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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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"L'eterno...vecchianino"
di Robinson

11/12/2017 - 10:24

Una quarantina di anni fa, rientrando sporadicamente dalla residenza in nord Italia, per visite parentali e reimmergermi nelle acque locali, dove un grande Alessandro sciacquava solitamente i panni il secolo precedente, non appena valicato l’Appennino, mi rendevo conto di quanto siamo “ghiozzi”, pesanti, a volte grevi, blasfemi, volgari, bischeri e sciamannati noi toscani!
 
Man mano che mi avvicinavo a Vecchiano, avvertivo sempre più chiaramente l’inflessione vernacolare nella parlata dalla fonetica familiare, gli sdruccioloni grammaticali, le scivolate e le omissioni delle “c”, bandite o trascinate nei colloqui in maniera via via più netta, che approssimandomi alla mèta, mi davano conto e misura della riduzione delle distanze dalla terra natale…
 
Come il dottor Jekyll muta evolvendo nel suo alter ego mr. Hide, …. avendo però il tempo di riappropriarmi nel lento viaggio in treno, di questo patrimonio culturale e affettivo, che mi è particolarmente caro…
 
Arrivato al paesello, ero in grado di rimasticare la mia toscanità, facendo riemergere con il dialetto, le profonde radici identitarie, riaggregandomi alla realtà locale, e abusandone con gusto senza ritegno…
 
Riallineandomi agli stereotipi e ai conformismi ancestrali e di nascita, godendone come un maiale che si tuffa con voluttà nel suo truogolo… lasciandomi scappare solo pochi “ò basta là”…. “Basta parein” … ed “emmò” cisalpini….
 
La sorpresa che mi lasciava interdetto non consisteva nell’avvertire estranea ed aliena, un’eredità ed una cultura straordinarie, parte integrante e sorgiva di un modo di essere, riflesso del peculiare e straordinario carattere dei toscani, ma dal rendermi conto, riuscendo ad apprezzarne lo spessore delle discrasie e singolarità originali di quanto possano apparire tali, ad altri….
 
In altre parole di come non si rendano conto gli interessati, piegati e assorti nel loro quotidiano, di quanto sia originale ed irripetibile, unico e diverso da ogni altra fattispecie, il loro contributo ed interazione con l resto del mondo, un po’ come chi ha l’abitudine di tenere cani e gatti in casa non si rende più conto del loro odore che le impregna, se non dopo un congruo periodo di assenza….
 
Un carattere ed un modo di porsi, che sono il risultato di millenni di storia e di un nobile, quando non glorioso, drammatico, straordinario passato, in cui affondano radici salde e articolate…
 
I vecchianesi, che qui identifico semplicisticamente con tutti i corregionali, con una forzatura poco rispettosa dell’animosità campanilistica e fierezza di appartenenza, in contrapposizione fra luoghi spesso limitrofi, quale ingrediente e cifra inconfondibile e irrinunciabile della toscanità stessa, sono litigiosi, teste calde, permalosi, arroganti e fieri…
 
Ma anche insofferenti, irrispettosi, anarchici, ribelli, liberi, indipendenti---
 
Ed hanno anche il pregio di essere schietti, diretti, sarcastici più che ironici, concreti più che fumosi, sinceri invece che pietosi, irridenti e non accomodanti adulatori, negandosi al ruolo di lacchè…
 
Sebbene un’analisi antropologica  sia una cosa seria e complessa, non esauribile in poche battute, o trattabile con poche righe frettolose, mi rendo conto che come ogni argomento o indagine complessa, si possa evincere con l’individuazione di pochi tratti e propensioni caratteriali, l’anima e l’essenza intima dei popoli, con un giudizio anche approssimativo dei caratteri dominanti evidenti, che ne rivelano miserie e grandezze, ne spiegano incoerenze, ne scoprono vulnus e lacune o possibili latenze…
 
Come nelle barzellette dove un verdetto di merito assegna a ciascuno il suo rango ed il ruolo nella comunità, misurandolo con il paragone della prospettiva della sensibilità personale…
 
C’erano un americano, un inglese e un tedesco, nonché un francese e un italiano….
L’americano sarà un innovatore, un paladino delle scoperte, un novello pioniere, a caccia di nuove frontiere in ogni campo, si preoccuperà di creare le condizioni e l’ambiente ideale e fecondo alle scoperte, alle novità e al ricambio continuo del pensiero e prospettive, creando stimoli e ponendosi obbiettivi ambiziosi….
 
L’inglese sarà sensibile al nuovo, mantenendo però un piede nella tradizione, non vorrà rinunciare a sviluppare un pensiero originale e all’avanguardia, calibrandolo su esperienze e tradizioni del passato, raggiungendo spesso sintesi di rara efficacia e utilità… e precedendo gli altri in un continuo aggiustamento del tiro e adeguamento alla realtà…
 
Il tedesco sarà animato da ferrea solidarietà con la comunità, zelo e serietà di approccio con ogni situazione, determinazione e volontà, spirito di sacrificio ed abnegazione, stoicismo eroico, senso del dovere, un certo grado di ingenuità…
 
Il francese sarà nazionalista e sciovinista, devoto e fiducioso nello stato, brillante e cartesiano, sistemico e pragmatista, un po’ maniacale nelle esibizioni di temperamento e forza…
 
L’italiano, sospettoso, individualista, fatalista, emotivo, scoraggiato, ma pieno di risorse ed ingegno, spirito di adattamento e affabulatore  improvvisatore…
 
il vecchianese, sarà immediatamente distinguibile in quanto polemico, chiaccherone gratuito, ciarliero, impaccioso e curioso, ficcanaso spara sentenze, incline alla frequentazione delle panchine di piazza Garibaldi, usate come scranno e pulpito delle proprie capacità critiche e oratorie, velleità da intrattenitore ed esercizio nel pettegolezzo, che alimenta malelingue in infinite discussioni, indiscrezioni e illazioni da bar….   
 
 
Però, in fondo si critica ciò che si ama e anche un atteggiamento di interesse morboso, testimonia vicinanza e affetto, coesione  ed empatia…
 
Preferibili ad algido distacco e olimpico disinteresse…
 
Se non esistessero, i vecchianesi andrebbero inventati!!!... anche se qualcuno probabilmente li giudica simpatici come la “rena” nelle mutande del costume, in spiaggia…

 

Foto.

Neve al mare, anno 1974

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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

11/12/2017 - 14:17

AUTORE:
Ultimo

........... sei un vecchianese nell'anima e la lontananza, per un certo periodo, ti è stata certamente di aiuto nel confrontare i pregi e i difetti nostri con quelli degli altri. Direi che i nostri difetti sono pregi camuffati e il sarcasmo è la nostra anima che si palesa senza ritegno. Piazza Garibaldi è un ritrovo, forse unico, per parlare a ruota libera senza scandalizzare nessuno, dove la rozzezza è di casa. E' stato piacevole leggerti .......... mi hai fatto sentire un vecchianese che se non lo fosse vorrebbe esserlo. ......... Ultimo.