Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Il fronte dell'odio
Roma, 1 luglio 2017 - Tema: come cacciare il segretario del Pd eletto due mesi fa dopo primarie alle quali hanno partecipato 1.800mila persone. L’avessero dato agli esami della maturità, sarebbe stato più difficile di quello sul poeta Caproni. Perché la soluzione non c’è.
Renzi fu eletto con un consenso superiore alle attese e chi lo ha votato sapeva benissimo di scegliere al tempo stesso – e a norma di statuto – il segretario del Pd e il candidato premier del partito. In questo periodo, Renzi ha patrocinato e ottenuto un accordo con gli altri partiti principali (M5S,Forza Italia e Lega Nord) per una legge elettorale proporzionale con sbarramento, programmando le elezioni a settembre.
Qui il segretario ha commesso due errori.
Ha immaginato che Grillo resistesse alle pressioni della base contrarissima a un accordo con lui e Berlusconi. Ha sottovalutato l’istinto di sopravvivenza di centinaia di parlamentari per niente disposti a rinunciare a sei mesi di stipendio.
Il terzo errore è stato di sottovalutare l’impatto delle elezioni amministrative di domenica scorsa, in cui il Pd ha perso i sindaci di due capoluoghi simbolo (Genova e L’Aquila) e di altre 28 città importanti o significative. Ma immaginare che questo scalfisca le ambizioni e i diritti dell’uomo significa non conoscere né l’uno né gli altri.
Romano Prodi e Walter Veltroni non si riconoscono (e si capisce) in "questo" Pd così diverso da quello fondato dieci anni fa al Lingotto di Torino. Ma rappresentano essi stessi due Pd incompatibili tra loro: Prodi, un centrosinistra largo, dall’Ulivo all’Unione; Veltroni, un partito a vocazione maggioritaria, inquinato a suo tempo dalla inutile e fuorviante alleanza con Di Pietro, ma perfettamente in linea con la tradizione europea.
Il problema è che in questi anni una spaventosa crisi economica e le fatali insufficienze delle coalizioni tradizionali hanno fatto crescere un terzo incomodo fatale: il Movimento 5 Stelle, che malgoverna quasi dovunque, è stato castigato più del Pd alle ultime amministrative, ma gode tuttora di un consenso nazionale molto importante. Anche Renzi concepisce un Pd a vocazione maggioritaria: il problema è che questa è politicamente impossibile. Il segretario resta comunque al centro dei giochi.
Giuliano Pisapia è un gentiluomo, ha lasciato un buon ricordo come sindaco, ma il movimento che verrà battezzato oggi a Roma è destinato a togliere un po’ di voti al Pd senza raggiungere un livello idoneo a costituire una coalizione maggioritaria di sinistra.
Sembra nato, insomma, più per far perdere il Pd alle elezioni che non per costituire con esso una simbiosi vincente. Se non altro perché la sua politica è molto diversa da quella con cui Renzi – bene o male – ha avuto i consensi che ha avuto.
All’ondata montante di chi dice che il segretario non è idoneo a governare il Paese ("Unfit", scrisse l’Economist di Berlusconi), Renzi ha risposto ieri dicendo "fuori i vecchi capibastone e i loro protettori". E ciascuno faccia il suo identikit. Sembra non esserci spazio che per l’odio.
Basta vedere la sostanziale indifferenza con cui la sinistra interna ed esterna al Pd ha archiviato l’incredibile macchinazione giudiziaria del caso Consip.
E sull’odio non si è mai costruito niente di buono.