditoriale, una di quelle “I” di Berlusconi insieme all’inglese e all’informatica.
lI modo di rispondere ad una cazzata governativa con una cazzata simile di tipo giornalistico.
Se così è il livello culturale forse gli unici settori che veramente avrebbero tratto vantaggio da un finanziamento pubblico sono quelli che si rivolgono a tutti, che tutti bene o male frequentano o sono costretti a frequentare,quella scuola e quella televisione uniche realtà in grado di parlare a tutti e che, fino a qualche decennio fa, erano la principale fonte di sapere e di cultura del nostro Paese.
Dare i soldi ai diciottenni è stata un decisione sbagliata, ridicola e soprattutto inutile, qualche volta farebbe bene a tutti riconoscere di aver fatto una cazzata.