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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Circolo ARCI Migliarino-6 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
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Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
Accadde Oggi
Il caso Roberta Ragusa

13/1/2018 - 18:51


Aveva 44 anni Roberta Ragusa al momento della scomparsa: il suo cadavere non è stato trovato. Sposata e madre di due figli, viveva a San Giuliano Terme (Pisa) dove, insieme al marito, gestiva una scuola-guida che si trova adiacente alla propria abitazione.

 

A fare la denuncia di scomparsa è stato il marito, che ha riferito che, intorno alla mezzanotte del 13 gennaio 2012, prima di andare a letto, Roberta si è trattenuta in cucina per scrivere la lista della spesa che avrebbero dovuto fare insieme il giorno successivo.Poi, alle 6.45, il marito si è svegliato e si è accorto che Roberta non era a letto. Gli abiti erano ancora in camera, mancavano invece il pigiama rosa e le ciabatte. Ha trovato inoltre la porta di casa che non era chiusa a chiave come la sera precedente e a casa c’erano i suoi effetti personali: cellulare, chiavi, documenti, soldi e borsetta.

 

Da quel giorno sono passati sei anni, e l’unico indagato era il marito, per omicidio e distruzione di cadavere.6 marzo 2015: prosciolto il maritoIl 6 marzo 2015 c’è stata l’udienza preliminare per la scomparsa di Roberta Ragusa. Il marito della donna, Antonio Logli, è stato prosciolto dal gip Giuseppe Laghezza che ha dichiarato “il non luogo a procedere”. Di conseguenza, il processo a suo carico non si svolgerà.

 

Le indagini sono durate tre anni e, in un primo momento, ci sono state diverse segnalazioni da diverse parti d’Italia, dove dei testimoni affermarono di aver visto la donna viva. Ma le segnalazioni, tuttavia, si sono rivelate non veritiere. Poi, a settembre scorso, il marito fu iscritto nel registro degli indagati. Era stato lui l’ultima persona ad averla vista viva. Per il marito si trattava, così ha sempre sostenuto, di un allontanamento volontario.

 

Antonio Logli e la sua relazione extraconiugale

Fu scoperto nel corso delle indagini che l’uomo aveva un’amante, Sara: una verità che fu scoperta dalla stessa Roberta Ragusa. Questo, secondo i giudici, causò la sua uccisione da parte di Antonio. Sara in precedenza aveva lavorato in casa dei due coniugi in qualità di babysitter, poi per un periodo anche presso la scuola-guida che gestivano

 

La testimonianza di Loris Gozzi, un vicino di casa

Ad inchiodare il marito di Roberta c’era stata la testimonianza del vicino di casa, Loris Gozzi, che aveva detto di aver sentito un litigio tra un uomo e una donna la notte della scomparsa di Roberta. E di aver visto Logli far salire in auto una donna con la forza. Da qui le accuse di omicidio e di occultamento di cadavere nei confronti di Logli.

Il pm Aldo Mantovani aveva chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio. Cosa che è accaduta il 6 marzo 2015, con la sentenza choc. 

 

L’udienza preliminare

È iniziata la mattina del 6 marzo 2015: Antonio Logli è stato fatto entrare da una porta secondaria, dopo essere arrivato a bordo di un’auto guidata da un amico. Con lui, il suo avvocato Roberto Cavani. In questi tre anni di indagini, l’uomo si era avvalso della facoltà di non rispondere, così non è mai stato interrogato dagli inquirenti. Il pm Antonio Giaconi lo ha definito un “bugiardo patentato”. Secondo il pm, una volta che l’uomo ha capito che avrebbe perso lavoro, figli e casa con una separazione, avrebbe ucciso la moglie.Le intercettazioni con l’amante che in questi anni, dopo la scomparsa di Roberta, si è trasferita in casa Logli

 

Nel 2017 è stato condannato dal Tribunale di Pisa a 20 anni di reclusione, con l'interdizione alla potestà genitoriale sui due figli e l'obbligo di dimora a Gello di San Giuliano Terme.

Nei primi mesi del 2018 ci sarà l'appello che resterà a porte chiuse. Logli non potrà essere condannato a una pena superiore a quella inflitta in abbreviato in primo grado. Anzi, se in appello i giudici dovessero riconoscergli le attenuanti generiche, non concesse dal gip, l'imputato avrebbe diritto a un ulteriore sconto di un terzo della pena passando da 20 a 14 anni. 

Pochi giorni fa ha ripreso il suo lavoro al Comune di San Giuliano, in un ufficio senza contatto col pubblico.

(Web-Biografie)

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