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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
Il Diario di Trilussa
Piste ciclabili-Sindacato-Sponda

20/3/2018 - 17:57



Il Diario di Trilussa
Era il 2007, l’anno della nascita del giornale, e Trilussa pubblicava i primi articoli di fondo. Sono prima della crisi economica, del problema grave dell’immigrazione, della chiusura delle frontiere in Europa, della crisi della Grecia. Sono vicini nel tempo ma sembrano lontani per il modo di affrontare i problemi, che in gran parte sono rimasti i soliti, alcuni in parte risolti, molti ancori insoluti se non peggiorati. Alcuni si riferiscono a casi di cronaca del tempo, ma sembrano mantenere una loro validità riguardando comunque problemi di ordine generale.

 

Gli articoli vengono pubblicati come furono scritti, con i segni grafici necessaria all’impaginazione. Il giornale era appena nato, aveva suscitato molta curiosità ma aveva ancora poche visite e molta incertezza sul suo futuro. Anche con questi intendiamo celebrarne i dieci anni di vita.
 
Presentazione
Piste ciclabili” parte dalla decisione di realizzare la “Puccini” la pista che da Lucca, seguendo le orme del Maestro Giacomo Puccini, portasse il turista fino al lago di Massaciuccoli passando per il litorale vecchianese. Siamo nel 2007, la pista è stata poi realizzata anche se rimasta incompleta per la mancanza della parte vecchianese per una sorta di insipienza culturale, egoismo e mancata visione del futuro. A distanza di dieci anni la pista è molto danneggiata e le Amministrazioni responsabili dovrebbero al più presto occuparsene programmando opere di manutenzione e soprattutto sforzarsi di comprendere il suo alto valore ambientale, culturale e perché no turistico. Nessuna iniziativa, in questi 10 anni, per farla conoscere e valorizzarla durante una delle tante feste che si svolgono nelle frazioni. Da qui poi la critica alle Amministrazioni che non si sono mai occupate della mobilità alternativa alle auto.


Sindacati” è il commento critico ad una presa di posizione dei rappresentanti sindacali nei confronti di un caso di assenteismo nel settore pubblico. L’assenza dal lavoro non era solo supposta ma accertata e una solidarietà di categoria per cui “l’accusa è un’offesa per tutti i lavoratori del settore pubblico” è apparsa molto fuori luogo. Direi che l’offesa ai lavoratori onesti del settore pubblico è rappresentata proprio da questa presa di posizione del sindacato. Un sindacato che rischia di perdere nel tempo quella moralità e quella correttezza istituzionale che ne faceva un baluardo importantissimo nella vita dei lavoratori.


Sponda” infine è un commento nel periodo caldo della riorganizzazione della sponda destra del Serchio. Si stava assistendo ad un cambiamento radicale della situazione che per molti anni era stata tollerata e si cercava una soluzione compatibile. L’ articolo vuole soprattutto sottolineare il valore ambientale e turistico della zona, la sua bellezza vanificata da un uso eccessivo in assenza di regole. Compare, forse per la prima volta, l’idea delle barche a remi o con motore elettrico. Una visione estrema in un periodo piuttosto confuso e emotivamente molto partecipato. Forse troppo in alcuni casi.
 
 
PISTE CICLABILI  (11.10.20017)
 
