Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
A Mario.
Del Bobo, indimenticato migliarinese cacciatore pescatore burbero e generoso, viene ricordato un suo lapidario commento sulla commestibilità di quello che lui cacciava: “uccello che vola fa bene alla gola”.
A Humer.
Io e te non scenderemo mai ai livelli dei “partecipanti” alle sezioni di destra della Voce del Serchio dove l’importanza è far prevalere quello che tu pensi e che deve essere, per forza, la verità.
La Natura è uguale per tutti, non ha filosofie, visioni, comprensioni personali: è per tutti la stessa “religione”.
Prendiamola come è, usiamola, godiamola, rispettiamola senza opprimerla e devastarla.
Il pettirosso, simbolo della dolcezza e della fragilità, non è il “mio” pettirosso, ma sta con me.
Questo il seguito della mia/sua storia che almeno tu hai compreso:
dopo un giorno di riposo, ieri ho riaperto la porta all’uccellino che si è stiracchiato ed è volato fuori abbastanza bene e qui un altro piccolo dramma. Una pallottola alata è partita dal giardino del mio vicino ed ha colpito in pieno il “convalscente” facendolo rotolare e vanificare le cure. L’aggressore era un altro pettirosso che non voleva intrusi nel suo territorio, chiamala dolcezza! Un’altra giornata di cure e stamani di nuovo libero, ma dal fondo del campo!
Una riflessione: o se il “mio” pettirosso non fosse quello del vetro ma quello “geloso” che non avevo ancora visto?
Un pensiero: non occorre avere le mani vellutate per dare dolci carezze.