Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Ho quattro nipoti, una ha scelto di votarsi all’assistenza sanitaria, laureandosi infermiera professionale, dedicandosi con passione e generosità d’animo al prossimo; un altro sta per laurearsi in informatica, abbracciando direttamente il futuro, preparandosi ad affrontarlo nel modo migliore; il terzo asseconda i tempi grami, dedicandosi al fitness, alla cura del corpo, in palestra come trainer e lavorando part time in un call center, dove viene tiranneggiato dal boss e subisce continui taglieggiamenti del salario, con le scuse più astruse.
L’ultima si è diplomata e si guarda intorno perplessa, per orientare il suo avvenire, in un panorama desolato, che offre poche opportunità e che spinge molti ad espatriare…
I giovani sono il futuro, l’unica vera grande risorsa del paese, il nostro oro nero, sono creativi, fecondi, coraggiosi, curiosi, sperimentatori, non hanno deferenza per le realtà sedimentate, non temono le novità, rompono gli schemi, introducono mutazioni rivoluzionarie, fanno bene e con più energia ogni cosa, costituiscono il catalizzatore dello sviluppo non solo economico, ma culturale, sociale, scientifico.
Sono una riserva contro la staticità deleteria, l’immobilismo funzionale allo status quo, costituiscono la molla di ogni progresso, in quanto insofferenti di rendite e privilegi, fautori di rinnovamento, capaci di slanci e proiezioni ideali, possono e devono progettare il futuro di tutti, con precognizioni e spirito visionario, scevro da incrostazioni e concezioni superate, visioni del mondo obsolete, staticità e inerzia della società.
Dovendo crearsi uno spazio, dinamizzano l’intero sistema, costringendolo a maggior efficienza, in una gara che coinvolge tutti e obbliga ad aumentare qualità e performances con enorme beneficio dell’intero sistema paese.
Perché allora facciamo di tutto per ostacolarli?
A cominciare dalla crisi demografica, dovuta alle difficoltà della natalità, non a caso tra le più basse negli indici del confronto nelle graduatorie internazionali.
L’ Italia è il paese immobile per eccellenza, con il minor ricambio ed accesso a nuovi ceti sociali, i senior si aggrappano come patelle allo scoglio e non concedono spazi, persino l’innalzamento dell’età pensionabile, gioca a sfavore dei più giovani, esclusi dal mercato del lavoro.
Mi è capitato di assistere ad una scenetta surreale ed insieme paradigmatica della realtà attuale italiana, quando mi sono imbattuto in un cantiere stradale dove vecchi decrepiti e bolsi, meritevoli di quiescenza, si arrabattavano intorno a macchinari moderni, con aria esausta e sfinita, mentre vigorosi e aitanti giovani, li osservavano indolenti, non per propria colpa, appoggiati alle caprette che delimitavano l’area di lavoro.
Nel mondo delle professioni, gli albi, sono in realtà sbarramenti che ritardano l’accesso delle nuove leve, taglieggiandole e sfruttandole, costringendole a lavorare gratis e pretendendo tangenti, nei momenti focali di passaggio, spegnendone velleità e ardori, corrompendone vitalità e fiducia nell’integrità e nelle prospettive di incidere in maniera significativa, sul proprio destino.
Privata di energie fresche, esuberanza giovanile, capacita di innovazione e fantasia, talenti, risorse e intuizioni, passione e speranza, visione e progettualità, coraggio e irriverenza per il paludato sistema dei padri, non a caso il nostro paese non si evolve ed incancrenisce i problemi senza risolverli.
In qualunque altro paese, si introducono sistematicamente novità, anche sbagliando, e si correggono strada facendo gli errori, si aggiusta il tiro, si fa tesoro dell’esperienza per migliorare e affinare le soluzioni o escluderle, scegliere le alternative, perfezionarle e studiarne di nuove, in un processo virtuoso che si autoalimenta e consente nuove sperimentazioni che alla lunga sono benefiche per tutti.
Il nostro paese, invece monitora i problemi, individua le soluzioni, allarga la polemica ai vari attori interessati, consente la difesa degli interessi partigiani di pochi, difende le rendite di posizione, strumentalizza politicamente le opzioni, la butta strumentalmente sul piano ideologico, filosofico, facendo ostruzionismo e melina, solleva polveroni che al confronto le tempeste di sabbia del Sahara, assomigliano a flatulenze neo natali, poi fa calare la cappa del silenzio, per esasperazione e sfinimento, infine tutto resta come prima, aggravando le cose.
Il nostro non è un paese per giovani, oppure si può anche dire che è un luogo per vecchi, in ogni caso una disgrazia e una iattura cui va prestata massima attenzione, e trovato al più presto un rimedio efficace; questa è la vera tara e spada di Damocle, cornucopia di tutti i nostri problemi, presenti e a maggior ragione futuri.