Forse è venuto il momento di interrogarsi sulla strategia politico-elettorale di Matteo Renzi.

Magari già non c’è più tempo, o forse sì.

Comunque è il caso di provarci, a mettere insieme un discorso che abbia un senso, da qui a marzo prossimo.
Per farla semplice, io penso che bisognerebbe rivolgersi alla nazione e fare grosso modo un discorsetto del genere:
Cari concittadini, in quattro anni abbiamo fatto, nelle condizioni date (un Parlamento con una maggioranza raccogliticcia) quello che potevamo, e anche di più.

Abbiamo ridato fiato all’economia approvando buone riforme, e abbiamo tenuto alto il livello di convivenza e di civiltà del paese.

Insomma abbiamo governato bene. E se abbiamo perso la prova del fuoco del referendum, questo non vuol dire archiviare le riforme di sistema di cui l’Italia ha bisogno e di cui torneremo a parlare.
Abbiamo governato bene (concetto da ripetere e ripetere. A testa alta).

E vogliamo CONTINUARE a farlo, perché abbiamo una buona classe dirigente e siamo gli unici a fare discorsi piantati con i piedi per terra, senza illudere o ingannare nessuno. Siamo cioè riformisti, moderati, affidabili (sottinteso: gli altri no).

E i cambiamenti necessari non li realizziamo speculando sulle ansie e le paure, o combattendo il progresso e lo sviluppo, come invece fanno i populisti di ogni risma. La società che tutti insieme abbiamo costruito ci piace (sì, ci piace); le sue basi economiche, sociali culturali e di civiltà vogliamo ampliarle, non distruggerle.
Fine del discorso. Che ha (avrebbe) come ricaduta una campagna elettorale concreta, sobria, pacata, direi quasi dimessa. Senza treni, riesumazione di pericoli fascisti, manifestazioni sul tricolore, etc…

Tutta roba che invece temo Renzi stia mettendo in piedi per cercare di tenere insieme le forze, raccogliendo l’elettorato tradizionale del centrosinistra. Una strategia difensiva, di puro arrocco, che non può dare buoni risultati. Perché senza un messaggio positivo ed espansivo i voti si possono solo perdere, è matematico.
E dunque: è possibile – please – correggere la rotta? O la strada che si è scelta è proprio quella che temo?