none_o


Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Arabia Saudita
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
Dalla pagina di Elena Giordano
none_a
storie Vere :Matteo Grimaldi
none_a
Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
Le Parole di Ieri
Da Rimpannucciassi a Rinvenire

25/3/2017 - 14:26

RIMPANNUCCIASSI
Lett: nc.
Verbo straordinario, con nessun riferimento in lingua italiana, indicante il riprendersi da una brutta situazione, da un periodo di momentanea difficoltà.
Il coprirsi di nuovo con i panni, difendendosi così dalle intemperie, viene preso come simbolo di uscita da una situazione non felice, da una perdita di qualcosa di materiale.
Si, mi sono un po’ rimpannucciato!” indica un parziale recupero di beni, di cose, di denaro che per qualche ragione erano venuti a mancare.
Si usa ancora oggi ed ha una grande forza espressiva, superando il semplice concetto e fonema di “ripreso”.
 
RINCAPPELLATO
Lett: RINCAPPELLATO.
Participio passato del verbo rincappellare, presente in italiano e con il preciso significato di incappare di nuovo, di più.
E’ verbo non più in uso nel parlare corrente ma un tempo si usava soprattutto riferito alle malattie, ai comuni malanni indicando con questo il fatto di essersi ammalati di nuovo dopo una recente malattia.
L’ho rincappellata” : mi sono riammalato!
 
RINGALLUZZITO
Lett: RINGALLUZZITO. [Mostrarsi fiero e animoso come i galletti quando si preparano a combattere fra loro, o quando hanno vinto].
La definizione italiana esprime in maniera precisa il significato di questo termine, quindi non esclusivamente dialettale, tuttavia curioso ed utilizzato molto nel parlare comune per indicare la presenza di una vivacità ed una vitalità impreviste, inattese.
E’ proprio ringalluzzito!” : ha ritrovato una vitalità eccezionale! Frase contenente un senso di ammirazione per una ripresa stupefacente, superiore a quanto atteso, talvolta usato anche con una lieve sfumatura sessuale.
S’è’ ‘n po’ ringalluzzito!” ha invece il significato di prendere coraggio, rialzare un po’ la testa,  dopo un periodo non favorevole, sfortunato, con qualche difficoltà.
 
RINGHIANDOLITO Lett: nc.
Rattrappito, raggrinzito, rintorcinato, comunque rimpiccolito in maniera sgraziata.
 
RINVENIRE
Lett: RINVENIRE.
Anche nel vocabolario della lingua italiana, oltre che [ritrovare] e [recuperare i sensi], si trova il significato di [dilatarsi per acqua].
In questo senso, di far dilatare con acqua, si utilizzava rivolto alle bigongie, i recipienti dove si ammostava il vino.
Le bigongie erano grossi recipienti formati da tante liste di legno, di solito castagno, unite tra loro in cerchio e tenute insieme da file di cerchi metallici che le avvolgevano. In esse si vuotavano i panieri e i corbelli riempiti di pigne d’uva durante la vendemmia e dove venivano schiacciate con l’ammostatoio, uno strumento rappresentato da un grosso palo a fondo allargato, tipo clava, che da noi prendeva semplicemente il nome di "pigio", visto che la sua funzione era proprio quella di pigiare l’uva.   
Riposte dopo la vendemmia, con il tempo il legno delle bigongie si asciugava, si ritirava facendo loro perdere la tenuta stagna. Fra le doghe si formavano delle piccole fessure che avrebbero generato una perdita di vino. Prima di utilizzarle quindi venivano riempite d’acqua e fatte rinvenire: il legno, assorbendo l’acqua, ingrossava quel tanto da garantire una perfetta tenuta stagna in occasione della vendemmia imminente.

Foto.

Casa Coli, agosto 1936, presto sarà occupata, in segreto, dagli incursori della X° MAS guidati da Teseo Tesei.

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri