Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Il Diario di Trilussa
Era il 2007, l’anno della nascita del giornale, e Trilussa pubblicava i primi articoli di fondo. Sono prima della crisi economica, del problema grave dell’immigrazione, della chiusura delle frontiere in Europa, della crisi della Grecia. Sono vicini nel tempo ma sembrano lontani per il modo di affrontare i problemi, che in gran parte sono rimasti i soliti, alcuni in parte risolti, molti ancori insoluti se non peggiorati. Alcuni si riferiscono a casi di cronaca del tempo, ma sembrano mantenere una loro validità riguardando comunque problemi di ordine generale.
Gli articoli vengono pubblicati come furono scritti, talvolta con i segni grafici necessaria all’impaginazione. Il giornale era appena nato, aveva suscitato molta curiosità ma aveva ancora poche visite e molta incertezza sul suo futuro. Anche con questi intendiamo celebrarne i dieci anni di vita.
Presentazione.
Due articoli molto diversi oggi. Il primo è del lontano 2006 quando si formò un comitato di cittadini nel tentativo di salvare il grande ciliegio di fronte alla piazza Martiri della Libertà a Migliarino. Fu fatto un esposto alla Regione ma fu tutto inutile, il ciliegio fu abbattuto.
Il secondo è una critica agli organi di informazione che sembrano non del tutto autonomi e alla televisione come fonte di banalità e falsi valori. Una delle prime critiche ai media anche da parte di Beppe Grillo, quando la sua formazione politica era ancora agli albori e non era ancora diventata il primo partito italiano.
Sono diverse ma entrambe sono il segno di un decadimento della nostra società, dei valori della nostra società. Nel primo caso siamo ben lontani dal rispetto per la natura e per il sentire dei cittadini; nessun segnale almeno di giustificazione (o di considerazione dei cittadini postulanti) arrivò allora dalle Regione Toscana e forse dovevamo essere in un paese del Nord Europa per sperare in qualche possibilità di ascolto.
Nel secondo caso la critica è più che fondata perché i fatti descritti dal giornale genovese furono gravi, enormi e ben documentati ma probabilmente andavano contro molti interessi e la notizia non esplose come sarebbe dovuto succedere considerando la gravità del caso, le cifre in oggetto e soprattutto i personaggi coinvolti. Lo stesso vale per il “regalo” fatto ai petrolieri con l’aggiunta di due paroline che però hanno significato milioni di euro, senza che la stampa se ne sia occupata come era suo dovere.
Accanto alla solita politica dominata da interessi particolari, e come sempre poco sensibile alle richieste dei cittadini, già alcuni anni fa si potevano comunque intravedere i sintomi di un progressivo cambiamento del Paese, di un imbarbarimento civile e politico oggi, purtroppo, sotto gli occhi di tutti.
LA TRISTE STORIA DI UN CILIEGIO
Articolo comparso su migliarinesiallestero.it nel periodo di Pasqua 2006
SALVIAMO IL CILIEGIO
C’è un bel ciliegio all’incrocio fra via Manzoni e via Monti, proprio sull’angolo della piazza Martiri della Bonifica. Forse non è un albero centenario, ma deve avere molti anni perché è grande, maestoso, con un grosso tronco robusto. In questo preciso momento si sta preparando a fare quello che sa fare meglio: le ciliegie, ed infatti è ricoperto da un folto tappeto di petali bianchi. Lui se ne sta lì, ignaro. Ha visto passare molte stagioni, ha visto piogge, temporali, sole torrido, neve, bufere di vento, inondazioni. Ha visto anche, senza rendersene conto, cadere governi, ha visto cambiare l’Italia, ha vissuto la guerra fredda, il pericolo atomico, ma e sempre è rimasto lì, stagione dopo stagione a fare il suo lavoro modesto di albero da frutta, destinando il suo frutto a chiunque avesse voluto coglierne. Ora è in grave pericolo, e non per tutto quello che sta succedendo in Italia e nel mondo, ma solo a causa di un documento, di un foglio di carta che ha però un nome che mette soggezione: Piano Regolatore. Deve essere abbattuto per far posto ad un orto, un giardino, magari una cuccia per uno di quei grossi cani che fanno quelle grosse cacate sulla piazza, quasi sempre ignorate dagli indifferenti proprietari nonostante l’esplicito, se pur tardivo, cartello avvisatore. Si stanno raccogliendo delle firme per cercare di salvarlo. Invitiamo tutti a firmare la petizione alla Regione Toscana che si può trovare presso la Pubblica Assistenza ed il Circolo Arci di Migliarino, associazioni che vogliamo ringraziare per la loro sensibilità.
