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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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CNA AREA VALDERA
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
Le Parole di Ieri
Da Ripaiola a Riscontro

9/4/2017 - 17:41

RIPAIOLA
Lett: RIPAIOLA. [Rete per pescare gamberi].
Altro nome della cerchiaia, una cerchio di legno con rete e manico che si usava per pescare lungo le rive non solo gamberi ma anche ranocchi, anguille e pesci.
Il nome cerchiaia deriva dal fatto che era fondamentalmente formata da un cerchio di legno, ripaiola dal fatto che si utilizzava dalla ripa (riva) camminando lungo il bordo del fiume o del fosso.
La ripaiola era usata principalmente per la pesca delle cee.
Le cee si cominciavano a pescare al mare a dicembre e ai ponti fino a febbraio-marzo.
La pesca iniziava al calar del sole e i pescatori iniziavano col contendersi i posti migliori. I migliori erano quelli dove c’erano sporgenze naturali e la pesca più agevole oppure dove la corrente era più forte costringendo così il pesce a passare più vicino alla riva.. Una volta sistematisi al posto la pesca poteva iniziare con il calo della ripaiola a pelo dell’acqua. Si pescava “in favore di corrente”,  essendo le cee piccole anguille che risalivano il fiume e quindi venivano dal mare. L’attrezzo veniva posizionato a pelo d’acqua, spinto per un piccolo tratto e quindi estratto per controllare il pescato.
Ogni pescatore era munito di un lume per poter osservare la rete e controllare quante cee vi erano rimaste. Solitamente era usato un lume a petrolio, quello con lo stoppaccino, e solo negli ulti tempi, prima della proibizione della pesca, da pile a batteria. La pesca alle cee era abbastanza imprevedibile perchè i piccoli pesci viaggiavano in branchi, per cui a serate con poche o nulle prede potevano alternarsi serate di grandi pescate. I pescatori erano sparsi lungo la riva  a portata di voce ed erano soliti scherzare e comunicare fra di loro banalità e notizie, talvolta spudoratamente false, sulla quantità del pescato.
Pare che in caso di serata buona, quando tutti erano occupati nel recuperare grandi quantità di pesce, sulla ripa calasse invece un lungo e significativo silenzio!
Allora la cassetta (una cassettina di legno con in fondo una retina sottile per far defluire l’acqua) si riempiva dei piccoli animali che facevano la bava, si ricoprivano cioè di una sottile schiuma bianca, segno del loro grande numero.
La pesca ora è proibita, ma un tempo era praticata da molti che vivevano lungo le rive del fiume e di notte, quando era stagione, chi si sporgeva dal ponte sull’Aurelia poteva vedere lo spettacolo di numerose piccole luci allineate lungo le rive, come una luminaria, segno ognuno della presenza di un pescatore di cee.
 
Aneddoto

 Anche Mattone era un grande e appassionato pescatore.
Una sera nella primavera del ‘57 si trovava a pesca vicino al mare e al momento di tornare gli prese la voglia di portare a casa anche un po’ di arselle. La stagione calda era ancora agli inizi, la sera calava con una certa  frescura. Non era nemmeno preparato, non aveva portato né costume né asciugamano ma non si scoraggiò: si calò i pantaloni ed entrò nell’acqua fredda del mare. Dopo un paio d’ore che pescava ritornò a riva, riprese i pantaloni e mentre si asciugava e rivestiva alla meglio si accorse, con sua grande sorpresa, di non avere più il pene: il suo attrezzo si era ritirato all’interno e nonostante i suoi sforzi per rianimarlo non voleva saperne di uscire. Accese subito un bel fuoco per scaldarsi, confidando in una facile resurrezione, ma non ottenne nessun effetto.
Tornato a casa lo scaldò nel letto, rigirandosi tutta la notte, ma lui non ne volle sapere di uscire. La mattina seguente Mattone era talmente preoccupato della mancanza che si recò di buon ora a Vecchiano, dal Dr Lupi, il suo vecchio medico di famiglia con cui aveva grande confidenza.
Il Dr. Lupi ascoltò l’accaduto, quindi lo fece sdraiare sul lettino e lo visitò dicendo di stare tranquillo, che non era niente di grave e che l’attrezzo prima o poi sarebbe uscito indenne dal suo nascondiglio.
La mattina seguente finalmente, dopo ben due giorni di angosciosa attesa, Mattone notò con grande sollievo la sua timida ricomparsa!
 
RISCONTRO
Lett: RISCONTRO.
E’ termine italiano che insieme a molti altri significati recita : [corrente d’aria tra aperture che stanno di contro].
Equivalente a spiffero: [soffio di vento che venga per stretta apertura].
Riscontri era detta anche la coppia dei finimenti che servono a legare alla sella le stanghe del barroccio.  

 

FOTO.

Mattone con in mano un bertibello con alcuni anziani sulla ripa.

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