Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Domenica scorsa, 12 marzo, era la giornata della pulizia della spiaggia di Marina di Vecchiano. Non potendo partecipare per problemi fisici sono andato con la bici. Avrei preferito una bella e sicura pista ciclabile, ma data la stagione andare sulla strada asfaltata non è ancora troppo pericoloso. Non entro nel merito delle piste ciclabili, anche se meriterebbe parlarne, visto che l’argomento viene costantemente ignorato.
Alla Marina la prima cosa che salta agli occhi è l’enorme numero di persone che decidono di passare la mattinata della domenica a raccogliere le brutture lasciate dal mare e da tutti i maleducati che frequentano la spiaggia e la strada di accesso. Tutti insieme come ad una festa, un grande segno di civiltà e di interesse per la natura. Lo stesso interesse che accomuna i numerosi partecipanti giunti sul piazzale per la camminata organizzata dal Nordic Walking diretti alla “marina di Torre del Lago”.
Partecipanti locali, che si sono occupati dell’organizzazione, e altri provenienti da diverse parti d’Italia, giunti con auto proprie ed con un pulman gran turismo che stazionava sul piazzale.
Segni evidenti, entrambi, del valore ambientale di quello che abbiamo, delle attrattive del nostro territorio e soprattutto delle sue potenzialità nei termini di sviluppo turistico, al momento purtroppo inespresso. Nel mondo industrializzato in generale c’è una voglia crescente di natura e il turismo naturalistico, nelle sue varie e diverse forme, appare in grande crescita. E’ un segno evidente che il senso della bellezza non è scomparso completamente dalla nostra civiltà e le statistiche dicono che sono sempre più numerosi coloro che amano staccarsi dalla città, e dalla vita in automobile, per godere la libertà della natura.
Se poi, proseguendo la passeggiata, ci capita di percorrere il viale dei Pini a Migliarino si nota che i grandi edifici della Mandria sono sempre più pericolanti. In un edificio un’altro pezzo di tetto è crollato, le recinzioni sono sempre più malridotte, gli edifici abbandonati riducono spontaneamente i loro volumi per crolli e cedimenti.
Di fronte a queste due evidenze viene spontaneo domandarsi se non sarebbe logico, ed anche produttivo per l’intera comunità, unire queste due realtà, quella della richiesta di natura e quella dell’utilizzo del nostro territorio, così prezioso, per trarne vantaggio in termini di sviluppo turistico e di posti di lavoro.
Facendo un paragone in termini economici è come se avessimo un grosso conto in banca (e il nostro territorio lo è) e ci accontentassimo di vivere solo con gli interessi bancari maturati (parcheggi). Interessi bancari che sono, quando va bene, uno scarso zero virgola per cento dell’intero patrimonio! Qualunque investitore dotato di buon senso non si limiterebbe a questa miseria.
Le amministrazioni passate non hanno colto questa opportunità. Forse perché difficile, forse perché c’è da fare i conti con una Proprietà spezzettata e spesso similmente miope, forse perché più facile limitarsi a dare un bene in gestione e partecipare agli utili. Può essere mancata anche la volontà e il coraggio di affrontare un problema così complesso e difficile o forse perché è sempre mancata la capacità di comprendere le grandi potenzialità del comune di Vecchiano. Posizione geografica felice, territorio ancora in gran parte incontaminato, fiume, lago, bosco, marina, aeroporto, città d’arte, terme, Versilia, carnevale e altro ancora. Cosa manca quindi? Quello che manca, ed è sempre mancato, sono coraggio, idee e progetti. In questo giornale, ogni tanto, compare ancora qualche stralcio del vecchio Comitato di Migliarino che, in anni passati, metteva in evidenza tutte queste possibilità non sfruttate.
La nuova Amministrazione pare non abbia ancora deciso di affrontare il problema, non abbia ancora deciso cosa fare, in effetti, del nostro territorio con un programma diverso, innovativo e preciso, capace di sviluppare tutte le sue potenzialità. Da questo punto di vista non è che l’opposizione, dopo i proclami elettorali del Grande Cambiamento, e qualche sporadico intervento di qualche logorroico Movimento, si siano mossi in qualche modo su questo terreno. Anche loro forse non si sono resi conto di questa opportunità ed invece di stimolare l’Amministrazione, di sfidarla su questo terreno, si sono mossi al ribasso, occupandosi di minuzie come la vendita di gadget fascisti o, allargando il tiro, sulla validità o meno dei Consigli di Frazione. Cose, se vogliamo, sicuramente importanti e degne di discussione, ma poca cosa in confronto di quello che potrebbe rappresentare un modello di sviluppo coraggioso e di ampio respiro del nostro territorio.
Eppure un progetto di sviluppo compatibile del nostro territorio finalizzato ad un uso turistico sarebbe un indubbio vantaggio per tutti i cittadini. Al momento attuale lo sviluppo del nostro Comune rimane indissolubilmente legato ai parcheggi della Marina, dati in gestione, ai locali in affitto stretti fra la necessità di sviluppo e i vincoli del Parco, ad una Bocca di Serchio su cui nessuno ha il coraggio di pensare a qualcosa di diverso se non a quello di occuparsi degli affitti dei pontili, nell’incertezza del suo utilizzo fra chi chiede di allentare i vincoli e chi pensa ad una sua possibile diversa valorizzazione in senso turistico, con la pesca selvaggia di cui tutti sono al corrente ma che pare nessuno mostri di vedere.
Le casette di Marina sono la testimonianza della mancanza di qualsiasi progetto di sviluppo, le piste ciclabili rimangono un sogno, l’albergo diffuso un tempo proposto non ha nemmeno iniziato il suo cammino, la Porta del Parco pare definitivamente tramontata, la caserma degli incursori di Marina rimane in attesa che qualche privato la rilevi, privatizzandola definitivamente. Rimane un territorio dalle ampie possibilità che sembra sempre più abbandonato a se stesso. Vive di inerzia, degradandosi sempre più, fino al punto in cui non sarà più possibile programmare più niente perché niente vi è rimasto di bello e utile per qualsiasi progetto alternativo.