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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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LE SECCHIATE

26/2/2017 - 19:11

 
Sembra a tutti, o è sembrato almeno una volta nella vita, che quello che si fa è particolare, solo lui ne è capace, vuoi il fidanzato nell'amore per la sua donna, il pescatore nelle tecniche del suo sport, il cercatore di funghi nella raccolta dei suoi frutti e così, noi ragazzi di Migliarino, eravamo convinti che il nostro divertimento-scherzo fosse unico.
Si raccontavano storie di gavettoni nelle caserme, di bagni forzati in giovanili feste di addio al celibato, ma le nostre secchiate erano solo migliarinesi purosangue.
Nei paesi vicini facevano a zollate, si rincorrevano a pomodorate, si impiastricciavano a uvate, ma gli scherzi con l'acqua erano nostra prerogativa. Tutto il paese, la sera dedicata alle secchiate, era invaso da ragazzi che correvano con ogni tipo di recipiente atto a contenere l'arma di offesa. Le donne tiravano dentro i panni stesi anche se erano solo mezzi asciutti, nascondevano ogni secchio e chiudeva bene il cancellino chi aveva il giardino o l'orto recintato.
Il Bianchini, che gestiva il bar del Teatro del popolo, levava di torno tutte le bottiglie vuote accatastate dietro il cinema, chiudeva la valvola centrale dell'acqua a costo di non vendere più ponci e usare sempre gli stessi bicchieri per la spuma.
Tutte queste precauzioni paesane non impedivano certamente a noi il rifornimento dei secchi rimediati nei dintorni. Chi arrivava primo prendeva i migliori, quelli col manico robusto e che non cigolava, e si formavano le squadre.
All'inizio la lotta era fra opposti gruppi fino a quando capitava che nella coppia che si trovava nascosta aspettando un comune rivale, quasi sempre uno dei due compari, stanco di avere inoperoso il braccio e il secchio pieno, rovesciava quest'ultimo sul groppone dell'amico e si sfacevano così le compagnie.
Diventavamo tutti nemici, ognuno tirava per proprio conto e solo dopo che tutti eravamo bagnati in modo tale che più non sarebbe stato possibile, allora si ritornava al Teatro scaricando però gli ultimi secchi, non in terra, ma sul primo che passava.
Don Lelio ritornava in canonica dall'Acli e….ci rientrò bagnato, qualche vecchianese che si attardava in bicicletta, pedalò più forte negli ultimi chilometri per andare a cambiarsi la camicia alla svelta e Vando se ne prese due di secchiate perché era così grasso che la prima non gli aveva fatto niente.
Ci levavamo gli zoccoli o le scarpe per non far rumore arrivando alle spalle di qualcuno e per correre più forte e ne facevamo un mucchio davanti al bar del cinema.
Succedeva spesso che chi era stato inzuppato per primo, per dispetto, se la rifaceva con le calzature facendole sparire non si sa dove. Ci dovrebbero essere sempre degli zoccoli nascosti in qualche orto a Migliarino e ci sarebbe stato anche da verificare perché tante gronde di tante case, quando pioveva molto, traboccavano quasi fossero i canali ostruiti da "corpi estranei".
Anche la Giuliana di Scipione, una sera che tornava da Viareggio, si fermò al Teatro per salutare gli amici che aveva conosciuti al mare.
Aveva un bel vestitino celeste pallido di chiffon, corto al ginocchio e tutto svolazzante, con una bella scollatura di spalle e di pelle abbronzata. La ragazza, oltre che bella, era molto spiritosa, allegra, scherzosa tanto da rispondere a chi le diceva: "che bel vestitino!", che difatti “era bellino, ma aveva uno strano color mettituto", riferendosi alla tinta che aveva il predominio sui colori usati per dipingere o ridipingere le credenze casalinghe.
Era molto spiritosa la Giuliana ed io avevo sempre il secchio pieno…
Erano passati alcuni anni e frequentavo, non molto proficuamente e neanche molto regolarmente, una scuola per periti elettrotecnici a Pisa, il famoso “ITI”.
Il professore mi “volle” interrogare un giorno e, dopo un poco, decidemmo che era meglio smettere e parlare di altre cose: di sport, politica e la conversazione cadde sui nostri luoghi di origine. Appena venne a sapere che ero di Migliarino, si mise sulla difensiva e ritirò quell'aria di confidenza che sembrava poco prima mi elargisse.
Dovetti domandargli il perché di quello strano voltafaccia e venni così a sapere che venti anni prima lui bazzicava dalle parti di casa mia e una sera, dagli allora suoi coetanei migliarinesi forse gelosi, ebbe una tale scarica di secchiate da farlo star male una settimana. E non era neanche estate!
Che cosa avevamo inventato noi?
Ma neanche ‘r buo alle 'onche!

 

 
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27/2/2017 - 21:03

AUTORE:
F.C.

Vando fu " secchiato " mentre tentava di aprire la porta convinto di averla scampata dopo una corsa affannosa. La chiave ritardò il suo compito ma la secchiata no. La Grazia del Moro mentre passava sotto la ferrovia, stava di là, una secchiata abbassò notevolmente la sua capigliatura gonfiata. Dopo appena cinque minuti arrivò il Moro con il fucile e qualcuno forse si pisciò addosso.

26/2/2017 - 20:51

AUTORE:
Bugatti

Prima della cena della trebbia in corte Perondi si decise noi bimbetti di fa a secchiate; Ciampino prese il secchiello del mare della Pierina, Schiebo il secchio che ci governava il maiale, io 'ndedi nel pollaio di Scipone e presi un'aveggio già mezzopieno d'acqua e via.
...e credete che La Legge e Pallenere stessino li a guardà noi colle mano 'ntasca?
Renzo (pallenere) prese un bigongio nella stalla di Piero del Perondi, passò dal pozzo, tirò su un secchione d'acqua e via a rincore Leo (la legge) epperò il bigongio era peso e Leo coreva sodo e.....oimmeddio...! cori và Leo, urlava Pallenere, mi sono rovinato, ha trovato un culo di tamigiana rotto e mi sono sciagattato una gamba...ioioa...! oimmene...!
Ma, appena 'narivò a tiro coruno scatto che sembrava Zoffe, prese il bigongio dell'acqua e..scemigna in capo alla Legge.
..lo stesso dopo qualche anno lo feci a Giampiero del Masoni che aveva finito l'acqua nel groppone di Claudio, il su 'ugino.
Gni dissi: vieni va te la do io l'acqua e feci vede che la versavo nel secchio con la gomma e...appena mise piede nella fossetta...che ne dici.. l'avevo a tiro tutto sotto di me e...borda lo bagnai come un pucino.
Ecco da 'nomo serio 'ome te ummelo sarei aspettato disse Giampiero.
Mai fidassi!