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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di Renzo Moschini
Parchi: piove sul bagnato

15/2/2018 - 22:14

Parchi piove sul bagnato


L’ultima –ma non è detto- è il commissariamento deciso dal Presidente della Regione siciliana con 8 mesi d’anticipo rispetto alla scadenza e senza alcuna motivazione e giustificazione, del Presidente del parco dei Nebrodi,  Antoci.

Se qualcuno non lo ricordasse si tratta del presidente che ha subito attentati dalla mafia e coordina i parchi siciliani per conto di Federparchi. Che Antoci a chi sul territorio vorrebbe fare i suoi comodi -e non solo in Sicilia- rompa gli zibidei è cosa nota e Musumeci dopo poco il suo insediamento ha voluto ricordarcelo. E ci è riuscito perfettamente.  Una ragione in più -e non soltanto nelle terre di mafia- per rimettere mano alla svelta, e non per finta al, tema dei parchi e più in generale dell’ambiente e del governo territorio.

Neppure la campagna elettorale purtroppo finora ci è riuscita. Eppure i contesti regionali e quello nazionale restano contrassegnati da uno stato crescente di confusione. Sul piano nazionale il quadro è talmente incasinato che nessuno dopo le prossime elezioni comunque vadano può illudersi che si possa ripartire da dove erano arrivati ministero dell’ambiente e parlamento. Ma senza aspettare il voto neppure le regioni –comprese quelle che  suo hanno saputo fare bene la loro parte- possono far finta di niente con i loro parchi ma anche con gli altri che operano sul loro territorio. Qui si tocca con mano cosa ha significato da parte del ministero e degli stessi parchi avere rinunciato ad una Conferenza Nazionale per fare il punto sulla situazione  del contesto nazionale dei nostri parchi e aree protette che viaggiamo- malissimo- ognuno per conto suo.
Vorrà dire pur qualcosa se tra i pochi protagonisti impegnati oggi su questo fronte noi troviamo in particolare l’associazionismo ambientalista e reduci anche autorevoli e prestigiosi di stagioni politiche ormai passate.
Meno male naturalmente c’è anche chi non demorde, ma è chiaro che urgono anche nuovi protagonisti istituzionali, politici e culturali.
Renzo Moschini

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16/2/2018 - 16:26

AUTORE:
Renzo Moschini

L’ambiente non ce la fa a tornare in agenda elettorale
I due ultimi episodi; commissariamento del parco del Nebrodi con licenziamento del presidente Antoci e l’invio di pallottole a quello delle Foreste Casentinesi Santini mi avevano indotto pubblicare un articolo
sulla crisi ormai evidente dei nostri parchi.
E non sono stato certo il solo, basta guardare le ultime rassegne stampa.
La risposta che ho avuto da Alessia Moroni (Morani ndr) sulla Voce del Serchio non posso ignorarla tanto è sorprendente specie alla vigilia del 4 marzo. Che sul Pd gravino pesanti critiche anche di autorevoli dirigenti di partito per i suoi ritardi e pasticci sull’ambiente è noto. Non lo è evidentemente per la Moroni che giudica l’ultima legislatura addirittura la più verde di tutte le precedenti. Proprio i parchi sono l’esempio più clamoroso infatti di questa perdurante confusione e ritardo che trascina ormai da oltre 5 anni a Camera e Senato una legge indecorosa che fortunatamente lo scioglimento del parlamento ha impedito tagliasse il traguardo. Se esponenti parlamentari del Pd si presentano con queste sconcertanti sortite all’elettorato si sorprenderanno se finisse come sul Referendum che proprio sull’ambiente dette una delle prove più fallimentari anche sul terreno ambientale oltre che istituzionali che si ricordino?
Renzo Moschini

15/2/2018 - 23:12

AUTORE:
Bruno Baglini

Poi c'è, ci sono anche altri da conoscere oltre il Musumeci che contesti giustamente o il Galletti che non apprezzi...e...magari seguire il confronto con rinnovata passione e così smetterà di piovere sul bagnato (secondo me).

Vedi;

La legislatura che si sta per concludere è stata una delle legislature più ambientaliste della storia della nostra Repubblica, probabilmente la più green in assoluto.

Basta fare la lista delle tante riforme e i tanti provvedimenti approvati: legge contro gli ecoreati, legge sul consumo del suolo, tutela della biodiversità, legge contro gli sprechi alimentari, gli interventi per l’attività di bonifica di aree come la Terra dei Fuochi e Bagnoli, il piano nazionale per mettere la bici al centro della mobilità invece dell’auto, la legge per salvaguardare i piccoli Comuni, il finanziamento del cosiddetto ecobonus per avere incentivi e detrazioni per la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza dal rischio sismico.
Sulla tutela del territorio è stata istituita una unità di missione ad hoc a Palazzo Chigi, “Italia sicura”, per la messa in sicurezza da frane e alluvioni con opere per 30 miliardi di euro.
C’è poi la battaglia contro il cambiamento climatico: nel 2015 l’Italia ha raggiunto la quota del 17,5% di energia da fonti rinnovabili, rispetto al 13% del 2010. Abbiamo, quindi, centrato e superato con largo anticipo il target del 17% previsto per il 2020 dall’Unione Europea. Sempre nel 2015 la media in Europa di energia da fonti rinnovabili è stata del 16,7%, quindi la percentuale italiana è superiore alla media Ue. Il piano di investimenti per i prossimi anni è di oltre 400 milioni di euro annui per 20 anni per un totale di circa 9 miliardi di euro, ripartiti per un 50% sulle tecnologie più mature come l’eolico, un 25% sulle tecnologie di frontiera come il solare termodinamico, e un altro 25% per l’economia circolare, come le biomasse e le fonti di scarto. Cresceremo ancora, in linea con gli obiettivi internazionali.
Questa è stata la legislatura di Expo 2015 a Milano, un successo mondiale dedicato alla biodiversità, la ricerca scientifica e la lotta alla fame sul quale il Pd hanno creduto fermamente, a differenza di altri partiti.
Alessia Morani