Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Non siamo nel Medioevo da dove è partita una sciocca diceria.
All’epoca ci si spostava con le carrozze e poteva capitare che nelle strade buie, i cavalli venissero spaventati dagli occhi dei gatti neri o da un loro improvviso attraversamento. I cavalli imbizzarrendosi creavano scompiglio tra i passeggeri, da qui la leggenda che i gatti neri fossero controllati direttamente dal demonio.
Non siamo neppure in Egitto dove la Dea Bastet viene rappresentata come un bellissimo gatto nero o una donna con una testa di gatto. Questa divinità era un simbolo positivo di armonia e felicità, protettrice della casa, custode delle donne incinte e capace di tenere lontani gli spiriti maligni.
Siamo sul monte di Avane e questo magnifico animale è il custode degli asparagi: se li trovi il gatto nero porta fortuna, se non trovi niente allora l’animale porta scalogna.
In questo caso non prendertela con il gatto nero, non tirargli sassi, alzati prima per non arrivare secondo!.