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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di - Mazzarri (Lista Boggi Sindaco)
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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Che tempo che fa - di Michele Serra
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di Fernando Bezi
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Mazzarri e Boggi (Lista Boggi Sindaco)
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Rosanna Betti
per Fiab Pisa
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
Sinistra italiana Pisa
Profughi, accoglienza: cosa avviene a Pisa.

18/2/2017 - 23:16


Profughi, accoglienza: cosa avviene a Pisa.

Lunedì 13 febbraio l'assessore al sociale del Comune di Pisa, Sandra Capuzzi, in un'audizione in II commissione ha rilanciato l’idea dell’accoglienza diffusa, basata su piccoli gruppi di profughi sparpagliati nel territorio. Questo metodo, più articolato e con diversi costi dai centri di accoglienza per il maggior numero di operatori e di strutture di cui necessita, garantisce tuttavia una migliore integrazione e, quindi, una maggiore sicurezza.

Ma guardiamo i numeri. Nella nostra provincia ci sono 1251 profughi richiedenti asilo dei quali 815 sono ospitati all’interno della cosiddetta Società della Salute della Zona pisana. Il primo dato che salta gli occhi è che, nella Zona pisana, con una popolazione di 202.774 abitanti concentrata in poco più di 570 kmq quadrati, sono ospitati i due terzi dei profughi mentre sono solo 436 quelli distribuiti nelle altre zone della provincia dove vivono circa 216.000 persone in più di 1800 kmq. Spicca tra tutti il dato di San Giuliano con 310 richiedenti asilo, un numero simile troviamo a Pisa con 314 e infine c’è Cascina che ne accoglie 111. Negli altri comuni della Zona pisana, 36.960 residenti distribuiti in circa 200 kmq, sono ospitate non più di 80 persone. Sinistra Italiana concorda sulla necessità di risolvere i problemi veri, anziché fare campagna elettorale; si concorda sull’importanza dell’accoglienza diffusa e sulla collaborazione con il prefetto, piuttosto che ostacolarlo e subirlo come sembra voler fare la nuova sindaca di Cascina.

Non possiamo non notare, in ogni caso, che anche tra gli stessi comuni amministrati dal PD c’è chi ha seguito il canovaccio dell’assessora e chi, invece, no. La sproporzione nelle presenze dei profughi tra la Zona pisana e le altre parti della provincia è palese come lo è la disparità all’interno della stessa.

È utile che si riunisca un tavolo con il prefetto e i sindaci dei comuni della provincia per passare dall’emergenza ad un’accoglienza diffusa che possa garantire, non soltanto una migliore e più facile integrazione, ma anche una maggiore sicurezza e nuove opportunità di lavoro per i nostri giovani chiamati a lavorare come operatori nelle nuove strutture. 

Fonte: Sinistra italiana Pisa
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