Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Onestamente pensavo che la Spagna fosse diversa, né avevo un’immagine romantica, ma ormai datata, sedimentata ed obsoleta, legata a stereotipi superati da tempo dal paese, me la immaginavo polverosa, sotto un sole implacabile, satura di colori forti e caldi, alla Gaudì, il rosso della passionalità, del sangue che scorre caldo nelle vene e a Pamplona anche nelle strade, dove migliaia di giovanotti arrivati da tutto il mondo, si cimentano con baldanza, contro i tori, liberati nei vicoli stretti, mescolando sudore e coraggio, sfrontatezza e incoscienza giovanile.
Scorrere vermiglio, in arene accaldate, allegoria di contorsioni del pensiero in sanguigni resoconti stile Hemingway, in rievocazioni ancora vive e pulsanti, celebrate in riti ancestrali, accorrendo al richiamo della corrida, in cruente prove di coraggio, a las ”sinco de las tardes”, con annessa barbarie antico retaggio culturale, sempre più difficile da accettare, ma indubbiamente legato a valori di coraggio e malintesa fierezza di genere.
Canti gitani in Andalusia, esternare ritmi sincopati, struggenti melodie, frutto originale dell’incontro e della fusione di innumerevoli popoli.
Le muchachas dalle forme generose, pelle olivastra e capelli nerissimi, opime di pizzi neri ricamati, esibirsi nella danza, brandendo ventagli come armi di difesa, mentre suonatrici di nacchere sinuosamente provocanti, adeguano le movenze alle esigenze di quegli strumenti, o ballerine altere di flamenco, irrigidirsi in posture ieratiche con rapidi movimenti e cambi di passo…
Immaginavo il giallo, carico di seduzioni luminose e di calore, vibrante simbolo sempiterno di vita, cordialità ed accoglienza, inclusione e generosità d’animo, inclinazione a godere delle gioie della vita, e simbolo di disponibilità e vicinanza e schiettezza e sincerità di indole…
Sicuramente qualcosa di questo non consunto retaggio, o forse molto, ancora resiste furoreggiando in altre aree iberiche e non sarà difficile ai cultori, trovare angoli dove se ne celebrano i riti e spesso i fasti, ma quello che ho visitato in questo mese agosto, poco prima dei recenti fati luttuosi, è un paese moderno ed efficiente che guarda al futuro con ragionevole speranza e ottimismo, confidando nelle sue risorse e qualità indiscusse.
La Spagna di oggi, è un paese modello, che sa adeguarsi alle contingenze, adattarsi alle crisi, reagire alle difficoltà, trasformarsi in perenne competizione con sé stessa e il mondo, con solide tradizioni, antiche istituzioni, tradizionali devozioni in un mix di contraddizioni, che ne fanno un caso ed un modello unico ed irripetibile.
Atterro per uno scalo intermedio a Barcellona El Pratt, e rimango stupito dall’eleganza delle architetture dell’aeroporto, dall’organizzazione impeccabile, dall’efficienza teutonica, mitigata da gentilezza d’animo e cortesia latina, coesistenti in un popolo fiero e orgoglioso della sua identità e prerogative.
Il confronto con l’Italietta odierna è impietoso, non tanto per le strutture avveniristiche, i progressi infrastrutturali, economici, sociali, rapidissimi, la pulizia e la razionalizzazione delle scelte, la burocrazia agile e preparata, la competenza della classe dirigente, o la tutela e valorizzazione delle bellezze naturali o la cura dei siti storici, ma per la determinazione di progredire ancora, la volontà di migliorare, l’ottimismo di fondo, la voglia di superarsi, che animano l’intera società…
Quello che balza all’occhio attento e fa impressione è l’atteggiamento diverso nelle aspettative, la sicurezza e la fiducia nei propri mezzi e capacità di gestire il futuro, con accortezza e lungimiranza, capacità di visione e di progetto. concretezza aliena da ritardi e ripensamenti che non siano dovuti a reale revisione delle opportunità per manifesto superamento.
Gli spagnoli si sentono sicuramente in grado di gestire ogni contingenza, hanno fiducia nella ragione, e poi hanno la movida, un modo di porsi positivo, una luminosità nello sguardo dei chicos e delle chicas dagli occhi neri, che la dice lunga sulle loro prospettive e purtroppo anche sulle nostre! .... a ta proposito vedi la reazione della folla quando urla in piazza non ho paura!
(claro que si!)
Si svegliano presto, nonostante vadano a letto tardi, perché hanno fame di vita e dopo una giornata di lavoro proficua, cenano tardi la sera, indugiano nei piaceri della conversazione, poi a mezzanotte inizia in tutto il paese la movida, l’arte dell’intrattenimento, del gioco, della seduzione, per ballare, cantare, flirtare, conoscere gente, imperversare nella vita notturna, trasgredire e godere della compagnia dei propri simili, intrattenersi e perdersi nei piaceri della vita...
