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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di Mario Lavia - Dem PD
Quell'”asset nella manica” chiamato Gentiloni

18/2/2018 - 9:34

        Quell'”asset nella manica” chiamato Gentiloni


Se vuole farcela, nel rush elettorale il Pd deve calare la carta del premier


 Più moderno dire che Paolo Gentiloni “è un grandissimo asset”, come ha detto ieri Carlo Calenda, che adoperare l’antica espressione “asso nella manica”: ma insomma il concetto è quello.
Già, il consenso del premier è altissimo, sopravanza quello di tutti gli altri leader: perché è colui che guida il Paese, certo, perché gli italiani lo vedono in tv con i grandi capi europei e mondiali. Motivazioni però insufficienti a spiegare le ragioni per le quali Paolo Gentiloni gode di un apprezzamento che va al di là delle tifoserie politiche.
È Gentiloni la carta che il Pd deve calare
Sembra facile. Ma non lo è. L’aura “super partes”, corroborata dal personale aplomb british-romanesco del presidente del Consiglio, senza dubbio ha giovato alla sua immagine e alla sua credibilità. Non è tanto percepito, Gentiloni, come uno dei capi del Pd. Quanto come uno dei migliori uomini di governo che l’Italia ha a disposizione. Fargli giocare un ruolo da protagonista nella campagna elettorale ne scalfirebbe perciò l’immagine? È un problema delicato.
Non è solo una questione di immagine. Nei palazzi si dice che Sergio Mattarella intenda preservare la carta-Gentiloni per un eventuale dopo 4 marzo nebuloso e scosceso e che in questa chiave sia meglio tenere il premier fuori dalla pugna elettorale. Già, ma il Pd asseconda questo intendimento del Quirinale o intende strappare Gentiloni al suo ambito super partes? E se è buona la seconda, come funzionerebbe la “chimica” fra il premier e Matteo Renzi?
Ci spiega l’amico Giachetti che…
“Gentiloni e Renzi sono complementari – ci dice chi conosce benissimo l’uno e l’altro, Roberto Giachetti – il successo di Paolo lo si deve anche al fatto che lui non è entrato mai in contraddizione con Renzi ma ha tranquillizzato il Paese dopo l’obiettivo, necessario, stress che al Paese aveva imposto Matteo”.
“Lo conosco da 25 anni – dice Giachetti – Paolo è un uomo di una razionalità incredibile. Quando ero capo di gabinetto di Rutelli periodicamente scrivevo una lettera di dimissioni, andavo da Paolo e lui ogni volta mi convinceva a ritirarla… È questa razionalità che gli dà quella calma che sembra ‘camomilla'”.
Lo ha spiegato Calenda: “Gentiloni ha la capacità di affrontare problemi complessi senza trasformarli ogni volta in una questione muscolare tra sè e il Paese. Qualcuno lo ha chiamato ‘camomilla’ ma vi assicuro che non esiste nome più sbagliato. Le qualità di Paolo sono stile, fermezza e signorilità, necessarie per prendere per mano un paese complicato come il nostro”.
E Renzi?
Il segretario del Pd sa benissimo tutto questo. Sempre alla ricerca di un equilibrio nella vita del Pd, Renzi è veramente convinto che sia l’ora della “squadra” – “squadra” che in questo momento ha in Gentiloni un uomo-chiave- e caso mai lamenta un ancora insufficiente protagonismo degli altri “giocatori”. Così come sa che negli ultimi giorni di campagna elettorale la scena dovrà essere divisa con “Paolo”. E quest’ultimo infatti ha promesso “una sorpresa” insieme al segretario: e non sarebbe male (ma è solo una nostra suggestione) se Renzi e Gentiloni tenessero un po’ di iniziative assieme, magari le due “chiusure” di venerdì 2, nella Roma di Gentiloni e nella Firenze di Renzi.
Dopo il voto, si vedrà. “A Palazzo Chigi deve andare uno del Pd”, ha detto Gentiloni ripetendo lo stesso tormentone di Renzi. Ed entrambi sanno che tutto dipende dal voto, e poi dal capo dello Stato. “Collaborazione e non competizione”, è il motto di Renzi.
La campagna del premier
Lui, il premier, dal canto suo la campagna elettorale la sta facendo con l’understatement che lo contraddistingue. Va in in giro perorando la causa di “una seconda stagione di riforme“, corre ad aiutare prima la lista della Lorenzin poi quella di “Insieme” accanto a Romano Prodi.
L’endorsement del Professore più esplicito non poteva essere, e così, idealmente, Gentiloni è stato indicato come l’ultimo anello della venticinquennale storia del “centrosinistra di governo” che dell’Ulivo giunge al 4 marzo 2018.
L’altro giorno poi il premier aveva parlato alla assemblea di Calenda e Rutelli (in platea tutti i “suoi” di una vita, Linda Lanzillotta, Luigi Zanda, Ermete Realacci, Walter Tocci, Goffredo Bettini e poi imprenditori, avvocati, il suo staff al completo ai tempi del Giubileo), sempre dicendo cose importanti ma senza enfasi alcuna, persino con un tratto modesto – esibito da Lilli Gruber – mettendosi a disposizione per un futuro quanto mai incerto.
Una figura che ha conquistato molti: un consenso vasto e trasversale che nel rush finale  il Pd deve saper sfruttare. Se vuole farcela.
 
