Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Questa è più facile da comprendere?
Mi scuso per la solita ingarbugliataggine che metto a corredo (spesso? a volte?) delle e nelle mie foto, come la precedente, ed ecco quale doveva essere il motivo delle “lucine”: la rifrazione solare.
Dalla brina del 5 gennaio si è passato al disgelo del 14, l’umidità notturna dallo stato solido, ghiaccio, è ritornata a quello liquido, gocce, e tutto sulla stessa pianta e alla stessa ora: l’alba.
A quell’ora il sole radente illumina il cisto, in questo caso, e tutte le goccioline che ornano le sue foglie che diventano un incredibile festone di palline colorate, bianche come l’aria, rosse come i raggi che penetrano, verdi come i pini che le coprono e blu come il cielo che sovrasta, componendo infinite tonalità di colori.
Questo è visibile alla tua iride, ma non sempre a quella (!) della macchina fotografica.
Chiudi o apri, veloce lento o velocissimo, flash (rifiuto filtri e cavalletti), provi e riprovi e a volte ritorni il giorno dopo perché il sole si muove “veramente alla tolemaica” e riflessione e rifrazione cambiano velocemente.
Non ti resta altro che ricorrere all’aiuto della tecnologia e scurire la foto fino a far apparire solamente gli oggetti più luminosi: ecco la 14!
Oggi la fortuna mi ha aiutato ed ecco il risultato.
Foto naturale, senza artifizi.
Voi cosa e come avreste fatto nel primo caso?