Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Toscana, una terra meravigliosa, dalle tradizioni civiche secolari e panoramiche spettacolari, con profili collinari dolci sottolineati da filari di abeti e cipressi, eterne icone dei luoghi e prospettive mozzafiato, monumenti e architetture uniche, dovute al genio dei suoi figli, patrimonio e vanto delle sue genti, libere e indipendenti, abituate da sempre a forgiare con le mani e le azioni, il proprio destino…
Ad ogni passo una testimonianza storica, in ogni baedeker un grand tour, che non può prescindere dalle suggestioni evocate dal suo glorioso passato.
Ogni fazzoletto di terra, gronda di riferimenti che confermano la sua grandezza ed il genio dei suoi artisti immortali, ma più ancora dei reperti storici, dei capolavori d’arte, dei tesori ed eredità delle sue età dell’oro, custodisce i caratteri e la natura di un indole umana fiera e riottosa verso ogni forma di prevaricazione, indipendente e sanguigna, sincera e burbera, provocatoria e venata da un sarcasmo ed un ironia uniche nel suo genere tra tutte le genti.
Se le glorie passate, narrano un film già concluso e la scenografia delle sue citta e dei borghi, affascinante e suggestiva, fissa in un istantanea non ancora sbiadita, ciò che è stato…
il vero tesoro e ricchezza del suo popolo, ancora attuale vibrante e vigoroso, è il carattere immutato, l’atteggiamento spavaldo e costruttivo, razionale e realista, il modo di porsi ironico e la propensione alla polemica, lo spirito critico, il dubbio e la mancanza di soggezione e referenza per qualsiasi autorità.
Il toscano è diretto e sincero, nelle critiche e nelle censure, con spietatezza analizza e giudica uomini e cose, arriva in breve al dunque senza giri di parole e con geniali sintesi dipinge e scolpisce le sue idee, descrive le sue obiezioni con improvvisi lampi del pensiero, capaci di annichilire l’interlocutore con sentenze irriverenti, quanto lucide e brillanti, affossando e aggiornando convinzioni, progetti, soluzioni che ritiene inadeguate e inefficaci…
Lo strumento di questa capacita è l’idioma particolarmente duttile e flessibile, tagliente e immaginifico, forgiato nei mille vernacoli ancora esistenti, usati magistralmente con talento e fantasia originale…
La parola, la sintassi e la costruzione grammaticale originalissime e vivaci, si avvalgono di mille espedienti per non far languire la conversazione e creare motivi di interesse, arrivando al paradosso di negare quel che si vuole affermare, dichiarare il contrario di quel che si intende palesemente scontato, per sottolineare con più forza l’assunto…
Cosi si dirà: - …e ce né uno e via!.... per affermare che ce ne sono molti, oppure riferendoci a una personalità eminente, viene spontaneo affermare: - …. e tanto lui li’ un conta nulla! … o per far cessare un azione sgradita, si affermerà perentori: - … o via giù, continua!...
Ogni contrada declina la favella similmente, ma in modo diverso ad ogni angolo di strada e persino quella che viene riconosciuta universalmente come principale idiosincrasia, cioè l’elisione della “c”, assume caratteristiche mutevoli e cangianti.
A Pisa sarà brutale e completa, a Firenze assumerà fonie aspirate che ne sottolineeranno virtualmente l’assenza, a Livorno sarà pure eliminata, interpretandone però in maniera originale la cacciata, indulgendo sui toni vocalici, calcando e modulandone il timbro, braccando l’esiliata nell’immediatezza antecedente e successiva, senza riuscire a trattenerla, diventando virtuosismi coerenti al contesto…
Per capire basta una frase esemplare: - Dè… maeee ci vaiiiii a caaaa (c omessa) aaaaa… per invitare scomodi importuni, a non insistere nelle loro attività, proponendogli, in alternativa la più salutare pratica fisiologica….