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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
Il Diario di Trilussa
Lo stato barbaro-Conservazione passiva

13/11/2017 - 19:27

Il Diario di Trilussa
Era il 2007, l’anno della nascita del giornale, e Trilussa pubblicava i primi articoli di fondo. Sono prima della crisi economica, del problema grave dell’immigrazione, della chiusura delle frontiere in Europa, della crisi della Grecia. Sono vicini nel tempo ma sembrano lontani per il modo di affrontare i problemi, che in gran parte sono rimasti i soliti, alcuni in parte risolti, molti ancori insoluti se non peggiorati. Alcuni si riferiscono a casi di cronaca del tempo, ma sembrano mantenere una loro validità riguardando comunque problemi di ordine generale.


Gli articoli vengono pubblicati come furono scritti, con i segni grafici necessaria all’impaginazione. Il giornale era appena nato, aveva suscitato molta curiosità ma aveva ancora poche visite e molta incertezza sul suo futuro. Anche con questi intendiamo celebrarne i dieci anni di vita.
 
LO STATO BARBARO ( 4.10.2007)
Se un paese, una nazione, si dovesse giudicare dal comportamento dei propri cittadini, noi in Italia saremmo messi piuttosto male.<br>
Non bastavano i delinquenti, idioti, stupidi, incivili, vili, squallidi personaggi che hanno incendiato mezza Italia questa ultima estate. Che hanno distrutto migliaia di ettari di bosco per motivi infimi che andavano da avere un metro di pascolo in più per le pecore a quello di essere chiamati a spengere l’incendio da loro stessi provocato, fino alla soddisfazione di avere semplicemente il “proprio” incendio con collegamento TV.<br>
A me sembrava già sufficiente per catalogare il nostro paese come in gran parte incivile e porsi il problema del perché di tutto questo e cominciare a domandarsi a cosa fare, seriamente, per costruire cittadini più civili, più istruiti, più consapevoli e meno malati nella testa.<br>
Questo ultimo episodio mi ha però fatto capire che non avevamo ancora toccato il fondo. <br>
Parlo dell’uccisione per avvelenamento degli orsi del Parco Nazionale d’Abruzzo fra cui l’orso Bernardo divenuto simbolo del Parco e molto amato da tutti gli abitanti, tanto da aver fondato un Club che con piccole quote risarciva i contadini dai danni che questo procurava loro.<br>
Amato non da tutti comunque, perché qualcuno la pecora riempita di stricnina la deve pur aver confezionata. Anche due lupi hanno trovato la stessa sorte per aver mangiato la stessa pecora.<br>
Ora uno si deve domandare il perché di tutto questo e cercare di trovare delle scusanti all’operato di questi che il ministro Pecoraro Scanio ha definito delinquenti. <br>
Pare che siano sicuramente dei cittadini esasperati dai danni che gli orsi arrecavano loro e arrabbiati probabilmente per la lentezza con cui venivano risarciti. E questo è grave poiché chi deve convivere con danni alla proprietà dovrebbe avere la solidarietà completa e rapida di chi è deputato al risarcimento. Tuttavia un tale atto travalica il semplice danno ambientale per proiettarsi in quello più importante della inciviltà della nostra società.<br>
E’ tutto quello che ci circonda, il clima che respiriamo tutti i giorni leggendo giornali e ascoltando la Tv, che stimola questi episodi, che suggerisce questi comportamenti in cui il rispetto non trova più posto. Rispetto per le persone e rispetto per le cose. Lo dimostrano il comportamento dei politici in Parlamento con le frequenti risse, verbali e fisiche, fra maggioranza e opposizione, il comportamento delle tifoserie avversarie con atti di vandalismo e di sicura delinquenza, l’altissimo numero di cause civili spesso per motivi futilissimi, la perdita del buon senso, la perdita dei normali rapporti di buon vicinato. Tutto è motivo di scontro, tutto si cerca di risolvere personalmente. Il vecchio “te lo faccio vedere io” impera.<br>
E’ un segno di mancanza dello Stato, di mancata presenza delle Istituzioni, della latitanza di regole del vivere civile. Mancano soprattutto gli esempi luminosi, la serietà, l’integrità morale. Anzi quelli che arrivano alle cronache sono devastanti. Per lasciare riposare un po’ il povero Mastella pensiamo a quel Presidente di regione che fermato dai vigili perché aveva fatto un chilometro contromano in autostrada, tira fuori di tasca non la patente, richiesta dai vigili, ma il tesserino da parlamentare. Si è scusato, ma doveva essere subito cacciato, per dare un esempio, anche uno solo, di serietà.
Sono tutti segni di imbarbarimento della nostra società a cui bisognerebbe al più presto cercare di porre in freno per non decadere in una civiltà selvaggia e individualista, dominata dal denaro e dal potere dove il rispetto e il merito non vengano più considerati come valori fondanti ma solo come inutili e dannose, e forse anche stupide, caratteristiche dei deboli e dei perdenti.
 