Leggiamo sulla Voce che il comune di Pisa ha deciso di ampliare le piste ciclabili sul territorio comunale ed ha in previsione addirittura di collegare la città con Marina di Pisa e con il Parco di S.Rossore-Migliarino. Contemporaneamente anche la Provincia di Lucca lancia l’idea di una pista ciclabile che corra lungo il Serchio e colleghi la città al lago di Massaciuccoli passando per Marina di Vecchiano. Questo in onore dei luoghi cari al maestro Giacomo Puccini da unire simbolicamente in una pista ciclabile che si snodi nel verde e nella natura a somiglianza di quanto avviene a Salisburgo in onore della vita e della musica dell’illustre Wolfgang Amadeus Mozart. <br>
Non posso che plaudire a tutte le iniziative che tendono ad incrementare l’uso della bicicletta negli spostamenti brevi, compreso l’uso del mezzo all’interno della città e vedo con interesse e appoggio incondizionatamente l’idea di sanzionare coloro che parcheggiano il motorino nelle zone destinate alle bici per scoraggiare l’uso di questo mezzo di locomozione straordinario ma spesso usato in maniera impropria. Il cittadino, specie nei centri abitati densamente popolati, dovrebbe essere incentivato ad usare la bicicletta negli spostamenti brevi sia mettendo a disposizione facilmente il mezzo (come sta avvenendo anche nella nostra città, sull’esempio di molte città europee) sia introducendo forti limitazioni all’uso inopportuno dell’auto sotto forma di divieti, tasse di ingresso e sanzioni in caso di violazione. Noi italiani non siamo, lo sappiamo tutti, molto portati alla educazione civica, al rispetto degli altri, al senso di bene comune. Questo per molti e diversi motivi fra cui al primo posto senz’altro la mancata informazione e formazione scolastica, abbondantemente condita poi con quotidiani e diffusi cattivi esempi. Anche la famiglia spesso non riesce, per cattiva volontà o disinteresse, a colmare questo vuoto e i comportamenti di cattiva educazione di tutti i giorni ne sono testimoni.<br>
Un plauso quindi alle Amministrazioni che si adoperano per imporre tramite iniziative forti, a volte purtroppo anche sgradite, esempi di buon comportamento. <br>
Se a livello di nucleo cittadino il reperire spazi per le piste ciclabili può rappresentare in qualche caso un vero problema, e togliere spazi alle auto operazione ancora molto impopolare, nelle periferie invece la cosa non troverebbe nessun ostacolo importante tranne, e lo dico con dispiacere, la scarsa sensibilità degli amministratori locali.<br>
Spero che quello che dico sia smentito in un futuro molto prossimo e che queste vie di spostamento alternative, ecologiche e salutari fioriscano come i funghi in Garfagnana dopo un bella pioggia settembrina ma non vedo, al momento, grande movimento.<br>
Eppure è anche per queste piccole cose sono giudicate le amministrazioni, per la loro capacità di rispondere alle esigenze dei cittadini (talvolta anche solo alle loro domande), per il loro impegno in iniziative di tipo educativo nei confronti dei propri amministrati, per la capacità di fornire modelli positivi di comportamento civico, di incentivare azioni meritorie come la raccolta differenziata, il risparmio idrico, quello energetico, il rispetto dell’ambiente. <br>
In questo senso va vista la progettazione e la realizzazione di piste ciclabili, come anche quella di progettare futuri parcheggi al di fuori dai centri abitati sempre più ingombri di auto, zone verdi sempre più ampie, parchi pubblici, adeguati arredi urbani. Una corretta e particolare attenzione alle esigenze comuni dei propri amministrati che possono godere non solo della riduzione o del contenimento delle imposte locali, ma anche dell’attenzione e della cura nel decoro delle loro frazioni, della qualità della loro vita all’interno della propria comunità.<br>
<b>Trilussa</b>

 


SINDACATO   (12.12.2007)

 
C’è un problema di moralità pubblica, anzi, c’e un problema ancora prima, quello di immagine della moralità pubblica. Chiunque occupi una carica amministrativa, politica o altro non solo ha l’obbligo morale di fare gli interessi di tutta la collettività mettendo i propri in fondo alla lista od anche trascurandoli se è il caso, ma anche l’obbligo di mettersi al riparo da qualunque sospetto che possa minimamente scalfire la propria immagine di limpidezza istituzionale.<br>
E’ un obbligo fondamentale affinché i cittadini abbiano fiducia, tramite la sua persona, delle Istituzioni che essi in quel momento rappresentano. Di conseguenza qualunque decisione, qualunque atto, anche il più semplice che però possa anche minimamente minare questa fiducia dovrebbe essere obbligatoriamente evitato o respinto. <br>
Il cittadino a volte, di fronte ad alcuni atti o situazioni poco chiare, rimane sconcertato e diventa facile preda del qualunquismo, della sfiducia, si allontana dalla politica e tende a rifugiarsi nel privato pensando che chiunque sia al potere lo faccia esclusivamente per il proprio interesse personale. Vede l’amministratore, il politico, non come persone che fanno con impegno il loro lavoro per migliorare la società ma solo come arrivisti che fanno tutto per tornaconto personale.
Ecco perché ogni atto che l’amministratore compie dovrebbe essere fatto rigorosamente passare sotto questa visione di opportunità riguardo al proprio interesse e ogni privilegio, o semplice sospetto tale, illecito ma anche lecito, dovrebbe essere bandito. Chi fa l’amministratore dovrebbe attenersi rigorosamente al principio non solo di non fare ma nemmeno di apparire come facente i propri interessi, o quelli della propria famiglia, o quelli della propeir frazione o fazione.<br>
Ecco che ogni concessione, sia essa un semaforo di troppo o una convenzione con una compagnia aerea, non fa che sminuire questa fiducia nell’individuo e di conseguenza anche nelle istituzioni che, in quel momento, egli rappresenta. <br>   
Il cittadino poi fa fatica a capire come mai subito comincia la gara di solidarietà dei propri compagni, attestati di stima, negazioni di illeciti. Non è quello che importa, è l’immagine che andrebbe privilegiata. Chi compie atti anche solo in teoria contrarti all’etica politica ne dovrebbe trarre subito le conseguenze. Non per aver fatto un illecito ma solo per averne determinato le condizioni. E’l’idea della politica che non va. E’ la solidarietà di classe, di etnia, di partito che mina la nostra società.<br>
Il sindacato è sulla stessa linea. Accuse di assenteismo nel settore pubblico (oltretutto con dati alla mano) non hanno determinato una presa di coscienza e una serie di iniziative conseguenti, ma hanno determinato subito la solidarietà di classe di categoria dicendo che quella era un offesa ai lavoratori veri del settore pubblico. IO ritengo che , al contrario, è stat proprio questa dichiarazione sindacale un offesa ai lavoratori onesti che conoscono benissimo il problema perché spesso la vivono sulla loro pelle dovendo sobbarcarsi il lavoro che  altri non fanno.<br>
E’ un problema antico quello dei sindacati che devono difendere sempre e comunque, senza se e senza ma, anche i lavoratori che non fanno il loro dovere. Risentono, purtroppo, anch’essi della decadenza del riconoscimento del merito di questa società che oltra alla scuola, alla sanità, alle imprese pubbliche, alla RAI, all’Alitalia ha contagiato con questo morbo anche una categoria fondamentale in ogni società civile come quella del sindacato.