Vivere e non lasciarsi scorrere la vita addosso! Ecco il segreto che muove la Spagna!... tutto qui!... semplice e geniale intuizione, ma difficile da mettere in pratica!
A Palma di Maiorca, ci attende un altro aeroporto simile al primo, forse solo un po’ più piccolo, ma non di molto, e ancora una volta mi viene naturale il paragone con Peretola, asfittica e inadeguata, sdrucita e stanca, ma anche Pisa San Giusto, ne esce a pezzi e con loro l’immagine del “Bel paese”.
Pare un altro mondo, attività frenetiche e una macchina che gira impeccabile, che fa comprendere come anche tanti italiani scelgano queste mete, non solo vacanziere, trasferendosi di fatto, in un paese culturalmente omogeneo, avvertito molto vicino, ma senza le eterne piaghe del bel paese.
La mafia è un fenomeno di importazione, esiste ma come strumento logistico della casa madre italiana, che ha piazzato qui le retrovie, gli alloggiamenti, le salmerie e si limita ad una presenza strumentale e marginale, senza avere la pervasività e l’onnipresenza, le complicità, le coperture e le solidarietà che ha in Italia.
I livelli della malavita organizzata sono fisiologici, la corruzione sotto controllo, non ha il carattere patologico e universale, né l’aura di inevitabilità oltraggiosa e arrogante, che ben conosciamo, permette di perseguire gli interessi comuni, e fare scelte coerenti nel pubblico interesse, non viziate da opacità e sordide intese.
Ristoranti, negozi, hotel, servizi al pubblico e di informazione, dislocati in maniera razionale e ordinata senza lasciare nulla al caos, all’improvvisazione dell’ultimo minuto, forieri di confusione e inefficienze, commistioni e conflitti di interessi, rende piacevole il soggiorno ai residenti, semplificandone l’esistenza e soddisfatta e favorevolmente impressionata, la massa della clientela estera ed il turista tipo.
Aggiungiamo la disponibilità, la gioia di vivere, la gentilezza, la propensione all’amabilità dei rapporti, la naturale curiosità verso gli altri, le strade pulite, la cura dei particolari e dei dettagli, le rose curate negli sparti traffico, i rampicanti sui muretti di contenimento, la compostezza e lealtà della gente, che si sente tutrice degli ospiti, consapevole dell’importanza della risorsa economica del turismo, ma non solo per calcolo e convenienza, non considerandoli soltanto polli da spennare, e si capisce come, questa terra, abbia scalato in pochi anni, la vetta del turismo internazionale, surclassando il nostro paese, per attraibilità, e appeal, dando maggiori garanzie di soddisfazione ed affidabilità.
L’hotel prenotato, a Magaluf, vera enclave inglese a Maiorca, è un sogno a quattro stelle, facendo parte di una estesa catena, nota per le tradizioni di accoglienza, dispone di ampie hall luminose e linde, circa 500 rooms dotate di ogni confort, una mega piscina attrezzata e animata da personale giovane, cordiale e qualificato, ascensori rapidi che fanno scordare gli oltre otto piani, ristorante gigantesco, cucina internazionale, champagne in ghiaccio per tutti, già alle otto, a colazione.
Io approfitto e godo di ogni possibilità offerta e non accetto obiezioni dai compagni di viaggio, sullo champagne, visto che a quell’ora, c’è chi ingurgita senza batter ciglio, fagioli rossi con salsicce in umido, o wurstel e crauti, frittatoni enormi, con bacon e uova fritte e altre amenità e delizie della cucina internazionale.
Perciò cerco di approfittarne già la prima mattina, ancora con gli occhi gonfi, iniettati di sangue, per gli stravizi della nottata precedente, quando ci ritroviamo nella hall e grugnendo e borbottando ci dirigiamo verso l’enorme e splendente sala da pranzo, all’ingresso della quale è inevitabile individuare l’ambito tesoro di bollicine frizzanti ad aspettarti.
Lo interpreto subito come un saluto di benvenuto, o di buona giornata e io sono persona educata, non posso evitare di rimanere indifferente all’elegante bouquet di moet chandon assortiti, tenuti in ghiaccio in un enorme secchiello, offerti a tutti gli ospiti convenuti, obbligati a passarci a fianco.
La prima cosa che ho pensato, è stata quella di fermarmi ed abusarne indecentemente, la seconda, come fare a non farmene accorgere dai due cerberi, pasdaran entrambi salutisti astemi che mi accompagnano.
