none_o


Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Arabia Saudita
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
Dalla pagina di Elena Giordano
none_a
storie Vere :Matteo Grimaldi
none_a
Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
none_o
Il "Movimento 5S"
di Trilussa

9/7/2017 - 12:29

A volte ci domandiamo come abbia fatto il Movimento 5 stelle ad avere tutto quel successo di consensi in così pochi anni, tanto da passare in poco tempo da uno sparuto gruppo di fans di un comico ad un partito (diciamo movimento perché del partito non ha le caratteristiche),  che gareggia per la guida del prossimo governo del nostro paese. La mia spiegazione è semplice: aggrega nel movimento tutti gli italiani che si dichiarano scontenti della politica praticata fino ad oggi, indipendentemente da chi governa o ha governato in passato. Eccetto solo chi si riconosce nelle parole crude della Lega o chi è ancora affascinato dal Grande Vecchio, tutti gli altri che si oppongono finiscono nei 5 Stelle.


Tutti tranne sparuti gruppi di una sinistra (non tanto estrema, vista la posizione del PD), condannati a non avere né un leader così carismatico da riuscire ad unire le varie anime, né alcuna possibilità di cambiare qualcosa per il loro scarso peso numerico e quindi politico.


La politica dei 5 Stelle è quella tipica delle opposizioni:

elencare le magagne del nostro paese. E non è poi così difficile elencarle, sono molte e di solito permanenti. Il problema sarà poi cercare di risolverle , e qualcuno in verità sta già pagando in popolarità (e in voti) la mancata risoluzione di molte di esse, ma di questo eventualmente si occuperanno dopo, per ora si limitano ad elencarle.


La composizione degli aderenti, o meglio dei votanti 5 stelle è molto variegata. Almeno inizialmente credo che la maggior parte sia stata rappresentata dai delusi e dagli astensionisti. Gente che per anni non è andata a votare non riconoscendosi in nessun partito (sono tutti uguali, tutti rubano, guadagnano troppo e non fanno nulla eccetera). Il Movimento è apparso a costoro come qualcosa di nuovo, di diverso, nemmeno si chiamava partito e quindi hanno deciso di schierarsi. Un modo per sentirsi comunque partecipi, dopo anni di rifiuto totale della politica.

Poi ci sono, o almeno c’erano agli inizi, molti elettori di sinistra delusi dalla incapacità e dalle promesse mai mantenute da parte di partiti inconcludenti, litigiosi, o partecipanti a coalizioni odiose, che hanno sperato in un cambiamento vero della politica italiana. Attratti da parole nuove, da nuovi e giovani volti sconosciuti e soprattutto dal principio fondamentale del Movimento, quella che è stata la loro parola d’ordine: onestà e trasparenza. Un tema,  quello dell’onestà e della moralità della vita pubblica che Enrico Berlinguer sollevò come punto essenziale della crisi del paese già molti anni fa, era il 28 luglio 1981:


I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. Per esempio, oggi c'è il pericolo che il maggior quotidiano italiano, il Corriere della Sera, cada in mano di questo o quel partito o di una sua corrente. Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le "operazioni" che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell'interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un'autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un'attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti. “
 
Non sembra cambiato molto a distanza di trentasei anni!

Poi ci sono i 500 parlamentari che hanno cambiato casacca, le discusse alleanze verdiniane, i continui litigi di una sinistra che ha incrementato di molto il suo processo disgregativo e divisivo in tante piccole formazioni che non possono che essere definite personalistiche, gli scandali e le corruzioni che un tempo erano appannaggio della destra e che, per non fare torto a nessuno, oramai si considerano di tutti. Tutto questo non ha fatto che portare acqua al loro mulino. E mentre nei sondaggi il Partito Democratico rientra nei suoi argini dopo l’alluvione Renzi, il Movimento è diventato il primo partito della Repubblica.


C’è da dire che nei loro siti c’è molta informazione ma anche tanta cattiveria. Credo che questa sia però diffusa un po’ ovunque in Rete e fa capire quanto sia cambiata la società.