 


SPONDA   (6.6.2007)

 
Vorrei dare il mio contributo alla discussione che sta avvenendo per la situazione sulla riva del Serchio, in questo momento in cui sono arrivate intimazioni allo sgombero dei manufatti. Penso che nessuno sia da criminalizzare per la situazione che si è creata sulla riva, e casomai ci sono dei legittimi dubbi sul perché le autorità abbiano per così lungo tempo tollerato una situazione che andava, giorno dopo giorno, ingarbugliandosi sempre di più. E’ evidente a tutti infatti, e specialmente a chi la sponda la frequenta, come la cosa sia diventata insostenibile e debba in qualche modo essere regolamentata. Non tanto per gli eccessi dei singoli, spesso di modesta entità, ma per l’eccessiva presenza di persone, di cui molte estranee ai nostri luoghi, in una zona così ristretta e di particolare pregio ambientale. Questo assembramento di persone comporta il rischio della perdita di valore della zona stessa che da luogo di grande bellezza, immerso nella natura, silenzioso e tranquillo, rischia di diventare un semplice e chiassoso porto di barche.
Chi frequenta la sponda ha del resto visto personalmente negli anni il progressivo peggioramento della situazione. I problemi iniziano già nello spostamento verso il mare, con l’unica via di accesso largamente insufficiente a smaltire tutte le auto in transito per continuare poi con quelli di approdo alla spiaggia dove le barche sono stipate fino all’inverosimile con il rischio, in certe giornate, di non trovare approdo. Intanto sul fiume vi è transito ininterrotto di mezzi a motore con varia velocità e con qualche rischio anche per quelle poche piccole barche a remi ancora presenti. Le barche attraccate alla riva arrivano oramai fino al retone di Argante ed oltre con una lottizzazione selvaggia favorita anche dai proprietari che fanno pagare salati affitti per i pochi metri concessi. Ognuno poi ha tagliato il suo pezzo di canneto e creato il suo piccolo spazio, cosa di per se non eccessivamente vandalica, ma che unita a tutte le altre stravolge completamente la riva e riempie tutto lo spazio disponibile, impedendo di fatto qualunque accesso al fiume. Le opere realizzate, pur essendo di modesta entità, tuttavia vanno chiamate con il loro nome: sono opere abusive, realizzate in assenza di qualunque tipo di permesso o autorizzazione (in quella zona impossibile ad ottenere in quanto salvaguardata da moltissimi vincoli di varia natura).
Nasce quindi l’esigenza di una regolamentazione, di un cambiamento di tendenza, della necessità di un diverso utilizzo della Bocca. Chi riteniamo debba andare in Bocca? Noi pensiamo chi ama il fiume, la natura, l’ambiente, la tranquillità. Chi ama pazze corse per il mare ha altri approdi, altre zone dove può ricoverare la barca. Come si può invertire questa tendenza, che oltretutto rischia di emarginare, per la solita e perfida logica del mercato, molti cittadini meno abbienti al salire delle pretese economiche? Secondo noi operando sul valore commerciale della zona tramite un’operazione che ne ridimensioni la richiesta. La cosa non può essere fatta per legge o per decreto ma solo rendendola meno appetibile. Da qui nasce l’idea dell’introduzione dei remi o, al massimo, del motore elettrico con il duplice scopo di diminuire il carico antropico sulla Bocca e di riportarla a quella dimensione naturale di un tempo, quando andare al mare voleva dire anche incontrare l’amico o il pescatore, scambiare due parole, godere il contatto con la natura. Bocca di Serchio deve ritornare a queste persone, a quelle che la amano per quello che è e non per quelle che intendono sfruttarla come semplice approdo per la loro barca.

 FOTO. Al mare in Bocca (1934)
 
 

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