CONSERVAZIONE PASSIVA (15.10.2007)
In riferimento alla discussione che si è sviluppata proprio su questo giornale fra il presidente del Parco Lunardi e il vivace e spesso polemico lettore a firma Pippo, sulla definizione, o meglio sulla distinzione fra “conservazione attiva” e “distruzione passiva” ho deciso di prendere una posizione molto personale sull’argomento e coniare anche un nuovo termine.<br>
E’ un termine intelligente, me ne rendo conto, un colpo di genio che mette tutti a tacere, che sbaracca il campo, che pone finalmente fine alla diatriba: sono per, e sostengo la: CONSERVAZIONE PASSIVA!<br>
Proprio così, “conservazione” affinché niente venga distrutto o modificato in quanto parte della storia del territorio e “passiva” perché altrettanto niente venga costruito in più di quello già esistente. <br>
Il concetto mi sembra molto chiaro.<br>
Perchè quell’aggettivo “attiva”, diciamo la verità, appare un po’ pericoloso. Sembra contenere infatti, pur nella sua estrema brevità, qualcosa di perverso. Come una formula magica che una volta pronunciata faccia aprire tutte le porte, come nel caso di Alì Babà e i quaranta ladroni, o faccia magicamente avverare tre desideri come il famoso Genio della lampada.<br>
Se invece lo togliamo di mezzo, e lasciamo solo “conservazione”, o , ancora meglio aggiungiamo a scanso di equivoci e errori di interpretazione “passiva”, siamo a cavallo.<br>
Con la conservazione impediamo che tutto cada a pezzi e, con l’aggiunta intelligente di  “passiva”, soffochiamo qualunque appetito speculativo, impediamo qualunque desiderio di ampliamento e, per dirla in un parola “congeliamo” l’esistente.<br>
Perché il futuro, e chi non se ne accorge è miope, sarà proprio nella CONSERVAZIONE dell’esistente. Il futuro sarà nei e dei luoghi meglio conservati, dove il saggio amministratore avrà impedito l’arrivo in massa di persone, bloccato il turbinio delle automobili, escluso la banda larga, il Wireless. Accessori utili e forse anche  necessari alla nostra vita moderna ma che vanno tenuti lontani da alcuni luoghi magici per non degradare, dequalificare, impoverire, trasformare e distruggere l’equilibrio sempre più a rischio del nostro ambiente aturale.<br>
Il turismo stesso in alcuni luoghi è dannoso. Abbiamo riferito già di Uluru, la montagna sacra degli aborigeni Australiani. Stavolta usiamo le parole di un grande scrittore e viaggiatore Tiziano Terzani, scomparso prematuramente pochi anni or sono:<br><br>

 
<i>Che brutta invenzione il turismo! Una delle industrie più malefiche! Ha ridotto il mondo a un enorme giardino d’infanzia, a una Disneyland senza confini. Presto anche nelle vecchie e remote capitali asiatiche sbarcheranno a migliaia questi nuovi invasori, soldati dell’impero dei consumi e, con le loro macchine fotografiche, le loro implacabili videocamere, gratteranno via quell’ultima naturale magia che lì è ancora dovunque”</i><br><br>
 
<b>Trilussa</b>
 
 
Foto.

Rava sul barchetto
 

 
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