Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Il Paese mostra un crescente dislivello fra chi ha molto e chi ha poco. E chi ha poco risente in modo particolare delle difficoltà dello Stato a sostenere il welfar state nazionale che paga la doppia conseguenza dell’aumento costante della spesa, specie di quella sanitaria, e della cronica e persistenze carenza di coperture finanziarie.
Nonostante questo, o proprio per questo a seconda da dove la si guardi, gli italiani fanno continui record in spese che potremmo definire, con una certa magnanimità, “accessorie”.
Per quanto riguarda i giochi d’azzardo, ad esempio, gli italiani nell’anno appena passato hanno stabilito un nuovo record rispetto a tutti gli anni precedenti.
“È nuovo record per l’azzardo in Italia. Quest’anno gli italiani hanno “giocato” ben 95 miliardi di euro: 260 milioni al giorno, 3.012 euro al secondo. Malgrado crisi e problemi economici, o forse proprio per questo, c’è stato un aumento di 7 miliardi, l’8% in più rispetto agli 88 miliardi spesi nel 2015.”
C’è da dire che è record anche per te tasse incassate dallo Stato su questi giochi: 18,5 miliardi, con un aumento, secondo l’elaborazione dell’agenzia specializzata Agipronews, del 24% rispetto agli 8 miliardi del 2015.
Sono molti, troppi direi anche perché questa cifra non va guardata dal punto di vista semplicisticamente finanziario, ma sottintende molti drammi personali e familiari come si legge ogni giorno in cronaca. A cui vanno aggiunti i costi sociali dei giorni di lavoro perduti per malattia e del costo sanitario per il recupero dei sempre più numerosi ludopatici.
Ma non basta. Fra le spese che abbiamo definito con una certa leggerezza accessorie bisogna aggiungere, secondo un indagine della Cgia di Mestre, altri 19 miliardi e passa (un punto di Pil all’anno) per le attività illegali. In questo caso si parla di attività ritenute illegali ma con accordo volontario e non i proventi da furti, rapine, estorsioni, corruzione e usura.
Di questi diciannove miliardi 14,3 miliardi di spesa sono in stupefacenti vari, 4 miliari per la prostituzione e solo 600.000 euro per il contrabbando delle sigarette. Il tutto con un aumento di quattro punti di percentuale negli ultimi 4 anni.
«Lungi dall’esprimere alcun giudizio etico», afferma Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, «il giro d’affari che questa economia produce, costringe tutta la comunità a farsi carico di un costo sociale altrettanto elevato». Dal settembre del 2014 il valore aggiunto «prodotto» dalle attività illecite è stato addirittura inserito nel calcolo del Pil in molti Paesi europei, tra cui l’Italia”
E siccome è la somma che fa il totale le cifre diventano ancora più significative di un disagio generale della popolazione che induce a spese non di tipo sociale ma di tipo ludico-ricreativo molto personali. Con la speranza di risolvere una grave situazione personale con un colpo di una improbabile fortuna o di trovare in esperienze diverse quella soddisfazione che la vita sembra non essere in grado di fornire.
Discorso a parte meriterebbe il problema della prostituzione (ben 4 miliardi esenti da tasse) che, lungi da potere essere debellata, potrebbe essere fatta oggetto di un tentativo di regolamentazione. Parlo di tentativo perché molti sono gli ostacoli da superare e non solo la componente cattolica del nostro Parlamento da sempre contraria e che preferisce non vedere piuttosto che cercare di legiferare. Esistono infatti molte forme di prostituzione, con enormi differenze, a volte, fra le une e le altre.
Sull’argomento ci fu un bell’incontro al Teatro del Popolo di Migliarino con la non ancora ministro Fedeli dove erano presenti delegazioni anche di organizzazioni “di strada” . Si capì chiaramente quanto complesso fosse questo problema e quanto diverse siano le forme prostitutive, tanto da non poterle inquadrare in un capitolo unico se non con il rischio di generare squilibri e diverse migliaia di nuove figure delinquenziali. Ora infatti la prostituzione non è reato, ma lo diventerebbe se fosse governata da una legge di Stato. Un problema molto complesso ma che prima o poi dovrà comunque essere affrontato dalle nostre Istituzioni, e non solo per il vantaggio economico (e sanitario) che può comportare.