Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
La foto che vedete pubblicata oggi è la famosa cena in cui si decise di far nascere un giornale online che comprendesse, oltre il paese di Migliarino, tutto il bacino del fiume Serchio. C’erano anche le mogli di alcuni di noi perché quella a cui stavamo partecipando non appariva come una vera e propria “fondazione”, ma come una semplice cena fra amici. A quel tempo, infatti, si era tutti amici (politicamente parlando, per il resto lo siamo ancora!) perché il maggior partito di sinistra non si era ancora diviso e Renzi era ancora uno sconosciuto che aveva partecipato alla Ruota della Fortuna con Mike Buongiorno e si apprestava a concorrere alla candidatura di sindaco di Firenze contro Giovanni Galli.
Non sapevamo esattamente cosa stavamo facendo ma avendo alcune cose da dire sulla gestione del nostro territorio, e soprattutto per dare il modo anche ad altri di dirle, pensavamo che questa fosse una possibilità e un’opportunità. Il discorso di farne un bar virtuale era del nostro direttore e noi ne eravamo convinti, ma non sapevamo se la cosa poteva durare.
Molti sono infatti giornali online che aprono i battenti e che con la stessa velocità li chiudono: o perché nonostante gli sforzi non hanno visite, o perché i redattori sono pagati e i conti alla fine del mese non tornano, o perché acquistano una troppo precisa posizione politica e quindi prima contestati e poi, più semplicemente, boicottati e dimenticati. Su richiesta del nostro direttore, un giornalista professionista che sapeva bene dove e come mettere le mani, la prima cosa fu quella di registrarlo al Tribunale e per motivi pratici fu scelto Arezzo che costrinse ad una prima trasferta autofinanziata. Ora eravamo un giornale con tutti i crismi della regolarità.
Sulle sue caratteristiche una cosa stimolò particolarmente alcuni di noi e cioè che oltre ad essere un luogo di incontro pubblico, di discussione aperta a tutti, doveva però mantenere una veste culturale e popolare. La Voce del Serchio è infatti l’unico giornale online, e qui è la sua particolarità e freschezza, che tiene in primo piano gli articoli più importanti che riguardano il territorio e la sua storia. I redattori sono volontari, non percepiscono stipendio e la loro paga è la possibilità di inserire, a loro esclusivo gradimento, le loro storie, siano esse commenti sulla società, storie di paesi e di uomini del passato, foto di come era un tempo la vita di tutti i giorni in un piccolo paese agricolo di provincia.
Una seconda particolarità del giornale è che il contenuto pubblicitario è mantenuto minimo. Non c’è una ricerca ossessiva di inserzioni pubblicitari e (e 15.000 contatti giornalieri lo permetterebbero) e questo per precisa scelta dei redattori. Le prime inserzioni fruttarono qualche soldo e nacque subito il problema di cosa farne. Di intascarli non se ne parlava nemmeno e le cene mensili a base di una pasta autoprodotta e di un secondo a base di schiacciata e mortadella non avrebbero potuto esaurire il contante.
Da questo nacque la splendida idea di far nascere l’Associazione omologa che tanto ha fatto per la comunità in termini di produzione di cultura e di partecipazione popolare tramite concorsi e spettacoli di valore assoluto per i personaggi partecipanti. Ringraziamo per questo i due presidenti che si sono alternati, il professor Ovidio della Croce e il dottor Sandro Petri, attuale presidente.
La partenza fu in sordina poi alcuni eventi fecero salire le visite e quindi la conoscenza si diffuse, prima all’intero comune di Vecchiano e poi a quello limitrofo di San Giuliano con qualche intervento calcesano. Un evento fu l’alluvione del 2009, quando la Voce del Serchio fu unico giornale fonte di notizie, poi le votazioni amministrative e politiche dei due comuni che hanno comportato sempre un assalto alla baionetta a chi faceva prima a dire male dell’altro. Oltre ai rischi di querele per qualche post sopra le righe, l’enorme numero di interventi da leggere, modificare, censurare, cancellare comportò in quelle occasioni un superlavoro da parte dei redattori, una serie di discussioni sul da farsi ed in fine alla saggia decisione di spostare la parte politica in un luogo a parte.
Nella storia del giornale ci sono stati anche momenti di imbarazzo per qualche fake non volontaria e altri momenti di rischio chiusura per minacce di denuncia per qualche intervento non gradito. Una denuncia voleva dire automatica chiusura perché il giornale non ha avvocati né soldi a sua difesa e poteva rimediare solo in questo modo. Ci sono state sicuramente disattenzioni, qualcosa è sfuggito ai redattori, qualche parola può essere passata, ma sempre in maniere involontaria e quando si è potuto rimediare lo abbiamo fatto, con tanto di scuse per l’inconveniente.
In questo momento c’è calma, forse perché i redattori hanno imparato stanno più attenti, o perché tutti hanno capito che il giornale è uno strumento importante ed una sua chiusura sarebbe un male per tutti. Le stesse amministrazioni lo usano per i loro comunicati, i partiti mandano post da pubblicare quando hanno da dire qualcosa. Credo che tutto concorra ad una migliore trasparenza ed ogni intervento, secondo le regole più volte riportate, è senz’altro gradito. Il giornale deve vendere, come si suole dire, e più cose ci sono più il giornale vende.
Non c’è niente da vendere ma quando compare una foto che parla della storia dei nostri paesi o di qualche personaggio e ci sono molti lettori noi speriamo sempre che qualcuno si incuriosisca e vada a leggere, oltre la politica o cosa gli interessa, anche quel piccolo articolo messo lì con tanto amore. Quella foto di quel tramonto, o quella storia del tempo passato, o la vicenda di quei personaggi che animavano i paesi una volta, quando al bar si parlava di tutto, dalla caccia alla politica e si ascoltavano i vecchi che raccontavano di un mondo arcaico ma pieno di valori.
Venerdi scorso ne abbiamo celebrato i dieci anni. Metteremo alcune foto che ancora non ci sono. Possiamo dire che la cerimonia è stata carina, il video di Umberto interessante, ci sono state risate e applausi come si deve. Anche la cena è stata ottima e abbondante. Siamo stati tutti contenti ma qualche criticità va evidenziata.
La più importante è che quando il giornale nacque dieci anni fa, nel 2007, eravamo tutti sui sessanta, ora siamo invece tutti sui settanta, con anche qualche fuga in avanti. La salute sembra non mancare e l’entusiasmo ancora permane ma forse bisognerebbe pensare a qualche rinnovamento. Non vorrei parlare di rottamazione perché porta assai male (!) ma qualcosa bisognerà studiare. Forse aprire le nostre cene a qualche anima nuova, che capisca esattamente l’atmosfera amichevole, spensierata ma seria della redazione, che si possa inserire con lo stesso spirito di una manovalanza utile ma senza compenso, se non quello di un’amicizia e stima reciproca.
E’ tutto oro quello che riluce? No di certo. Ci sono stai momenti di tensione, contrasti a volte anche animati, decisioni difficili da prendere in cui il direttore ha dovuto imporre il suo punto di vista, anche momenti di sconforto quando il giornale era attaccato ingiustamente, ma sono stati superati ed ora sembra che proceda in un mare più tranquillo. Un mare che può portare ancora lontano? Chissà? Noi tutti lo speriamo vivamente.
Foto.
Sabato 14 luglio 2007, ore 20,40 presso casa Bugatti (soprannome a.V.)