Un nuovo intervento in data 12/3/2007
LA MINACCIA
Si è aperto il cantiere lato sud della piazza dei Martiri della Bonifica e il ciliegio è oramai circondato. Non sappiano se il nostro appello alla Regione Toscana riuscirà a salvarlo, ma ne dubitiamo. Cosa è mai un ciliegio, sia pure vecchio di anni, testimonianza del passato, compagno silenzioso di giochi per decine di bambini ora adulti e spesso indifferenti, di fronte al progresso, alle necessità abitative, alla pressione demografica, al giusto desiderio del cittadino di possedere una propria abitazione? Niente, certo. E' solo una pianta, una grande e maestosa pianta che forse però poteva essere risparmiata, a dimostrazione di una sensibilità che fatica ancora ad uscire, di un amore dell'ambiente ancora relegato in secondo piano rispetto ad altri e più immediati interessi. La cosa positiva è rappresentata da quella sia pur piccola mobilitazione di persone che se ne sono interessate cercando di salvarlo, un piccolo ma significativo contributo nella giusta direzione. A queste persone un grazie di cuore da parte del Comitato Migliarinesi All’Estero.
30 LUGLIO 2007
LA FINE
E’ caduto, non sappiamo dove e come perché la recinzione del cantiere è impenetrabile. Ce lo immaginiamo steso a terra, tagliuzzato dalle motoseghe, ridotto a legna da ardere, nemmeno utilizzato per fare delle belle sedie lucenti. Le sedie dei tempi passati che venivano fatte a mano da sapienti artigiani e a seconda del desiderio del committente di castagno per la robustezza, di cipresso per l’odore o di ciliegio per la lucentezza.
La pianta è rimasta parecchio tempo ai confini del cantiere e tutti noi speravamo che la nostra petizione lo potesse salvare ma cosa possono i desideri di singoli cittadini? La macchina del progresso gira inesorabile e la sensibilità dei tecnici e degli Amministratori svanisce in maniera direttamente proporzionale. La scala dei valori emergente non può mettere ad un posto accettabile (ci basterebbe accettabile) la presenza nella comunità di un albero maestoso, antico anche se non centenario, imponente. Una presenza costante nel paese e nella comunità. Comunità che si sta imbarbarendo (vedi gli ultimi episodi vandalici), che sta perdendo il senso civico, che si sta involvendo in difesa di banali interessi privatistici, sta cadendo in imbecilli atti di teppismo. Stiamo perdendo la sensibilità, stiamo trasformando il nostro territorio in qualcosa di alieno, non adatto alla nostra vita, alla nostra mentalità di figli di contadini, di amanti della terra.
Stiamo correndo il rischio di sentirci estranei nel nostro paese.
Per il Comitato P.G_
NOTIZIE (4.1.2008)
Cosa sapete dell’Alitalia? Di chi le colpe e di chi la volontà di dismettere il vettore nazionale, la nostra compagnia di bandiera? E in cambio di cosa? Della Torino-Lione? E il problema di Malpensa? Qualcuno sa di cosa si tratta, il motivo di tante parole di fuoco da parte della Lega e del Governatore della Lombardia Formigoni?
E il Cip 6, anche di questo piccolo e apparentemente insignificante numero qualcuno sa qualcosa? Eppure è molto importante perché si tratta di una disposizione sciagurata che con l’aggiunta alla legge di una parolina insignificante (“e similari”), ha di fatto dirottato verso i petrolieri i milioni di euro destinati allo sviluppo di energie alternative.
Qualcuno è stato poi informato del debito verso lo stato della società che gestisce i videopoker?