Il fatalismo dei nostri nonni è morto e sepolto, la salute è diventata un diritto da pretendere (la salute, dico, non la cura, che rimane tale), la scontentezza e l’aggressività diffusa ovunque, l’onore e la dignità personale invocate oramai solo quando c’è un avviso di garanzia, la vergogna scomparsa e sostituita dalla sufficienza. Il lavoro è visto come un diritto e preteso per decreto legge.

 

Ma non lo è, il lavoro è sempre una conquista e non un diritto. Lo Stato non può garantire il lavoro, non è suo compito. Suo compito è quello di garantire ad ogni cittadino l’accesso a tutte le strutture pubbliche indispensabili alla sua preparazione culturale e professionale, per dare a tutti i cittadini la possibilità di diventare una persona consapevole, informata e professionalmente capace,  preparata a svolgere il lavoro che liberamente avrà scelto. Lo Stato dovrebbe anche favorire, attraverso le sue competenze, quella scalata sociale che da molti anni è ferma, in una società dove il figlio del medico fa il medico, quello dell’avvocato l’avvocato e quello dell’operaio fa l’operaio, se va bene, o il disoccupato, se va peggio.


Per molti cittadini insicuri, indecisi, lontani dalla politica, ignoranti e naturalmente scontenti del proprio stato forse basta una foto come quella inserita per abbracciare il nuovo credo. Ma anche per chi la politica la segue con passione non è una bella foto.

 

Pone degli interrogativi, dopo che è passata l’amarezza.  Sembra infatti un segno inequivocabile di fallimento, il segno di decenni di accumulo di privilegi personali nelle segrete stanze, di anni luce di lontananza della politica dai cittadini. Tutto questo nonostante i continui, ossessionanti, polipartitici, entusiastici proclami su quello che si sta progettando di fare, naturalmente a breve.  E se tutte queste promesse non mantenute  si associano  allo stipendio di 336 mila euro e alla pensione di 8500 euro del sindacalista, ora pensionato, Bonanni, al prelievo forzoso dallo stipendio del cittadino evasore ma non del parlamentare, ai 5.500 euro/die al giorno di Fabio Fazio, alle denunce quotidiane di Sergio Rizzo su sprechi, malapolitica e corruzione si capisce come questa novità sia vista con una benevolenza sempre maggiore, almeno per la loro diversità.


E fin qui ci siamo e si spiega il loro successo. Che poi passare dalle critiche ai rimedi sia un’altra storia non solo è logico ma è anche testimoniato dalle esperienze in essere non proprio positive di Raggi e Appendino a Roma e Torino.
 
Non ci ingannino comunque gli ultimi risultati elettorali, le amministrative, dove per vincere bisogna essere conosciuti e avere dietro soldi e  un’organizzazione collaudata. Il Movimento non è morto,  credo invece goda ottima salute. 

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

14/7/2017 - 7:18

AUTORE:
Leonardo bertelli Migliarino

.la tua libertà di pensiero e di azione è tua e nessuno te la tocca . Ma vale per te , non è scritto da nessuna parte che sia la regola . Infatti io la penso come mi pare e lo rivendico ogni volta , l 'omologazione non mi è mai piaciuta .
Per quanto riguarda le storielle di Renzi = Berlinguer e Cupello / Letta , come ha detto recentemente quest' ultimo , " il silenzio esprime meglio il disgusto e mantiene meglio le distanze "...
Comunque , così , en passant , la O va prima della H , capito mi hai ?
................................................................................

nb, mancava il titolo ed il post era andato in cancellazione e la red VdS ha preso il primo rigo mettendolo nel titolo.

