Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Il Diario di Trilussa
Era il 2007, l’anno della nascita del giornale, e Trilussa pubblicava i primi articoli di fondo. Sono prima della crisi economica, del problema grave dell’immigrazione, della chiusura delle frontiere in Europa, della crisi della Grecia. Sono vicini nel tempo ma sembrano lontani per il modo di affrontare i problemi, che in gran parte sono rimasti i soliti, alcuni in parte risolti, molti ancori insoluti se non peggiorati. Alcuni si riferiscono a casi di cronaca del tempo, ma sembrano mantenere una loro validità riguardando comunque problemi di ordine generale.
Gli articoli vengono pubblicati come furono scritti, con i segni grafici necessaria all’impaginazione. Il giornale era appena nato, aveva suscitato molta curiosità ma aveva ancora poche visite e molta incertezza sul suo futuro. Anche con questi intendiamo celebrarne i dieci anni di vita.
“Elezioni” riguarda la consultazione elettorale dell’aprile del 2008 che vide la coalizione di sinistra di Walter Veltroni attestarsi al 37,6% ma riuscire sconfitta dal centrodestra del PDL col 46,8 % (Lega, ancora Nord, 8,3). Il commento si riferisce alla solita campagna elettorale gravida di granddi regolarmente non mantenute ma utili per prendere voti. Un tema che appare molto di attualità.
In “Festa” l’articolo prende spunto dalla Festa dell’Unità di Riglione. Una festa ben riuscita per passare una lieta serata in compagnia di cibo e musica, ma che mette in evidenza già al tempo (era l’agosto del 2008) il progressivo scadimento culturale e politico della sinistra. I vecchi ideali sembrano scolorire e passare in secondo piano rispetto al divertimento, allo spettacolo, allo shopping. Un’involuzione politica e culturale che sembra inarrestabile con le conseguenze di cui oggi siamo tutti spettatori.
Elezioni ( 29.1.2008)
Tutti gli italiani e, diciamo la verità, anche lo zoccolo più duro della sinistra, sono oramai in trepidante attesa di queste benedette nuove elezioni, di questo nuovo Governo capace di dare finalmente una svolta positiva e benefica al nostro disgraziato e traballante Paese.<br>
Tutti ci domandiamo, con grande sgomento, come avrà fatto in pochi mesi il vecchio governo a ridurre così in miseria i poliziotti, a far quasi morire di fame l’ultima settimana del mese migliaia di povere famiglie di operai, a lasciare alla Magistratura tutta l’arroganza di voler giudicare perfino i Ministri, a dissipare in pochi mesi di malfermo e confusionario governo tutti i buoni risultati accumulati in cinque anni di giusta ed oculata amministrazione da parte del governo precedente.<br>
E’ giunta l’ora, finalmente, di rimettere in sesto il Paese, di togliere le mani dalle Tasche degli italiani, di rilanciare per bene l’Economia, di aumentare gli Stipendi, di eliminare la Spazzatura dalla Campania, di sistemare la faccenda Alitalia, di recuperare l’Immagine dell’Italia in Europa, di abbattere finalmente e drasticamente le odiose Tasse abolendo quella più odiosa di tutte, quella sulla Successione che impedisce ad onesti cittadini di trasmettere integralmente i loro sacrosanti beni, accumulati in anni di sudore e sacrifici, ai poveri figlioli (momentaneamente ad un master all’Estero) ma ansiosi di continuare la meritoria attività paterna. <br>
Ma come avrà fatto questo governicchio, in questi pochi mesi, a rovinare così l’Italia e gli italiani?
