Nei suoi numerosi articoli sulla storia del territorio, Franco Gabbani ha finora preso come riferimento, personaggi o avvenimenti storici, inquadrandoli nella cornice degli usi e delle norme dell'epoca.
Questa volta prende spunto da situazioni e argomenti curiosi, spigolature come le chiama.
Al di là dei fatti precisi, quello che colpisce particolarmente, è il linguaggio usato nei documenti, non solo formale e involuto, come da sempre ci ha abituato la burocrazia, ma spesso anche di difficile comprensione, esplicitando l'evoluzione continua della lingua e dei termini.
Riprendo l’argomento del mio commento all’articolo della VDS del 26 luglio,“Vecchiano, blitz dei Carabinieri: arrestato pericoloso latitante” e chiedo a codesta Redazione, se possibile, di dare adeguata divulgazione al problema esposto brevemente nel commento citato, che sta assumendo aspetti allarmanti. L’accorato appello che il Parroco di S. Frediano ha rivolto ieri sera alla fine della Messa Vespertina mi ha confermato nel proposito, già presente, di contattare codesta Redazione, da sempre impegnata nel dare visibilità alle urgenze del nostro territorio.
Il fenomeno del vandalismo e del comportamento fuori controllo di gruppi di giovanissimi che nelle ore serali e notturne imperversano per le vie di Vecchiano, con pesanti atti di disturbo, danneggiamento e comportamenti che si spingono oltre la normale vivacità e tendenza alla trasgressione propria dell’adolescenza ( ma qui si tratta anche di bambini ancora in età scolare), ha raggiunto livelli preoccupanti, complice il silenzio di tutti , o quasi e l’impunità che ne deriva per questi ragazzi: il gruppo, o meglio “il branco” agisce con protervia e irrisione a ogni accenno di richiamo o reazione da parte delle “vittime”, istaurando un meccanismo di tensione e disagio, che si riassume nella timore che la ritorsione peggiori le cose. Ne consegue la mancanza di una adeguata azione di contrasto che favorisce l’aumento del degrado del rapporto di convivenza e, effetto molto più grave, della crescita di una generazione per la quale un futuro già incerto rischia di scivolare verso forme di pericolosità sociale. La letteratura di molte discipline è ricca di analisi e teorie sui problemi dell’adolescenza,dal conflitto generazionale al bisogno di autoaffermazione, ma è sufficiente anche l’esperienza comune per valutare quanto sta accadendo e avvertire la necessità di intervenire, da parte delle autorità preposte ( ci sono state svariate denunce e due esposti firmati da molti cittadini), ma anche da parte dell’opinione pubblica. Fino a oggi l’indignazione generalmente si è manifestata limitandosi a scuotere la testa, con frasi di biasimo e rassegnazione. Apparentemente “nessuno sa e nessuno vede”, pericolosa china verso un comportamento di impronta omertosa e di comodo, come se un tale problema non riguardasse l’intera comunità e il suo futuro, prossimo e remoto. In una visione sia pure sommaria del fenomeno in questione, non si può ignorare che questi sono i “nostri” ragazzi, quelli che noi curiamo e educhiamo (I CARE) in famiglia, a scuola, nel contesto civile di appartenenza e non si può sporgere accuse verso di loro che non includano il ruolo degli adulti in tutte le sue peculiarità.
Grazie per l’ascolto, con i saluti più cordiali