13/7/2017 - 20:01

AUTORE:
Bruno Baglini, iscritto PD

Quindi se uno come me che è stato iscritto al partito di Luigi Longo, Enrico Berlinger, Alessandro Natta, Achille Occhetto, Massimo D'Alema, Valter Veltroni, Dario Franceschini, Guglielmo Epifani, Pierluigi Bersani, Matteo Renzi e nel frattempo il mio partito ha cambiato quattro nomi per non finire ad esser paragonato a Kim Jon un, unico rappresentante comunista al mondo e per il di più sugli argomenti del chi e del come è di sinistra o meno, caro Leonardo lascio volentieri alla tua giovane inesperienza a stabilire se il Partigiano Benigno Zaccagnini e la Partigiana Tina Anselmi, che purtroppo son morti e non possono essere nel PD come Guerini, Franceschini, Renzi che essendo loro ancora in vita e giovani un giorno possono anche "loro" simpatizzare come quei n°2 migliarinesi per Alfredo D'Attorre.
...e ci sta anche! mai dire mai!
Sono detti popolari come il: chi disprezza 'ompra e quello che è successo a me con Matteo Renzi che è stato ed è quello più vicino alle idee di Enrico Berlinguer che per salvare l'Italia dalle brigate rosse che ammazzarono 500 Italiani e ne azzopparono altrettanti; Enrico si alleò con Giulio con il governo della astensioni così come Matteo si è alleato ad Angelino per salvare l'Italia dagli attacchi dell'ISIS e dall'attacco speculativo se l'Italia non era governata da nessuno come piace a tutte le minoranze.
nb, la prima volta che Renzi venne a Pisa, il Baglini Bruno venne via anzitempo da quell'assemblea perché era ancora "radicalizzato" dai discorsi di Bersani e Cuperlo, Cuperlo colui che licenziò Enrico Letta.
Boia come passa il tempo....

13/7/2017 - 18:56

AUTORE:
Leonardo bertelli Migliarino

...al PPI , erede di quella che è stata la DC , ero iscritto io . Che sbadato...

13/7/2017 - 11:14

AUTORE:
Osservatore 1

...dell'ex primier Prodi, dell'attale primier Gentiloni e dell'ex segretario PD Franceschini, Renzi non è mai stato iscritto alla DC.

13/7/2017 - 6:43

AUTORE:
Leonardo bertelli Migliarino

Il punto è proprio questo , lotte interne , ma , sbaglio , o il " giovin signore della città dei Medici " propone " , anzi propaganda , un nuovo modo di far politica ? Cioè , non il suo interesse personale , come andava dicendo ieri sera da Mentana , ma del Paese . Allora qualcosa non mi torna , ma essendo " giovane e inesperto " è normale , però forse la soluzione sta proprio nella tua risposta : la DC . Ecco , essendo LUI ( come Eva Kant chiamava Diabolik ) espressione di quel mondo , la faccenda quadra..
Quindi , se permetti , " volgo lo sguardo altrove "...

12/7/2017 - 0:07

AUTORE:
Icchise-icchise-icchise-elle

...essendo giovane non sa per esperienza diretta, ma se va negli annali politici scoprirà che la DC ha governato il nostro paese per mezzo secolo con potere duale al suo interno e cioè: Fanfani segretario DC faceva cadere il governo a guida DC per divenire lui primo ministro e viceversa il primo ministro sempre espressione di quel partito al congresso faceva di tutto per far decadere il segretario politico della DC e...vissero/governarono felici per mezzo secolo ...o attaccaci mpopò un toppino!?
nb, come risposta "ansiosa" non è granché, ma per le giovani comprendogne è anche troppo; ma ti ricordo (come didattica) che i governi cadono sempre per lotte al loro interno (stai sereno Enrico) e mai un opposizione ha decretato la fine del governo in carica.

11/7/2017 - 20:08

AUTORE:
leonardo bertelli Migliarino

Quando non si hanno argomenti si mette in caciara .
Prova , se riesci , a dimostrare che quello che è scritto nell' articolo di Travaglio sono invenzione dell'autore .
Per favore , risparmiami la solita tiritera partendo da De Gasperi in giù .
A proposito , stamani ho scoperto che l' Italia è il 1° paese ad avere 2 governi , uno di facciata , Gentiloni , l' altro in divenire , Renzi .
Certo gliele ha cantate dure alla UE , peccato che quando governava non aveva lo stesso piglio , difatti ora neanche lo ascoltano ,ed è giusto , visto che non governa .
E per governare bisogna vincerle le elezioni , e qui la faccenda si fa complicata .
Attendo con ansia risposta...