La terza, ma sono le otto?... chi beve champagne a quest’ora?... sono pazzi!... ancora a stomaco vuoto, c’è il rischio di ubriacarsi!
La quarta, categorica risoluzione mi fa formulare il proposito di approfittarne comunque… lo bevo io! Si, proprio cosi, io lo bevo! … voglio vedere chi avrà il coraggio di fermarmi!
La quinta, se fossimo in Italia ci sarebbe la ressa! .... liti per la fila, con qualcuno che proverebbe a infilarsi le bottiglie in tasca, pianti dei bambini in sottofondo, liti coniugali e con la suocera!... invece qui, solo compostezza e di tanto in tanto qualcuno che sorseggia pacatamente.
Inizio la deviazione della traiettoria, per farla collidere casualmente con il tavolo della cuccagna, spingo fuori i carrelli e i flap di atterraggio planando casualmente sul ghiaccio, allungo il braccio verso il vassoio dei bicchieri da riempire, velati nel cristallo raffreddato, giro con noncuranza gli occhi per verificare la libertà del campo da giovincelli inopportuni, e quando manca pochissimo all’impatto, una vocina impertinente e stridula mi fa’
:- ….. zio, non penserai di bere a quest’ora voglio sperare! ..... guarda che lo dico a mamma!... ed io come Giuda o Caino,…. che va più di moda…
: -Perché? … ti ho dato questa impressione?...
e correggo rapidamente la rotta per il bancone del caffe’, del tè e delle orzate!
Naturalmente ho optato sempre per colazioni meno esotiche, caloriche e discutibili, preferendo il classico cappuccino, croissant, succhi di frutta e spremute a volontà…. Ma i più giovani e coraggiosi accompagnatori e sperimentatori, hanno preferito anche tapas, cholos, burritos, ricoperti di cioccolata calda alla fontana che la distribuiva, ma anche frati interamente ricoperti, omelette ripiene con contenuti non identificati, fino a bestemmiare in senso figurato, approfittando di frittate di tutti i tipi, riempite di vellutate marmellate e creme di cioccolato varie.
La tappa successiva è a Playa Mayor, una quindicina di chilometri dalla base, usando il taxi, ma volendo raggiungibile anche agevolmente con il bus, frequente e puntuale.
La spiaggia è raggiungibile dall’abitato con una strada pedonale breve ed elegante, che immette direttamente alla location, non tanto grande ma di notevole impatto per l’acqua cristallina, pulita, non eccezionale come certe località sarde, ma sicuramente bella, bisogna arrivare presto per trovare posto, gli ombrelloni sono in legno e paglia intrecciata, modello standard sull’isola e gestiti dalla municipalità con stesso costo, ovunque 16 euro, con due sdraie comprese.
Ne approfittiamo subito per il primo bagno reale, non metaforico nelle emozioni ed è fantastico, con l’acqua pulita e limpida che permette di vedere il fondo, e a tratti di bellezza mozzafiato, là dove per profondità o riflessione della luce, variano i colori con divere cromaticità dei toni di saturazione.
I riflessi delle increspature in superficie, invitano a immergersi e pare impossibile in quel paradiso, sottrarsi all’imperativo di nuotare sott’acqua senza sforzo alcuno, in un’orgia di piacere e sollecitazioni sensoriali che inondano la coscienza, facendo dimenticare quisquilie insignificanti, ed esigenze primarie del tipo ricordarsi di respirare ogni tanto.
Io di solito restio, rimango in acqua, non voglio più uscire, mi rifiuto e non do ascolto ai richiami, anche se nella postura classica di chi non sa nuotare, piego le ginocchia assecondando il dondolio delle onde, rendendomi ridicolo e perfettamente consapevole del fatto, insisto in quell’atteggiamento…
tanto chemme frega, nessuno mi conosce! …. o no! .... sento parecchi turisti, parlare in italiano….
Dopo le performance natatorie, occorre disimpegnare gli obblighi sociali con gli altri vacanzieri del gruppo, un po’ di lettino, qualche foto di rito e negli angoli rocciosi dove un’acqua cobalto, irrora di spume bianchissime la spettacolare scogliera, poi ancora bagno, fino a mezzogiorno, quando raggiungiamo il “Pellicano beach” uno dei ristoranti con magnifica veranda sul mare prospicenti alla spiaggia.
Qui non fosse altro per il panorama meraviglioso, tutto è più buono, vengono serviti piatti vari ed assortiti, impeccabili, anche se cucinati a 50 metri dal mare e a buon prezzo.
Non riesco a capire cosa mi frulla per la testa fin quando non realizzo, che ancora una volta il derby, è a favore della Spagna, considerando la compostezza e l’eleganza dell’ambiente, l’educazione delle persone, che in Italia, sarebbero state più sbracate e disinvolte, creando quella promiscuità forzata che può diventare spesso sgradevole.