 

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18/2/2018 - 13:27

AUTORE:
BdB

Fai due conti e poi vedi che: ti sei sempre seduto dalla parte dei perdenti in Valdiserchio dal dopoguerra ad ora e son convinto che oltre le elezioni Europee, Nazionali, Regionali, Provinciali (del tempo che si votava anche per la Provincia di Pisa) poi per: Pisa-Vecchiano-San Giuliano-Calci, la Val di Serchio insomma (con e senza il mio "aiutino" sulla VdS).
A SGT hai/avete perso le elezioni comunali addirittura con un candidato ex PD (fiocchino).

Poi, tu/voi di destra, anche con l'aiutino di D'Alema e del "ragazzo rosso" Grasso, avete perso anche l'ultimo"referendumme" qui in Toscana 52,51 SI
47,49 NO
...ho diddinò.
bona.

18/2/2018 - 12:58

AUTORE:
Riccardo Maini sempre residente a MdA

Devo dire, sinceramente, che la redazione, tutta, della Voce del Serchio mi “garba” tantissimo, sceglie con cura gli articoli che riguardano il PD e il suo leader e poi, gli stessi redattori, sostengono, con arguti commenti, a spada tratta, il partito del boy scout Renzi con una campagna elettorale di parte che svilisce non poco quell'immagine di equilibrio politico che alcuni si illudono di far emergere. Ovviamente qualcuno potrebbe obiettare ma anche i redattori sono persone pensanti ed hanno diritto di esprimere la propria opinione politica. Perfetto abbiano allora il coraggio di dichiarare che La Voce del Serchio non è un giornale indipendente ma che in queste elezioni politiche, sostiene con i suoi redattori il Partito Democratico o se preferite in centro-sinistra. Niente da eccepire ma evitiamo prese in giro elencando come ormai scontato gli articoli degli altri partiti o correnti politiche.
Il mio amico gommone B.B. , con il massimo rispetto per la sua ossessiva abnegazione al pinocchietto fiorentino, mi ricorda tanto Antonio La Trippa, il personaggio di Toto nel film “Gli Onorevoli”.
Me lo immagino con in testa il cappello da bersagliere che da esperto ante-litteram in marketing elettorale, Bruno Baglini in arte detto Antonio La Trippa ha, intelligentemente, capito l'importanza della pubblicità: "Occorre battere, ribattere, martellare, il nome del candidato deve colpire i timpani degli elettori". E si comporta di conseguenza; sceglie una frase, quasi uno slogan, il famosissimo: "Vota Antonio, Vota Antonio, Vota Antonio!", no no scusate “Vota Matteo, Vota Matteo, Vota Matteo!” . Attenzione mica quello della Lega!.
E' l'aborigeno vecchianese per eccellenza che ”se la canta e se la suona” ovvero di chi, nell'ambizioso tentativo di far parlare di sè, e di ergersi a protagonista, interviene pubblicamente esprimendo pareri o opinioni che non interessano a nessuno, mi scuso non a tutti,, proponendosi, tirandosi la volata da solo per poi smentirsi e schermirsi." Fino ad oggi i miei spietati critici mi hanno attaccato massacrandomi con questi giudizi al vetriolo, vedo con piacere che ho trovato un “compagno” di viaggio che mi stimola e mi consola.
Con immutato rispetto ed ammirazione per la tua venerazione.