11/7/2017 - 11:23

AUTORE:
XXXL

...il suffisso Renzusconi si può tirar lo sciacquone e concludere la giornata, tanto di più è difficile dare e con Travaglio che si affaccia anche sulla VdS siemo arivati disse il guercio ar ceo doppo esser colpito con la stanga all'occhio bono...e lui scese nmezzarSerchio.
...ah già, dai da bere al gatto che ha caldo anche lui.

10/7/2017 - 16:06

AUTORE:
leonardo bertelli Migliarino

E' vero , spesso ci domandiamo come ha fatto il M5S ad avere successo in così pochi anni , magari leggendo questo articolo si possono trovare alcune ragioni .
L’età della pietra
di Marco Travaglio | 9 luglio 2017

Appena il boss stragista Giuseppe Graviano, intercettato nell’ora d’aria, ha dato segni d’insofferenza e lanciato propositi di vendetta per le promesse non mantenute dai tanti che trattarono con Cosa Nostra per conto dello Stato e anche per conto proprio in attesa di farsi essi stessi Stato fra il 1992 e il ’94, nel biennio delle stragi, lo Stato non ha perso tempo e ha subito risposto. Con una sequenza di atti tutti formalmente legittimi, ma tutti impensabili fino a qualche mese fa. 1) La Cassazione ha respinto il diniego del Tribunale di sorveglianza di Bologna alla scarcerazione di Totò Riina, detenuto da 24 anni al 41-bis per scontare 15 ergastoli, invocando il suo diritto a una “morte dignitosa” nel letto di casa sua, come se fosse la cosa più normale di questo mondo. 2) Forza Italia ha chiesto formalmente agli amici del Pd di ammorbidire il nuovo Codice antimafia che allarga le maglie dei sequestri dei beni a chi risponde “soltanto” di corruzione o concussione, delitti sempre più difficili da distinguere da quelli delle nuove mafie. 3) Marcello Dell’Utri ha chiesto di tornare a casa anche lui per fantomatici motivi di salute, anche se dei 7 anni inflittigli per concorso esterno in associazione mafiosa ne ha scontati solo 3. 4) Lo stesso Dell’Utri ha ottenuto il permesso di farsi intervistare su La7 in una saletta del carcere, caso più unico che raro per un condannato detenuto per mafia e mai pentito, per definirsi “prigioniero politico” e benedire il governo Renzusconi prossimo venturo, mentre l’intrepido intervistatore lo chiamava “senatore”. 5) La Cassazione ha annullato le conseguenze della condanna definitiva di Bruno Contrada a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, in un “incidente di esecuzione” che non entra nel merito del verdetto e discute la colpevolezza, ma rende “ineseguibile e improduttiva di ogni effetto” la sua stessa pronuncia.

E così si associa a quanto stabilito nel 2015 dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, che ritiene di fatto inesistente il reato di concorso esterno prima del 1994, perché fino ad allora (quando la Cassazione si pronunciò a sezioni unite) la giurisprudenza oscillava e gli uomini dello Stato non sapevano che vendersi alla mafia era reato. Il Contrada che oggi politici, tg e giornaloni ignoranti, smemorati o in malafede dipingono come un povero martire innocente e perseguitato per un quarto di secolo dagli aguzzini in toga è l’uomo che una quarantina di giudici di funzioni e sedi diverse fino alla Cassazione, han giudicato colpevole di aver fatto per anni il trait d’union fra Stato e mafia.

Non solo per le accuse di una ventina di pentiti (le prime furono di Gaspare Mutolo davanti a Borsellino, assassinato due settimane dopo), ma pure da una gran quantità di autorevolissimi testimoni. Vari giudici raccontarono la diffidenza di Falcone e Borsellino nei confronti di “’u Dutturi”: Del Ponte, Caponnetto, Almerighi, Vito D’Ambrosio, Ayala, oltre a Laura Cassarà, vedova di Ninni (uno dei colleghi di Contrada alla Questura di Palermo assassinati dalla mafia mentre lui vi colludeva). Tutti a ripetere che Contrada passava informazioni a Cosa Nostra e incontrava boss come Rosario Riccobono e Calogero Musso. Nelle sentenze a suo carico si legge che Contrada concesse la patente ai boss Stefano Bontate e Giuseppe Greco; agevolò la latitanza di Totò Riina e la fuga di Salvatore Inzerillo e John Gambino; ebbe rapporti privilegiati con Michele e Salvatore Greco; spifferò segreti d’indagine ai mafiosi in cambio di favori e regali (come i 10 milioni di lire accantonati nel bilancio di Cosa Nostra a Natale del 1981 per acquistare un’auto a una sua intima amica). Decisivo fu il caso di Oliviero Tognoli, l’imprenditore bresciano arrestato in Svizzera nel 1988 come riciclatore della mafia. Secondo Carla Del Ponte, che lo interrogò a Lugano con Falcone, Tognoli ammise che a farlo fuggire dall’Italia era stato Contrada. Ma poi, terrorizzato da quel nome, rifiutò di verbalizzare e in seguito ritrattò. Quattro mesi dopo Cosa Nostra tentò di assassinare Falcone e la Del Ponte all’Addaura.

