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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
CONFEDERAZIONE COBAS -PISA
TORINO/CATALOGNA

2/10/2017 - 13:14

TORINO/CATALOGNA: DUE VOLTI DI ORDINARIA REPRESSIONE CONTRO I MOVIMENTI DI OPPOSIZIONE SOCIALE E L’ESPRESSIONE DELLA RIBELLIONE POPOLARE 
 
Questo fine settimana è stato denso di avvenimenti: in Italia, a Torino, le proteste dei soggetti antiliberisti e anticapitalisti del movimento NO Global contro l’ennesima riunione del G7 , duramente represse dalla polizia in assetto antisommossa, con una violenza che è ormai l’ordinario strumento di confronto del governo con le forze sociali; in Spagna, più precisamente in Catalogna, la mobilitazione per il referendum indetto dal governo catalano al fine della consultazione popolare sull’indipendenza della regione. 
In entrambi i casi, la risposta alle istanze popolari è stata quella del manganello: ovviamente sono molto diverse le dinamiche politiche e sociali in gioco, ma si può rintracciare un elemento comune in entrambe le situazioni.
Le mobilitazioni, le proteste, le rivendicazioni delle manifestazioni contro il G7, da una parte, e quelle legate al processo di consultazione popolare per l’indipendenza della Catalogna hanno come obiettivo comune i governi che hanno adottato politiche iperliberiste, che hanno provocato in questi anni impoverimento, tagli ai servizi sociali pubblici, compressioni salariali e pensionistiche, riduzione drammatica dell’occupazione, aumento esponenziale delle spese militari a detrimento degli investimenti nell’istruzione, nella sanità, nei trasporti, investimenti nelle grandi opere inutili e dannose per ambiente e territorio anziché risorse per la manutenzione e la cura dell’assetto idrogeologico, e molto altro ancora.
Gli esponenti dei paesi più industrializzati, cioè dei governi al servizio degli interessi delle multinazionali e dei grandi gruppi industriali e finanziari, si sono riuniti a Torino per discutere l’individuazione e l’applicazione di nuovi provvedimenti in materia di lavoro per introdurre ancora più flessibilità e precarietà, eliminare i residui diritti sindacali e sociali, abbattere le ultime garanzie costituzionali che ancora resistono nella legislazione europea: le manifestazioni avevano perciò come scopo la contestazione di quei governanti che continuano a imporre politiche antipopolari che favoriscono esclusivamente gli interessi aziendali e padronali. L’estensione ed il potenziamento di legislazioni come quella del jobs act in Italia e in Francia, che puntano a distruggere contratti nazionali e ad aggirare la mediazione sindacale, non possono che suscitare reazioni negative da parte di chi subisce gli effetti nefasti di questi provvedimenti (cioè: lavoratori e lavoratrici, precari e non, giovani disoccupati, migranti): anziché reagire brandendo il manganello, governi sedicenti democratici dovrebbero ascoltare le parti sociali e rivedere i disastrosi provvedimenti che hanno impoverito enormi fasce sociali, invertire le politiche di austerità e di smantellamento dello stato sociale, mettere in discussione i trattati capestro che creano una gabbia europea che impedisce politiche economiche espansive e favorevoli alle classi popolari.
In Catalogna, pur in una situazione completamente diversa, la reazione del governo spagnolo guidato dal popolare Rajoy è di chiaro stampo neofranchista: le richieste del governo e del popolo catalano, colpito dalla crisi economica e dalle politiche liberiste europee, sono suscitate dalla cappa opprimente delle politiche europee e del governo centrale spagnolo, che impongono sacrifici intollerabili ai popoli e alle classi lavoratrici di tutto il continente. Non entriamo nel merito del contenzioso giuridico tra governo centrale spagnolo e quello autonomo catalano, tuttavia ci schieriamo senza se e senza ma contro la politica repressiva del governo Rajoy che pensa di poter risolvere gli enormi problemi politico-sociali, addensati sulla Catalogna, con il manganello fascista che richiama all’inquietante passato franchista.
La repressione contro i movimenti antiliberisti, in tutta Europa, è il volto violento dei governi liberisti che si appellano strumentalmente al rispetto della legalità, mentre generalmente tollerano (quando non sono addirittura collusi con) comportamenti corrotti e perfino criminali. Questo è il tratto comune del liberismo dominante: una storia di ordinaria repressione contro qualsiasi manifestazione di libertà e di opposizione al potere dominante.
 
CONFEDERAZIONE COBAS -PISA
www.cobasconfederazionepisa.it





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5/10/2017 - 13:32

AUTORE:
Cittadino 2

Caro Maini se fosse facile farsi sentire da chi comanda il mondo (e tutti gli uomini sulla terra) non ci sarebbe bisogno di manifestazioni. Sarebbe la stessa politica che saprebbe intervenire in anticipo. Ma la finanza mondiale ci rende schiavi e gli ultimi sono sempre meno ascoltati. Se poi, persone come lei, gradiscono lo status quo (buona pensione? nessun problema nè finanziario nè di salute, buon per lei!). Ma per molti non è così. Non resta che andare in piazza a protestare.Pacificamente sventolando le bandierine? Se lo immagina che servizio al telegiornale!?
Si goda la sua pensione e faccia pure le sue critiche, ma cerchi di guardare oltre la sua situazione personale, c'è gente, molta, che non ha voce.

