Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Prima uscita: Roberto Fico stravolge la Costituzione
«La Camera dei deputati è una istituzione culturale», «Il compito della Camera è governare i processi industriali e sociali».
Due bestialità contenute nel primo discorso di Roberto Fico come presidente della Camera, che potrebbero avere risvolti inquietanti
Il tormentone dei prossimi giorni, quello cui sarà ancorata la comunicazione dei 5stelle, consisterà in: «Di Maio deve essere premier. Il popolo l'ha incoronato tale». Due menzogne, cui si aggiunge la terza: «Di Maio è il primo politico che andrà a Palazzo Chigi su designazione popolare». Analogamente, si è autoproclamato Roberto Fico che, fra l'altro, nel discorso di insediamento ha aggiunto due bestialità, di cui non meriterebbe far conto, se non fossimo nell'appecoramento quasi generale dei media, succubi delle sirene autoritarie, neoleniniste o, meglio, neonaziste, grilline. «La Camera dei deputati è una istituzione culturale», quando invece è un'istituzione politica centrale nella nostra democrazia, non a caso definita parlamentare, nella quale su problemi «politici» si misurano i rappresentanti eletti dal popolo che da esso sono delegati.
Quindi un meccanismo indiretto, inventato dagli inglesi, sublimato da americani e francesi e ovunque adottato.
«Il compito della Camera è governare i processi industriali e sociali». Questa affermazione è più inquietante della precedente, perché dimostra:
a) l'assoluta ignoranza di un paio di secoli di storia politica, economica e sociale dell'Europa;
b) la non conoscenza dei disastri combinati da comunisti (in Russia) e nazisti (in Germania) e da tutti coloro che hanno voluto imporre teorie o volontà politiche dirigiste, ovunque sia accaduto. L'esempio più lampante è il Venezuela di Chavez e Maduro (indicati come esempi da seguire dalla follia di alcuni esponenti del partito di Fico).
Perciò, coloro che si sono spellati le mani nell'applaudire i lazzari vincitori, compresi il cardinale Bassetti, l'Assolombarda e tanti altri operatori di organizzazioni sociali, debbono sapere che i propositi di Fico, passato dal lavoro in un «call-center» a quello in Parlamento, comprendono la direzione dell'economia e della società. E in attuazione degli ispirati ordini di Davide Casaleggio.
E, solo per amore della verità, non è Fico il primo presidente a rinunciare all'emolumento. Lo ha preceduto Antonio Tajani, per la presidenza del Parlamento europeo.
Sul punto, va notata la distorsione, la psicopatologia italiana per la quale i ricchi sono criminali e le alte retribuzioni sottraggono quattrini ai poveri lavoratori o ai poveri tout-court. Nel mondo non è così: anzi la retribuzione ha valore etico in quanto essa è una remunerazione adeguata al lavoro svolto (competenza, impegno, efficacia). Tanto è vero che ovunque vengono svolti lavori gratuitamente, i prestatori d'opera trovano altrove la retribuzione cui ambiscono: nel migliore dei casi si tratta di un riconoscimento morale; negli altri di un riconoscimento illegale.
Ma torniamo al nostro Di Maio e alla sua pretesa di diventare premier. Ricordo en passant che, quando annunciò l'accordo della candidatura Fico ai suoi gruppi parlamentari, dichiarò più o meno: «La Camera dei deputati è nostra!». Un'affermazione che indica chiaramente qual è, nella sua testa, il rapporto con il potere. Un'affermazione che ricorda l'«Abbiamo una banca» di Piero Fassino, ma se ne distingue per la bovina accettazione ottenuta nel mondo dei media (Fassino infatti, per quella sua espressione, era stato crocifisso dagli stessi, a sinistra e nel mondo giustizialista, che ora corteggiano il grillismo).
Ora, come ben sanno gli italiani, il peggior difetto dei napoletani, insieme ai tanti riconosciuti pregi, è la tendenza di molti a esercitare quel vizio capitale che si chiama «furbizia».
Secondo me furbizia e intelligenza sono antitetici, ma questo è un altro discorso.
E mi spiego. Dicendo ciò che dice Di Maio e pappagallescamente i suoi dipendenti, il Movimento 5stelle intende consolidare il proprio posizionamento in vista di un nuovo confronto elettorale: se ha diritto alla presidenza e non l'ha avuta si tratta di una vittoria mutilata, cui gli italiani devono porre, col voto, rimedio.
Dimenticando il fatto che questa gente ha ottenuto il 32%, meno di un terzo cioè dei votanti (e circa un quarto degli elettori) e che in una repubblica parlamentare, qual è la nostra, anche a seguito del risultato del referendum, le cariche istituzionali sono il frutto di intese tra i partiti. Ma questa è un'altra questione.
È la Verità. Che di Grillo e dei grillini è nemica giurata.