Unico giornale il Secolo XIX che ha pubblicato un articolo-scandalo, passato quasi inosservato, su un mancato incasso da parte dello Stato di ben 98 miliardi di euro!
Altro che tesoretto. C’è un tesoro da quasi cento miliardi di euro che lo Stato non ha mai riscosso, nel mega business delle macchinette videopoker e dei giochi. Tre Finanziarie. Lacrime e sangue che potevano essere risparmiati agli italiani solo garantendo il rispetto delle regole. È scritto nero su bianco nella relazione di una supercommissione di esperti, guidata dal sottosegretario all’Economia Alfiero Grandi e dal generale della Finanza Castore Palmerini, finita sul tavolo del viceministro Vincenzo Visco. Ma l’aspetto più allarmante è che, secondo il Gruppo antifrodi tecnologiche della Guardia di Finanza, parte di questo denaro è finito dritto dritto nelle tasche della criminalità organizzata. Di Cosa Nostra, soprattutto della cosca di Nitto Santapaola. Sotto il naso di chi avrebbe dovuto controllare: i Monopoli di Stato.
Ci sono stati approfondimenti in TV su questi argomenti, non secondari mi sembra, che sicuramente avrebbero interessato gli italiani più di tanti altri programmi spazzatura? O dibattiti televisivi come si usa in nazioni semplicemente democratiche, o inchieste giornalistiche da prime pagine sui giornali? Si è mai occupato Vespa di questi problemi? Possibile che siano solo delle dimenticanze o degli argomenti considerati non confacenti con l’auditel?
Viene quasi spontaneo sospettare che dietro a questa mancanza volontaria di informazione ci sia invece una precisa regia politica per trascurare certi argomenti, per non rovistare in vecchi armadi di vecchia gente da troppi anni nella vita politica ed economica del nostro paese. Un paese che sa tutto di Garlasco, della donna scomparsa e poi ritrovata fatta a pezzi nel garage dell’assassino, che si appassiona e si interroga sul delitto di Perugia perdendosi nelle dichiarazioni di Amanda, che fa la ressa per essere in aula al processo dei coniugi assassini di Erba, scrive letterine a Erika e Omar e addirittura offre al rumeno assassino di quattro ragazzi di fare da testimonial a una linea di prodotti per uomo!
Siamo alla fetta, si diceva un tempo (la fetta era l’ultima, il pane era finito!)
Il popolo è povero, impoverito non solo dalle tasse ma anche culturalmente e socialmente da organi di informazione inadeguati, più o meno consapevoli, più o meno condizionati. La televisione, specie quella commerciale, ha inculcato il popolo televisivo di banalità, di falsi valori, di chiacchiere e confusione e la tv di Stato, con il problema della concorrenza che si traduce poi in introiti pubblicitari, si è adeguata in basso, con programmi fotocopia. Una Rai imbottita di figli e nipoti di politici, con 10.064 dipendenti e 270 dirigenti nel 2004 (fonte RAI) che prendono il nostro canone e poi comprano i format (idea dei programmi) dalla Endemol (acquistata da Mediaset).
Esistono anche giornali e giornalisti in gamba ma è la struttura del finanziamento che non funziona. Oltre quella della pubblicità, rivolta soprattutto alle TV e condizionante fortemente il tipo di programmi, anche quella alla stampa è fuorviante. C’è un finanziamento pubblico di milioni a piccoli giornali che non avrebbero la capacità di sopravvivere solo con il ricavo della vendita, e c’è un finanziamento privato da parte di personaggi noti e facoltosi a giornali di parte e di partito la cui linea editoriale non può che tenere di conto di chi paga loro gli stipendi.
Non so se siamo messi così male da auspicare un successo all’iniziativa di Beppe Grillo per il 25 di aprile (anniversario della Liberazione) contro la stampa ma certo che qualche provvedimento debba essere preso affinché almeno sui giornali si parli delle cose importanti ed urgenti per il Paese e non si riempiano pagine di commenti su delitti, nuovi acquisti della Juve dirette televisive, comparsate da Bruno Vespa con cortei di criminalisti che non hanno mai guadagnato tanto bene come in questo periodo.
FOTO. Gita a S.Marino, 1969.