Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
SAGGINALE
Lett: SAGGINALE. [Gambo secco della saggina].
La saggina o sorgo (sorgum vulgare) è una graminacea usata come [pastura di bestiame o cibo di pollame]. La varietà sorgum saccharatum ha delle grandi efflorescenze con cui vengono fatte le scope o granate di saggina.
Di questa pianta viene usata solo la testa, il resto è adatto solo a farne lettiere per le bestie, come succede anche della pianta del granturco una volta privato delle pannocchie. Tutte queste parti erbacee di consistenza legnosa venivano chiamate sagginali, caratterizzati da una certa durezza, se considerate erba, ma fragili se considerate piante.
Umberto riporta un curioso aneddoto su un famoso personaggio vecchianese soprannominato Cardanata.
Aneddoto.
Cardanata, vecchianese, era un tipo robusto che amava mettere in mostra la sua forza e prestanza fisica.
Saputo che a Tombolo, nell’immediato dopoguerra, si esibivano degli americani di colore molto muscolosi ed esperti in lotta libera fece di tutto per partecipare e mettere alla prova la sua forza.
Si recò quindi in Tombolo per gareggiare ma se ne tornò sconfitto e malconcio a Vecchiano dove raccontò agli amici come si era svolta la lotta e come il nero lo avesse facilmente messo con le spalle a terra.
“Ma ‘un potevi far ponte?” disse uno che se ne intendeva riferendosi alla mossa di sollevare il busto da terra facendo appunto un ponte inarcando la schiena.
“Oh 'un lo feci -rispose Cardanata- lo feci, ma era di sagginali!”
Aneddoto.
Il famoso Giannino del Ciati di cognome faceva Baglini, era il babbo di Rava.
Aveva una forza veramente smisurata e si racconta che esibisse questa sua naturale capacità anche per vincere delle scommesse.
Si racconta che vincesse un barile di vino con la scommessa, fatta con il fattore, di riuscire a bere dalla cannella afferrando il barile per le doghe e sollevandolo in alto con le sole braccia.
In un’altra occasione ne vinse una damigiana intera riuscendo a trasportarla da solo a casa in spalla, con la bicicletta.
Tombolo fu, dopo Viareggio, la Miami della Linea Gotica, la città delle “vacanze di guerra” dove i soldati di colore della “Divisione Buffalo” della Quinta Armata americana, trascorrevano i periodi di riposo prima di essere inviati su altri fronti o di ritornare in patria. Viareggio si prestava bene perché già allora, nel 1945, era fornito di pensioni, alberghi, ristoranti, locali, campi di basket coperti che furono completamente occupati da questi "colored" scatenati, estroversi, invadenti, talvolta prepotenti e dalle numerose “segnorine” che erano confluite nella zona per allietare le loro movimentate e chiassose serate. Ben presto le risse, le ruberie, i danni e i conflitti con i gestori dei vari locali, con la popolazione residente e la Military Police si estesero per tutta la Versilia da Torre del Lago fino a Forte dei Marmi. A niente valse il tentativo del Comando di chiamare a Viareggio uno degli idoli dell’epoca, il pugile Joe Louis che si esibì per alcune settimane nel giardino dell’Hotel Royal con sparring-partner americani e italiani. Le esibizioni ebbero un successo clamoroso ma invece di placare gli animi provocarono l’effetto contrario di una generale esaltazione. Le proteste dei viareggini divennero così pressanti da rendere necessario, da parte del Comando della Quinta Armata, il provvedimento drastico del trasferimento in toto dei reparti di colore in una zona più tranquilla e lontana dai centri abitati. La scelta cadde sulla località di Tombolo, un’ampia e quieta zona di pineta fra Pisa e Livorno.
Nasce così la leggenda di “Tombolo, paradiso nero” sinonimo in Europa e in America di “bughi-bughi”, “segnorine”, “sciu-scià” ma anche di violenza, di furti, di depositi assaliti, di dancing chiassosi e sporchi ricavati nelle baracche, di feste con balli sfrenati, grandi bevute e spogliarelli globali e ammucchiate finali: una zona franca dove tutto era permesso. Proprio questo luogo viene scelto per la realizzazione di un bellissimo film di Alberto Lattuada “Senza Pietà” con la Del Poggio e la Masina, su soggetto dello stesso Fellini.
Lo stesso Lattuada racconta che durante la registrazione di una scena del film in una balera di Tombolo la moglie Carla del Poggio, bionda e bianchissima, fu invitata a ballare da un nero gigantesco. Al rifiuto della donna il nero la prese per un braccio e a strattoni la trascinò in sala dicendo “Chi credere tu essere, Rita Arivortete?”
L’intervento della troup innescò un’ enorme scazzottata che si concluse con la liberazione della donna, molto spaventata ma fortunatamente incolume.
I militari di colore della Divisione Buffalo, nonostante il loro comportamento dissoluto e talvolta criminoso, durante la guerra si erano comportati da veri eroi. Già decimati nella battaglia di Montecassino avevano visto la loro divisione assottigliarsi tanto da essere ridotta ad un solo reggimento. Tuttavia trattandosi di un reparto interamente di colore il riconoscimento del loro valore dovette attendere per oltre cinquanta anni fino al 1997 quando Colin Powel, il primo nero riuscito a salire nella gerarchia militare americana, istituì una pratica che riconobbe finalmente il loro valore. Una speciale Commissione riesaminò moltissimi documenti e cartelle personali e decise per il conferimento della Medaglia d’Oro all’unico superstite vivo, il tenente Vernon Baker , 77enne, rintracciato sulle Montagne Rocciose nell’Idaho, per aver partecipato alla presa del castello di Aghinolfi, fortezza da cui i tedeschi controllavano la Linea Gotica nel tratto del fronte versiliese.
SAGOMA
Lett: SAGOMA. [Profilo. Romano della stadera].
(Il romano era il peso che scorreva sul braccio graduato).
In dialetto con il termine sagoma si soleva indicare invece un tipo buffo, simpatico, veramente in gamba.“Se’ proprio una sagoma!” : sei proprio un tipo buffo e divertente!
La stadera era una bilancia a bracci disuguali in cui al minore era attaccato, tramite piccole catene, un piatto su cui si metteva la mercanzia. L’altro braccio più lungo era graduato e su di esso si faceva scorrere un peso chiamato appunto “romano” o “marco”. Quando la stadera era in equilibrio si leggeva il peso sul braccio graduato.
Era un attrezzo semplice e sufficientemente preciso. Lo portavano con sé tutti coloro che giravano per i paesi e portavano mercanzia che si vendeva a peso come farine, cereali, carne, mangime. Anche chi vendeva polli e conigli lo utilizzava per poterne stabilire il peso, e quindi il costo.
Il coniglio veniva naturalmente pesato vivo e se ne stava fermo fermo sul piatto, dondolando dolcemente durante la pesatura, prima di finire nella sportina della massaia.
La sporta, o sportina nella sua forma diminutiva, è definita come: [arnese come una cesta o grossa tasca o cassetta o paniera, di vimini o di giunchi, o di paglia con due manichi, per portare commestibili].
Foto.
Ballo in Bocca