Ora quest’uomo verrà risarcito dallo Stato con soldi nostri per i 10 anni trascorsi in carcere, riavrà a spese nostre la pensione di dirigente della Polizia che gli era stata revocata, oltre al diritto all’elettorato attivo e passivo (potrà votare e anche essere eletto). Ma non solo: tutti i condannati per concorso esterno, da Dell’Utri in giù, chiederanno lo stesso trattamento, cioè di salvarsi dalle conseguenze di sentenze anche definitive e tornare alla vita normale, magari anche in Parlamento, da sicuri colpevoli del gravissimo reato che hanno inoppugnabilmente commesso. Se qualcuno avesse ancora bisogno di prove sulla trattativa Stato-mafia avviata 25 anni da alcuni carabinieri del Ros e tuttoggi in pieno corso, è servito. Bisogna proprio avere l’anello al naso per non notare la repentina, vomitevole regressione all’età della pietra dell’antimafia, quando Cosa Nostra ufficialmente non esisteva o era solo un’accozzaglia di rozzi e incolti professionisti della violenza senza complici nelle istituzioni, nella politica, nella finanza, nell’imprenditoria, nelle professioni, nella Chiesa: i “concorrenti esterni” che le hanno garantito due secoli di vita e potere, come a nessun’altra organizzazione criminale al mondo.

Il tutto avviene all’indomani del 25° anniversario dell’assassinio di Falcone e a pochi giorni da quello di via d’Amelio, costata la vita a Borsellino e ai suoi angeli custodi. Ora, con buona pace della Corte di Strasburgo che la mafia non l’ha mai vista neppure in cartolina, e della nostra Cassazione che invece dovrebbe saperne qualcosa, il reato di concorso esterno non è un’invenzione: è sempre esistito, come il concorso in omicidio, in rapina, in truffa, in corruzione ecc. Nel 1875, quando la Sicilia aveva una Cassazione tutta sua e la mafia si chiamava brigantaggio, già venivano condannati i suoi concorrenti esterni agrigentini per “complicità in associazione di malfattori”. Nel 1982 la legge Rognoni-La Torre creò finalmente il reato di associazione mafiosa (art. 416-bis del Codice penale) e subito dopo, nel 1987, il pool di Falcone e Borsellino contestò il concorso esterno in associazione mafiosa ai colletti bianchi di Cosa Nostra nella sentenza-ordinanza del maxiprocesso-ter. Poi bastò che finissero nei guai alcuni potenti, tipo Contrada (condannato), Carnevale (condannato in appello e assolto dai colleghi della Cassazione), Dell’Utri (condannato), Cosentino (condannato in primo grado) e compagnia bella, perché i loro concorrenti esterni nel Palazzo e nei giornali strillassero al reato inesistente, confuso, fumoso. Idiozie che fortunatamente quasi mai trovavano cittadinanza nei tribunali, nelle corti d’appello e in Cassazione.

