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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

. . . mondo è paese. Ieri Marine Le Pen è stata .....
Volevo farlo poi però ho pensato che era meglio piantare .....
Vai a seminar patate così per la festa di maggio c'hai .....
Ci dicono che Putin e la Russia vogliono invadere l'Europa. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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passano gli anni
cambiano i volti belli
ma i tuoi occhi sono rimasti
quelli di allora
ed è nei tuoi occhi che vedo
l'amore che non è mutato

e .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di Mario Lavia
Il Pd dirà a Mattarella: noi saremo all’opposizione

20/3/2018 - 16:30

                Il Pd dirà a Mattarella: noi saremo all’opposizione

Martina riunisce la segreteria in modalità “old style” e fissa definitivamente la linea: no a intese con M5s


Opposizione. La segreteria del Pd stamane ha confermato la posizione assunta dalla Direzione: nessuna intesa di governo con partiti che sono manifestamente lontanissimi sul piano politico e programmatico. Lo ha detto al termine della riunione Ettore Rosato, sottolineando che “fare opposizione non significa fare Aventino”.
Martina “old style”
Maurizio Martina ha dunque “rispolverato” un organismo – la segreteria – che finora non si era praticamente mai riunita. Un segnale che il segretario-reggente intende praticare quella “collegialità” promessa e forse ripristinare una modalità old style, con il gruppo dirigente ristretto che decide “la linea”: un metodo di lavoro distante dal decisionismo di Renzi ma non in contraddizione con l’istanza da Martina fatta balenare di una nuova pratica di democrazia diretta (i referendum fra gli iscritti).
Il numero uno stringe dunque i bulloni del partito, ascolta i dirigenti di tutte le componenti, gira per mezzo Paese (ieri a Napoli) per discutere le ragioni della sconfitta del 4 marzo. Deve governare un Pd tramortito e ancora molto nervoso, gestire la fase della crisi di governo e andare alla Assemblea nazionale che dovrebbe tenersi il 21-22 aprile, un’Assemblea delicata da cui quasi sicuramente uscirà il nome del segretario, carica per la quale lo stesso Martina è in prima fila.
Tutti contro l’intesa con Di Maio
Sulla scelta dell’opposizione ha probabilmente ragione Matteo Orfiniquando rileva che sulla scelta di dire no ad alleanze di governo con M5s non c’è bisogno di un referendum. Malgrado interrogativi e riflessioni, come quelle di Walter Veltroni (che alludono alla necessità di un eventuale dialogo ma non contraddicono la scelta dell’opposizione), nel Pd, tranne Michele Emiliano, nessuno propone una linea diversa da quella confermata oggi. E alla base, a sentire le assemblee o a guardare i social, non tira proprio aria di accordo con Di Maio e men che meno con Salvini.
Stando così le cose, fra due settimane, quando sarà il suo turno al Colle per le consultazionj, la delegazione dem dirà al Presidente della Repubblica che la scelta, in conformità al risultato del 4 marzo e per le ragioni politiche già ricordate, è quella dell’opposizione. Un’opposizione fattiva, come si conviene a un partito che ben conosce il ruolo centrale del Parlamento e che punta in ogni caso a contribuire ad una buona legislazione.
D’altra parte, non è che dal M5s stiano giungendo chissà quali aperture. A quanto sembra, grillini e destra intendono spartirsi le presidenze delle Camere con tanti saluti alla rappresentatività e alle “figure di garanzia”.

Il Pd vedrà quali saranno le proposte. Senza particolare entusiasmo, sembra di capire.

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