Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Una foto vista alcuni giorni fa, sui principali organi di stampa, è emblematica dei tempi che corrono e delle argomentazioni radicali ed integraliste montanti nella società.
Sostenitori degli attuali indirizzi di governo e dimostranti scalmanati a favore dell’attuale amministrazione americana, con facce truci e mossi da chiare intenzioni e propensione alla rissa, mostrano cartelli in cui si sostiene che i “messaggi di odio, sono parole di libertà” …
Rivendicano il diritto di odiare, maltrattare vilipendere e neutralizzare, categorie umane, sociali e del pensiero, rifiutando la “ politically correct” in nome del diritto alla libertà di parola, con una capriola del buon senso e della ragione, talmente ovvia ed evidente, da non essere intercettata e negando diritti civili fondamentali e all’esistenza, colpiscono i target individuati, negandogli dignità in quanto colpevoli di esistere.
Intendiamoci, la cosa non è una novità, perché da sempre nei momenti critici di difficoltà, il potere riattizza i consensi, con slogan, rullare di tamburi e squilli di tromba, ricompattando la compagine nazionale, chiamando il popolo a raccolta contro capri espiatori, capaci di catalizzare il malcontento volgendolo in favore.
Quando la crisi morde più forte, le risorse scarseggiano, la miseria e la povertà incombono, il paese declina, perfino madre natura si accanisce con terremoti, alluvioni e siccità, è facile uscire dall’impasse additando presunti responsabili, incitando al linciaggio di intere categorie, accusando deboli ed indifesi, zingari e vagabondi senza dimora, minoranze etniche e religiose, dissidenti e avversari politici, di qualunque cosa.
Demonizzare ebrei, omosessuali, libertini, atei, rom, rifugiati, antagonisti politici, liberi pensatori, eccentrici originali, ma anche i malati, i disabili, le donne, gli schizofrenici, i malati di mente, non ha mai risolto situazioni problematiche, ma ha permesso al potere di consolidarsi e proliferare indisturbato….
Fornendo comodi alibi e mischiando le carte, offrendo sollievo ingiustificato e annebbiando le menti di rancore e furore iconoclasta, spingendo a persecuzioni vessatorie e a ristabilire gerarchie di comportamento, emarginazioni preventive, missioni purificatrici, vessazioni, persecuzioni, atrocità.
L’efficacia nel merito, di queste strategie e tecniche di potere è ovviamente nulla, ma rivestendo la classe al potere di una sacralità di missione per giusta causa, dell’aura di salvatori della patria, estremi anche se brutali difensori dell’ordine costituito e dello “status quo”, ne legittima le politiche ed i misfatti, rinsaldandone il ruolo.
Con parole d’ordine e slogan ad effetto, ricette grossolane, ma condivise, proprio per questo, dichiarazioni ed intimidazioni minatorie, deliberazioni unilaterali di facile immediato impatto, si persegue la formazione e di un clima sociale deteriorato, favorevole al clamore, agli eccessi, agli abusi e alle discriminazioni, usando strumentalmente grandi principi e manipolando le regole democratiche….
Odiare, discriminare e isolare per vessare, incriminare, fomentare le folle, in nome di intenti comuni, aizzandole contro nemici fasulli, obbiettivi e bersagli ideali perché indifendibili e alieni alla sensibilità comune, facili da individuare e colpire per chiunque, si risolve in una catarsi, consentendo anche a sfigati sfaccendati e mediocri nullafacenti, esimi anonimi sconosciuti e ordinari travets, di avere il riscatto di una vita incolore e omologata al grigiore del gregge, all’atto della conformazione a questi dettati.
Attaccare, denunciare, vilipendere e svilire, mancare di rispetto, offendere e odiare, detestare, crucifiggere ed eliminare fisicamente, ma anche negare una dignità e il diritto alla ricerca di una dimensione di serenità, negando il diritto all’esistenza e alla ricerca della felicità, diventa quindi lecito ed onorevole.
Rivendicare il diritto di odiare in nome della libertà, resta un paradosso inaccettabile, che diventa fattore di negazione per identità e strumento diabolico di ipocrita malafede…
Milioni di esempi potrebbero essere citati in proposito, ma credo che uno basti ed avanzi, alla causa che sto propugnando, quando ricordo che Gesu’, fu oggetto di queste attenzioni ed odiato fino alla pubblica crocifissione, ma nel frattempo, non esiste più l’impero romano, né il contesto che aveva generato quella scelta.
In compenso sono sicuro che se dovesse tornare fra noi, sarebbe oggetto delle stesse cure… e trattamento….