Ottimo pranzo, 80 euro in tre, quindi spiaggia, bagni, sole fino alle 17. Quando i nipoti scalpitano per rientrare e prepararsi per la notte rovente della movida.
In realtà avevano di nuovo appetito, ma non intendendo tornare al Pellicano beach, ormai bruciato, per la loro sete di scoperta, né cenare di nuovo in albergo, al costo di 16 euro, complessivi cadauno, potendo scegliere quel che si vuole!... vogliono avere il tempo per individuare un locale adatto e diverso.
Eh, no!... perché spendere poco per mangiare bene, quando si può tranquillamente spendere di più?...
io li strozzerei, ma sono giovani, e certo alla mia età non avranno di queste voglie!... e meno male che gli ho dato retta, non privandomi di li a poco, di un ‘esperienza culinaria esaltante!
Prenotano al “Mundo” distante solo un paio di chilometri dalla base, che avremmo potuto fare anche a piedi, considerando che è vicino al barrio principal de la movida.
Il locale è famoso per la paella ed è stato scelto per questo, prima però antipasti, polpo alla gallega delizioso, branzino allo champagne, cioè alla crema di… cocktail maestoso di scampi freschissimi con cremine sapide ed appetitose.
A me naturalmente vietano tutto quanto, per il livello dei trigliceridi, giunto ormai a quota 700, ma io protesto talmente che mi viene alla fine concesso, oltre all’onore di pagare il conto, di farmi portare una ciotola di fantastico formaggio locale, con cilindri di carotine tagliati grossolanamente da inzuppare, che divoro in quattro secondi netti.
A scanso di equivoci ordino io la paella di pesce e sono il primo ad essere servito dal simpatico cameriere, curioso di vedere come andava a finire il titanico scontro di volontà contrapposte!
Signori parla la …. Paella, preparata vicino al tavolo, con sapienti colpi di mestolo perfezionando la cottura sul posto e viene scodellata dalla pentola bassa, direttamente nei piatti, in un tripudio di pesce, crostacei, bivalve di ogni tipo, arselle molluschi, e chi più ne ha più ne metta!
Ora posso dire di aver mangiato paella, ANCHE PERCHE I DUE CERBERI, erano troppo DISTRATTI A MANGIAR LA LORO porzione, PER OCCUPARSI DI ME… mentre il cameriere consiglia, ammonisce, avverte e ci avvisa delle scelte inopportune anche se controproducenti… inutile la frittura, dopo gli altri piatti sarebbe superflua, meglio non ordinarla, rischieremmo di non toccarla!
Sorbetto, una spettacolare crema catalana mentre brucia, deliziosa al palato, un altro oggetto non identificato per la nipote, quindi, molto soddisfatto: - Puedes ABER LA CUENTA? O qualcosa di simile, che viene però immediatamente inteso!
All’uscita ci viene offerto “el chupito” finale, il tutto alla modica spesa di… 92 euro… in tre…
Nei giorni successivi, visitiamo le spiagge di “cala comptesa”, Iilletes, vicinissima all’altra, playa Furnell completamente rocciosa, Magaluff dedicata alla movida e alla vita notturna, ES TRENC paradisiaca, cala Agulla, cala Gran, cala Esmeralda, tutte bellissime, raccolte, attrezzate, con servizi impeccabili e comode da raggiungere, con mare turchese trasparente, bassi fondali, spiagge finissime, eccetto cala Furnell rocciosa, e un po’ asfittica, carente di servizi, ma dai bei panorami, e dall’acqua che fa venir la voglia di berla sul serio.
Su tutte troneggia ES Trenc, estesa di sabbie bianche per chilometri, acque sabbiose da urlo, con bassi fondali, e l’unico neo, la distanza da Magaluff, 80 km o un’ora di taxi e gli scarsi servizi, che consigliano portarsi un ombrellone e il frigo con i viveri al seguito…
Clima disteso, molti turisti, ma tanto spazio, e molto vicine, raggiungibili a piedi altre due spiagge trasgressive, ES Pregons uno e due, simili se non migliori della principale, frequentate dai nudisti, numerosi ovunque.
Non di rado in ogni spiaggia, sono presenti torme di ragazze in topless, o single discrete e disinvolte e a loro agio, come chi le osserva d’intorno, fingendo indifferenza, senza particolare scandalo, semmai con naturalezza, ed è anche questo un segno del cambiamento e dell’evoluzione dei costumi.
Concludendo, anche se potrei scrivere ancora cento pagine, QUE VIVA ESPANAAAAA!
FOTO: Malaguf