18/2/2018 - 10:44

AUTORE:
Bruno Baglini, elettore del Partito Democratico

....giocare l'ultima mano della partita a carte scoperte, tanto ormai tutti sappiamo con certezza i punti realizzati e....
Vediamo che Mattarella e poi Gentiloni scelti da Matteo Renzi dopo il "trappolone" tesogli da D'Alema per le sue mancate nomine, prima come Alto Commissario, poi come Presidente della Repubblica Italiana; la serpe in seno D'alema si alleò a spregio con Brunetta, Berlusconi, Meloni e l'altro Matteo per bocciare le riforme votate in Parlamento anche da Gargamella.
Il giorno 4/3/18 è il giorno decisivo degli indecisi che "dice" sono ancora tantissimi, ma con una legge elettorale che non prevede più il 51% come l'talicum a doppio turno è chiaro anche ora che il 60% granitico del NO alle riforme è sempre li, ma 60 diviso per 12 non fa il 40% sufficiente per governare, il 50+1 è previsto solo per i referendum.
Quindi se "l'armata Brancaleone" che detiene ancora il 60% e che saranno "sempre" (?) sicuramente contro il seg. del Partito Democratico ed il Presidente del Consiglio non dimissionario, decisivi saranno gli astenuti un po confusi dal fiele rognoso tirato addosso dagli ex PD denominatesi Art 1, poi L&U...ma ora chiamiamoli semplicemente invidiosi dei successi prima politici con l'elezione certa dell'uomo di Matteo Renzi alla Presidenza della Repubblica disperdendo nella polvere i "famosi all'incotrario" 101 che appiedarono prima Marino poi Prodi in quattro balletti.

Paolo Gentiloni nominato Ministro dal Presidente della Repubblica su indicazione di Renzi e certamente di concerto con la sua segreteria ed i suoi Ministri, sembrò a molti uno dei tanti messo li perché.... mancava uno alla Difesa ma...!
Giocando come si è detto a carte scoperte in queste due settimane non mi rivolgo certamente ai sig. Maini et Bertelli; l'uno convinto da sempre contro tutte le sinistre mondiali e l'altro che in gioventù era "governativo" ora è decisamente contro il miglior governo che l'Italia abbia mai avuto, he si! quando si gioca a settemmezzo e si ha in mano sette e si pretende (chiedendo ancora carta) di "pescare" proprio la donna di cuori per far settemmezzo reale, il più delle volte si sballa e..si pesca un oscuro D'Attorre, un piccolo Ciwati che contano uno, ma con 7+1 si sballa (capita la 'nzifona?).

Concludendo: dato che non ci è riservato a noi elettori italiani, non più un confronto televisivo fra i maggiori pretendenti alla guida del Paese che va per la maggiore in tutti i paesi democratici e li gli indecisi son chiamati da ambo le parti a decidere per il loro meglio, ma, i "giovani conigli" Di Maio&Salvini scappano ed il "vecchio" è impegnato a firmare da Vespa l'aumento delle minime pensioni a 1.000 (mille) lire e quindi nel nostro piccolo (ma non troppo) ci si confronta anche qui fra i 20.000 lettori giornalieri della VdS che non a caso e per caso in tempo di elezioni è letta doppiamente.
Io, come avete capito, cari indecisi, il 4/3/18 voto il Partito Democratico perché gli attuali Ministri: Minniti, Orlando, Fedeli, Pinotti, Franceschini Calenda, Padoan, Del Rio, Martina e Madia (quest'ultima Ministro senza portafoglio) ma che ha fatto 'nca..are il sig. Maini perché ha messo (all'ultimo buo) qualche miliardo di euro in tasca ai lavoratori Italiani con il tesoretto accumulato dal loro buon governo.
Che rimangano per li ad amministrare per altri 5 anni è il mio evidente auspicio e...Renzi? che rimanga li a fare buonissime scelte decisive in uomini, donne e proposte politiche di cui sopra.
E...il Gremaschi e il Grasso? Il primo vuole azzerare i 2.200 miliardi di BOT che maggiomente sostengono il debito pubblico e va bene? Il Grasso vuole aiutare i "ggiovani" che fanno " i lavoretti" si! Con 1.000 euro al giorno che gli entrano in tasca anche nei festivi, ha voglia lui di aiutare i figli dei suio figli.

Buon voto a tutti e tutte (come direbbe la Nardini Alessandra)