Basta, è ora di cambiare, tutta la nazione grida e protesta, è pronta ad andare in piazza con in testa il Cavaliere appoggiato dall’artiglieria e dai fanti Padani per andare a nuove elezioni e porre rimedio a tutte queste sciagure.<br>
Siamo tutti in spasmodica attesa e nel frattempo ci domandiamo come abbiamo fatto, specie noi che ci siamo fidati, ad leggere un Governo così inetto, inefficiente, sconclusionato e senza idee. Idee che sembra invece abbondino fra gli avversari politici, che si dichiarano pronti a formare immediatamente un Nuovo Governo che sistemerà tutto. Dovranno essere sicuramente delle idee straordinarie, anche se purtroppo ancora tenute segrete per non dare vantaggi agli avversari, ma che verranno svelate ai cittadini dopo la loro vittoria e tutti noi tireremo un sospiro di sollievo, ci daremo un colpo in fronte dicendo” ma va’, che non ci avevamo pensato!”.<br>
Perché, a dire la verità, non ci sembra proprio proprio semplice rimettere in sesto un’economia in crisi in un momento in cui gli indicatori internazionali segnalano alle porte una recessione di livello mondiale, con un debito pubblico spaventoso che solo ultimamente cominciava ad essere ridimensionato, con un’ Europa che ci sta alle costole, con una classe politica ed una macchina pubblica ancora molto costosa, con un diffuso malcostume politico, con Sanità Ricerca e Scuola in discreto e perenne affanno.<br>
Ma loro hanno detto, ripetuto, declamato, urlato che hanno i rimedi per tutto, che per fortuna questo governo che ha creato solo danni è finalmente caduto, che gli italiani torneranno a sorridere, che le tasse saranno ridotte e contemporaneamente i salari aumentati, che l’economia depressa riprenderà a correre e ci saranno benefici per tutti. Le città saranno più sicure, nelle scuole ritorneranno gli insegnati di inglese e di computer e gli alunni continueranno ad essere promossi senza perdere troppo tempo negli studi, la Sanità riprenderà a funzionare e forse si farà finalmente anche il Ponte sullo Stretto, l’opera assolutamente più necessaria per lo Sviluppo del Sud e che rappresenta sicuramente il principale problema che frena lo sviluppo del nostro mezzogiorno nonostante tutte le brave persone che lavorano negli Enti Pubblici. Anche le Comunità Montane pugliesi vedranno riconosciuti, finalmente, i loro diritti.<br>
Era ora, era ora che questo Governo si facesse da parte, prima di combinare altri guai ed ora finalmente andremo alle elezioni, rapide, sicure, dal risultato scontato e da cui il Nuovo Governo uscirà trionfante e potrà finalmente guidare il Paese verso uno sfavillante e luminoso futuro. <br>
Festa (24.8.2008)
Festa dell’Unità a Riglione. O meglio Festa del Partito Democratico o Festa Democratica, non sappiamo più come chiamarla. Anche in questo particolare si capisce la sofferenza della sinistra, la difficoltà delle due anime di unirsi in un corpo armonico, equilibrato, unico, condiviso.
Un bello stand per cenare con un buon sistema di controllo sulla regolarità del servizio e molti bambini a servire, una bellissima cosa perché è un modo per farli sentire partecipi alla festa, uno dei primi compiti che li fanno sentire alla pari con gli adulti: una bella cosa che in altre realtà non si verifica.
Una bella sala da ballo, abbastanza ampia, circondata da begli alberi frondosi fra cui alcuni pini secolari ed uno spazio sufficiente ad accogliere alcune centinaia di amanti del ballo, della musica, della serata con gli amici senza la necessità di una grande spesa: un piccolo contributo all’inizio, un bombolone, un caffè, una bottiglia d’acqua se la serata è calda e la compagnia ballerina.
Dopo aver cenato e fatto alcuni balli un giretto per il Circolo per dare un ‘occhiata agli stands. Lo stand dei bomboloni con la fila davanti (proibitiva fino a tarda serata), lo stand della Pubblica Assistenza, la Ruota con il famoso banditore quello del “potete dire c’ero anch’io!”), una decina di marocchini e cinesi (gli unici che accettano di passare una serata intera senza grandi affari, ma forse mi sbaglio) e . . . . . . . . . altro! Non uno stand con qualche libro, né alcuno con un po’ di propaganda politica, uno spazio per dibattiti, un banchetto per qualche raccolta di firme (che non mancano mai). Niente di niente, niente che faccia capire che è la festa di un partito, di una formazione politica che ha ambizioni di governare un Paese, di un gruppo di persone che porta avanti un programma, un progetto,che ha la presunzione di essere nel giusto quando si parla di sfruttamento, di lavoro, di socialità, di cultura anche. Dov’è la cultura in questa festa? La cultura in forma minima, anche di un baracchino con due libri, uno stand con qualche manifesto, una proiezione di un filmato, due chiacchiere con qualcuno che quella sera lì non aveva niente da fare!
Almeno la parvenza di una festa di partito, almeno l’ambizione di qualcosa di diverso dalla sagra della patata fritta o della zuppa alla frantoiana.
Siamo così in basso che non ci preoccupiamo più nemmeno delle apparenze, abbiamo smarrito anche l’orgoglio. Se la festa è per fare cassa così si faccia, alla barba di tutti il resto e della cultura e della propaganda che oramai non interessano più a nessuno. La gente vuole mangiare bene, ballare, divertirsi spendendo poco, non conta più il partito, non interessa più l’idea, tanto sono tutti uguali. Viva il qualunquismo!
FOTO. La vecchia PA in piazza a Migliarino.