5/10/2017 - 9:57

AUTORE:
Riccardo Maini sempre residenta a MdA

Egr. sig. Bertelli nella mia vita ho partecipato una sola volta ad una manifestazione politica in strada, rimasta fortunatamente nei limiti della assoluta correttezza .
La mia forma mentis non può assolutamente accettare che manifestazioni definite pacifiche degenerino in attacchi alla polizia con lanci di pietre e fuochi d'artificio, in macchine incendiate, in vetrine distrutte. Questa per me è vergognosa inciviltà da cui i COBAS dovrebbero prendere le distanze e condannare pubblicamente questi gesti sconsiderati.
Tutto ciò non avviene, perché?, per trovare visibilità, bisogna essere aggressivi , ferire e mandare in ospedale una decina di poliziotti che preferirebbero sicuramente starsene a casa, bisogna far vedere di essere più forti dello Stato e quindi più danni si fanno, più feriti si assommano più pubblicità a costo zero si ottiene. Questa per me è solo aggressività demenziale.
Le istanze si portano avanti in modo democratico rifiutando categoricamente la violenza.
Pubblicare foto e gesta di questi delinquentelli , a mio personale parere, è evidenziare atti di persone che non sono degne, sempre a mio modestissimo parere, di alcuna attenzione e considerazione.
Molti comunicati di carattere politico , ma come sempre posso sbagliare, che vengono mandati alla Voce del Serchio, mi risulta che non vengono pubblicati. Forse e ripeto forse per problemi di spazio o forse di contenuti poco corretti politicamente o forse per scelte redazionali, quindi ritengo che, in questa circostanza, vi fossero le condizioni per scegliere una linea diversa di comportamenti.
Rispetto ovviamente le scelte del direttore, ma non le ho condivise. Poca cosa !!

4/10/2017 - 20:02

AUTORE:
leonardo bertelli Migliarino

Mi par di capire che il sig. Maini sia disgustato dalle foto , e posso , anche se non concordo , capirlo , più che dal resto .
Sul contenuto del comunicato , sui temi toccati nel comunicato , mi riesce difficile non essere daccordo con i Cobas . Sono istanze che , a vario titolo , portano avanti anche partiti di sinistra e sindacati confederali .
Come ben espresso nella risposta della redazione , dipende dalle proprie idee e da che parte sei schierato . Bene la pubblicazione , sempre meglio sapere , e discutere , che nascondere...

2/10/2017 - 16:32

AUTORE:
Riccardo Maini sempre residente a MdA

Credo di aver dimostrato in tantissime circostanze la mia personale antipatia nei confronti del boy scout, del pinocchietto, dell'arbitro di serie C, del fiorentino gigliato, Renzi.
Credo di non aver mai superato i limiti della sana satira toscana e del genuino sfotto' non certo paragonabile a quello di Crozza, che di Renzi ha fatto un suo disgraziato oggetto di derisione.
Quello che per me è inammissibile, inconcepibile è che quattro squallidi contestatori possano permettersi atteggiamenti e comportamenti come quelli successi a Torino.
Non posso per questo condividere la scelta del direttore della Voce del Serchio di pubblicare il comunicato della CONFEDERAZIONE COBAS-PISA dal titolo TORINO/CATALOGNA con relative fotografie.
Personalmente se fossi stato il direttore avrei avuto molti dubbi sulla pubblicazione del comunicato, ma, comunque, avrei assolutamente censurato quelle immagini che definisco vergognose, offensive e volgari.
Ho avuto censurato dai vari redattori articoli che in confronto al comunicato cobas potevano essere paragonabili a favole per bambini, ma rifiutare un tale documento avrebbe messo in dubbio la credibilità/indipendenza di quella che io ho chiamato alcune volte L'UNITA' della Valle del Serchio.
Rischierò di essere etichettato fascista o estremista o illiberale ma ritengo che la manifestazione torinese non è stata “duramente repressa dalla polizia in assetto antisommossa, con una violenza che è ormai l’ordinario strumento di confronto del governo con le forze sociali”, ma secondo le norme che il governo detta. In tali circostanze io sto con la polizia.
Purtroppo di fronte a questi fatti non riesco a stare zitto; mi permetto di alzare nei confronti dell'intera redazione della VdS un cartellino rosso, anche se credo, anzi ne sono convinto, che questo non comporterà per nessuno di loro problemi morali o esistenziali, ma la soddisfazione di esprimere il mio forte dissenso per quanto fatto lo voglio manifestare.
La democrazia e la libertà di parola è un sacro diritto/dovere di tutti noi, ma un segno di indipendenza e di autonomia giornalistica, di cui il giornale si vanta non avrebbe fatto male applicarla, ma questo è solo un mio personale pensiero, che purtroppo credo condiviso da pochi.
Il troppo alcune volte stroppia.

Redazione.
Il Giornale pubblica quello che riceve cercando di dare voce a tutti, con i limiti che questo comunque comporta, ma la valutazione di quanto pubblicato rimane, necessariamente, dipendente dalle valutazioni personali di chi legge.
La redazione quindi concorda con Maini sulla volgarità di alcune delle foto allegate (e quindi tolte), ma ritiene di non esprimersi sul contenuto derivato da una visone del mondo (e della politica dei cosiddetti Grandi) ben diverso a seconda delle proprie opinioni politiche. C'è chi si schiera da una parte e ritiene indegne queste manifestazioni (a volte le foto sono allegati necessari per avere visibilità), e chi invece dall'altra ritenendole necessarie per manifestare il proprio dissenso ad un certo tipo di politica.