Invece ora, all’improvviso, con le minacce di Graviano dal carcere e le larghe intese dietro l’angolo, si può dire e fare tutto. Anche mettere nero su bianco che uno stragista con 15 ergastoli sul groppone non deve morire in carcere, ma a casa sua. Anche sostenere, restando seri, che un superpoliziotto, già capo della Mobile e della Criminalpol a Palermo e poi numero 3 del Sisde, non sapeva che incontrare e favorire i boss, farli fuggire, avvertirli dei blitz dei colleghi (tutti ammazzati), restituirgli il porto d’armi, fosse reato: lo scoprì solo quando glielo disse la Cassazione a sezioni unite in un altro processo. E allora si battè una mano sulla fronte: “Cazzo, a saperlo per tempo non avrei lavorato tanti anni per la mafia prendendo lo stipendio dallo Stato! Ma non potevate dirmelo prima?”.

Questa vergogna senza eguali viene contrabbandata per “garantismo”, mentre scava un fossato ormai incolmabile fra diritto e giustizia, fra regola e prassi, fra imputati di serie A e di serie B, fra potenti e poveracci, fra ricchi e poveri. A furia di depenalizzare reati gravissimi, agevolare prescrizioni, allargare immunità, regalare franchigie ai soliti noti, è sempre più difficile accettare le sentenze di una giustizia forte coi deboli e debole coi forti. Il mese scorso un tizio di Palermo che aveva rubato un pezzo di formaggio in un supermercato di Mondello s’è beccato 16 mesi di galera senza la condizionale: cioè finirà in galera. E quelli che per anni (entro e non oltre il 1994) hanno venduto lo Stato alla mafia la faranno franca l’uno dopo l’altro. Si spera almeno che chi plaude o tace su questo schifo, il 19 luglio ci risparmi le solite corone di fiori in via d’Amelio. E abbia il coraggio di fare sulle tombe di Borsellino e Falcone ciò che fa di nascosto da 25 anni: sputarci sopra.
Articolo tratto dalla sez. GIORNALI della Voce

9/7/2017 - 22:03

AUTORE:
Bruno Baglini Migliarino

....quindi l'uomo qualunque Grillo Giuseppe ha avuto tutte le ragioni per far quello che ha fatto in passato, ma la disamina fatta da Trilussa è datata ormai e anche quando sostiene "grillescamente" non tenete conto di queste ultime elezioni perché...
L'uomo qualunque ha successo nei momenti di crisi nazionali e ancor di più se sono di carattere europeo o mondiale che si assommano.
Nei tre anni del governo Renzi l'Italia ha avuto dei successi che Berlusconi dimessosi per insuccesso, così come il governo Monti-Fornero sostenuto da Bersani (che disse: non voglio vincere per poi governare sulle rovine di Berlusconi) ed oltre Bersani e Letta suo vice il governo Monti fu votato da Fassina, D'Attorre, Brunetta, Meloni, Fontanelli e l'immancabile Verdini.

Ad onor del vero nelle ultime proiezioni in elezioni di livello nazionale davano i 5s vicini al 40% e quindi fu di stimolo al Grillo nel dire: se perdo mi dimetto e nei seggi con presidente e scrutatori il conto fu del 25% all'm5s. Mentre al partito di Renzi, il PD, i sondaggisti lo davano il 25/28% ed alla conta regolare invece poi risultò il 41%.

Apriti cielo, "maccome...luili guasi da solo ha vinto!"
D'alema, Bersani e quelilì che poi brindarono la sera del 4/12/16 gridarono vendetta perchè "la ditta" non era più affar loro.

Se Trilussa dice che possono vincere i 5s per il prossimamente nonostante l'acclaramento delle loro grandissime insufficienze (vedi Parma) e vedi anche Di Maiol che si arrabatta sbattendo 'nquaellà come un bussolo perso in galleria...quando arrivasse (dio ce ne scampi e liberi) a confronto con la sig.ra Anghela Merkel, Justin Trudeau, Donald Tramp, ed il nuovo Presidente francese Emmanuel Macron che per vincere in quattro balletti ha copiato Matteo Renzi e il Di Mail per aprir bocca bisogna che senta prima il comico smesso.....oimmena via...basta vai!
bona

9/7/2017 - 15:10

AUTORE:
gio'

Basta!

Ora dico basta 1

Da italiano e da elettore del centro sinistra!

COME ITALIANO, dico che non se ne può più di partiti politici che approfittano della condizione di privilegio, per tutelare nella migliore delle ipotesi, solo interessi di parte, senza tener conto dell’interesse generale del paese.

