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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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di Fernando Bezi
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Mazzarri e Boggi (Lista Boggi Sindaco)
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di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Rosanna Betti
per Fiab Pisa
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
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Dante e l'Amante

18/4/2017 - 11:10

 
In una bella mattina di primavera, esattamente 730 anni fa, il 18 aprile 1287, Dante Alighieri venne a Migliarino, allora chiamato semplicemente “Tenuta di Milliarino”, ospite di Alemanno di Jacopo Salviati per cercar conforto dalle pene d’amore per la riluttanza della bella Beatrice, sua musa in poesia e sua spina nel cuore.
Il Sommo aveva già in mente la stesura de “Vita nuova” che si rivelerà opera magistrale, di lì a pochi anni, con un sonetto dedicato appunto a Beatrice:
Tanto gentile e tanto onesta  pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
 
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.


Alla vista di una biscia nei pressi della capanna di caccia, e alla risposta della domanda di cosa fosse quel “tal rettile” tanto bello e affascinante: ”La Natrice”, Dante sussultò e ripiombò nella mestizia di chi le sembrava simile anche nel nome: Beatrice.
Presa una penna di fagiano per scrivere, un rametto di fitolacca per inchiostro e una manica della sua camicia per foglio, buttò giù questi versi:
Tanto gentile e tanto lesta pare
la biscia mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando arcuta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
 
Ella si va, sentendosi mirare,
malignamente di cangià vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da sotto la terra a pericol mostrare.

 
Poi ricadde nel pessimismo e se ne ritornò a Florentia giurando che avrebbe smesso di pensare sempre a chi non lo aveva mai guardato con quegli occhi.

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4/8/2023 - 0:32

AUTORE:
Leon

Ursus conosciamoci un attimo.
Io? Scrivo di mestiere e mi correggo di lavoro. Poi mi vendo di professione. Tu? Complimenti per le tue strofe. Davvero.
Scrivimi che ti dico una cosa

18/4/2017 - 11:30

AUTORE:
Ursus

O bella mi' Natrice
lo sai 'osa si dice?
che 'nvece di Florentia
se'ndata ad Amatrice!
Ovvia, chiama anco Beatrice
di Dante un ti curare
poi metti la radice
un po' ndove ti pare!