Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
TORINO/CATALOGNA: DUE VOLTI DI ORDINARIA REPRESSIONE CONTRO I MOVIMENTI DI OPPOSIZIONE SOCIALE E L’ESPRESSIONE DELLA RIBELLIONE POPOLARE
Questo fine settimana è stato denso di avvenimenti: in Italia, a Torino, le proteste dei soggetti antiliberisti e anticapitalisti del movimento NO Global contro l’ennesima riunione del G7 , duramente represse dalla polizia in assetto antisommossa, con una violenza che è ormai l’ordinario strumento di confronto del governo con le forze sociali; in Spagna, più precisamente in Catalogna, la mobilitazione per il referendum indetto dal governo catalano al fine della consultazione popolare sull’indipendenza della regione.
In entrambi i casi, la risposta alle istanze popolari è stata quella del manganello: ovviamente sono molto diverse le dinamiche politiche e sociali in gioco, ma si può rintracciare un elemento comune in entrambe le situazioni.
Le mobilitazioni, le proteste, le rivendicazioni delle manifestazioni contro il G7, da una parte, e quelle legate al processo di consultazione popolare per l’indipendenza della Catalogna hanno come obiettivo comune i governi che hanno adottato politiche iperliberiste, che hanno provocato in questi anni impoverimento, tagli ai servizi sociali pubblici, compressioni salariali e pensionistiche, riduzione drammatica dell’occupazione, aumento esponenziale delle spese militari a detrimento degli investimenti nell’istruzione, nella sanità, nei trasporti, investimenti nelle grandi opere inutili e dannose per ambiente e territorio anziché risorse per la manutenzione e la cura dell’assetto idrogeologico, e molto altro ancora.
Gli esponenti dei paesi più industrializzati, cioè dei governi al servizio degli interessi delle multinazionali e dei grandi gruppi industriali e finanziari, si sono riuniti a Torino per discutere l’individuazione e l’applicazione di nuovi provvedimenti in materia di lavoro per introdurre ancora più flessibilità e precarietà, eliminare i residui diritti sindacali e sociali, abbattere le ultime garanzie costituzionali che ancora resistono nella legislazione europea: le manifestazioni avevano perciò come scopo la contestazione di quei governanti che continuano a imporre politiche antipopolari che favoriscono esclusivamente gli interessi aziendali e padronali. L’estensione ed il potenziamento di legislazioni come quella del jobs act in Italia e in Francia, che puntano a distruggere contratti nazionali e ad aggirare la mediazione sindacale, non possono che suscitare reazioni negative da parte di chi subisce gli effetti nefasti di questi provvedimenti (cioè: lavoratori e lavoratrici, precari e non, giovani disoccupati, migranti): anziché reagire brandendo il manganello, governi sedicenti democratici dovrebbero ascoltare le parti sociali e rivedere i disastrosi provvedimenti che hanno impoverito enormi fasce sociali, invertire le politiche di austerità e di smantellamento dello stato sociale, mettere in discussione i trattati capestro che creano una gabbia europea che impedisce politiche economiche espansive e favorevoli alle classi popolari.
In Catalogna, pur in una situazione completamente diversa, la reazione del governo spagnolo guidato dal popolare Rajoy è di chiaro stampo neofranchista: le richieste del governo e del popolo catalano, colpito dalla crisi economica e dalle politiche liberiste europee, sono suscitate dalla cappa opprimente delle politiche europee e del governo centrale spagnolo, che impongono sacrifici intollerabili ai popoli e alle classi lavoratrici di tutto il continente. Non entriamo nel merito del contenzioso giuridico tra governo centrale spagnolo e quello autonomo catalano, tuttavia ci schieriamo senza se e senza ma contro la politica repressiva del governo Rajoy che pensa di poter risolvere gli enormi problemi politico-sociali, addensati sulla Catalogna, con il manganello fascista che richiama all’inquietante passato franchista.
La repressione contro i movimenti antiliberisti, in tutta Europa, è il volto violento dei governi liberisti che si appellano strumentalmente al rispetto della legalità, mentre generalmente tollerano (quando non sono addirittura collusi con) comportamenti corrotti e perfino criminali. Questo è il tratto comune del liberismo dominante: una storia di ordinaria repressione contro qualsiasi manifestazione di libertà e di opposizione al potere dominante.
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