Sub A) Lo dico al centro destra inquinato da conflitti di interesse che la dicono lunga sull’approccio che ha con il potere… tentato da fughe dalla realtà avventuristiche e plebiscitarie, nostalgie pericolose e strategie disinvolte.

Sub B) Alla Lega che si rivolge demagogicamente ad una parte del paese, e specula su catastrofi e paure alimentando tensioni e inquietudini, fomentando divisioni e alzando steccati.

Sub C) Al M5 stelle che ha illuso milioni di persone con la speranza di una svolta annunciata e di una discontinuità con il passato, senza avere le competenze, la volontà, la forza per farlo, rivelandosi velleitario e nulla più…..

DA ELETTORE DI SINISTRA

Mi rivolgo a tutti gli esponenti delle mille anime dell’area, delle sensibilità più diverse e controverse, partiti, movimenti, associazioni, circoli, salotti, congreghe, dopolavoro, sindacati, cooperative, correnti di pensiero e orientamento. ( a tutti significa proprio a tutti, PD COMPRESO)

PER DIRE loro, fatela finita!... cosi ci tradite!....
per calcolo o per strategia, questioni di principio o di antipatia personale, opportunità spicciole e massimi sistemi, riuscite per l’ennesima volta a dividervi, accapigliarvi, concludere in rissa e dilapidare un capitale di consenso, tradizioni ed eredità storiche, aspirazioni e speranze, buttando tutto alle ortiche e consegnando il paese al vero avversario!

PRIMA DI TUTTO, occorre sbarrare il passo all’avversario antagonista della destra, ai populismi, alle derive nazionaliste, autoritarie, al privilegio ed ai sovranismi… alle pulsioni egoiste e razziste, isolazioniste e plebiscitarie….


Accordarsi su pochi punti qualificanti di un programma ispirato da valori solidali e istanze di giustizia sociale, non appare, ne è impresa proibitiva…

Soprassedere a litigi, capricci e dispetti, o anche sgambetti, reciproca antipatia, storici dissapori, pubblici scontri, divergenze o aspirazioni, per quagliare un minimo consenso a tutela e beneficio del paese, appare doveroso.

Il contrario, dimostrerebbe oltre ad una recrudescenza della sindrome di Tafazzi, l’indisponibilità e l’indifferenza per le sorti del bene comune, oltre che degli ideali di progresso e uguaglianza e giustizia, e autorizzerebbe a sospettare come realistici, i disegni ipotizzati di future commistioni innaturali ed accordi sorprendenti… post-elettorali…

Sacrificando istanze di giustizia sociale, progresso civile, benessere e sicurezza economica, uguali opportunità e solidarietà ad intese firmate a tavolino in incontri discreti e trattative opache---

Rompere il tabù dell’incomunicabilità e scissionismo nucleare senza fine, di attori che non sopportano la reciproca presenza, primedonne velleitarie e vanesie (chi vuol intendere intenda) o litigano sulle sfumature, incapaci di una qualsiasi sintesi, deve diventare la prima priorità per tutti….

Il resto sono chiacchiere,

dall’esito di quanto scritto, i futuri equilibri politici del paese nei prossimi decenni!

Perciò dico a tutti i protagonisti, alle comparse in cerca di visibilità, ai pasdaran ideologici, alle pasionarie/i ideali, ai puri e duri, ai navigati funzionari, come ai lucidi interpreti di realismo e aggregatori di compromessi, ma anche a Renzi e organigrammi di “magiche cerchie gigliate”,

ORA è IL MOMENTO DI QUAGLIARE INTESE, STENDERE PROGRAMMI, RITROVARE MOTIVI AGGREGANTI, TORNARE UNITI A DISPETTO DI SE’ ED I MA’, DIMOSTRARE SENSO DI Responsabilità E SACRIFICIO PERSONALE, INDICARE PRIORITA’ E LA STRADA AL PAESE…..


A volte penso di essere un bischero fuori del mondo, ingenuo e sciocco a credere ancora nei miracoli, ma di sicuro è peggio non avere più neanche le speranza e la forza di sognare a occhi aperti!