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A volte ci soffermiamo ad ammirare le bellezze naturali, rimanendo meravigliati di fronte alla capacità della Natura di creare ambienti, paesaggi, scorci fantastici.Soprattutto se facciamo poi il confronto con l'attitudine umana a distruggere, depredare, sfruttare qualunque luogo.Ma a volte, così come succede nell'arte, anche per l'ambiente l'uomo può creare meraviglie che poi diventano parte della Natura. 
Nel nostro territorio abbiamo un esempio davvero eclatante di tale capacità umana, il bosco di Migliarino

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
Da due anni a questa parte si legge che Putin, ovvio, .....
È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Sul finire del giorno
s'attenua anche il bollore
e il crepuscolo
benefico mediatore
occhieggia alla sera
con lo sguardo
carico d'amore
Gli ultimi .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Filippo D'Amati
Una dura lezione da apprendere e da ricordare.

21/4/2018 - 20:28

Una dura lezione da apprendere e da ricordare.

I motivi della sconfitta del Pd, sapendoli leggere erano scritti nella Storia e nel “Pinocchio” di Collodi. Come uscire dall’angolo?
Dal 5 marzo 2018, ogni commentatore, esterno ed interno, al Pd continua ad interrogarsi, sul perché di questa pesante sconfitta del Partito che pure aveva ben governato, a detta di quasi tutti gli osservatori esteri, e molti nazionali, giudizi suffragati da dati statistici lusinghieri.


Molti si sono dilungati sul fatto che questi risultati di governo sono stati poco raccontati e, comunque, non in modo efficace, colpa che sarebbe condivisa dalla grande stampa, con la tv, pubblica e privata, in larga parte ostili, e dalla comunicazione dello stesso partito che sarebbe stata insufficiente, altri a partire dal Presidente “emerito”, Napolitano lamentano invece l’esatto contrario, ossia, che il Pd si sarebbe troppo vantato dei risultati conseguiti, sbagliando nel compiacersene pubblicamente, secondo una terza corrente di pensiero, cui appartengono tutti i partiti avversari e la stampa che li sostiene, ci sarebbero gli errori “imperdonabili” dell’ex-segretario e premier Matteo Renzi, la cui colpa principale, al netto di tutte le accuse false indirizzate, a lui, ai suoi amici ed ai suoi familiari più stretti, smentite dai fatti e dalle indagini più approfondite della magistratura, sarebbe stata la sua asserita “divisività”, colpa che nessuno ha ben saputo definire quando, raramente, qualche intervistatore ha provato ad approfondire il significato di questa brutta parola, appioppata solo a lui, ad personam, ed a nessun altro degli attori anche ben più controversi della scena politica nazionale ed internazionale: Putin e Trump inclusi.


La verità, da sempre, è che i “primi della classe” come Renzi, quando sono troppo più bravi ed intelligenti ed abili nel parlare della media del ceto politico, ne sono consapevoli e ne fanno sfoggio, sono odiatissimi, a causa dell’invidia, da tutti, inclusi molti “insegnanti” (Prodi e Veltroni ad esempio).
Peggio ancora se, oltre ad essere abili, sono anche sinceri ed onesti ed hanno spesso, se non sempre, ragione: tutti ricordiamo bene che fine fece il povero Grillo Parlante (ironia nell’accostamento col cognome del guru a Stelle) per mano del reprobo Pinocchio, che gli lanciò un martello spiaccicandolo sul muro (salvo poi vederlo resuscitare in altri punti della storia).
Possiamo, quindi, tranquillamente dire che Renzi, e con lui il Pd che lo ha seguito in larghissima maggioranza, sono rimasti vittime della loro “bravura” troppo evidente e non dissimulata che ha sconfinato, talora, in risposta alle provocazioni maldestre degli oppositori, nella tracotanza.
La grandissima parte dei nostri concittadini, non è né molto colta, né molto dotata, nè è mossa da sentimenti particolarmente nobili, in compenso, è convinta, da anni di false promesse, di avere moltissimi diritti da esigere e nessun dovere da ottemperare nei confronti dello Stato: come possonoqueste masse provare simpatia istintiva per il Grillo Parlante (Renzi-Pd) che li aiuta sì, ma li rimprovera anche, bonariamente, pretendendo che divengano migliori, sforzandosi, come è giusto, per farlo?
Gli preferiscono, chiaramente, il modello Pinocchio (Di Maio-Salvini) , nella fase in cui fu emulo di Lucignolo e succube del Gatto e della Volpe, perché li induce a credere che potranno divenire ricchi, seminando le loro monete in un campo e raccogliendo il frutto degli alberi del denaro che da questi, un domani, nasceranno, che le settimane lavorative sono fatte di sole domeniche e che non hanno alcun dovere nei confronti di nessuno, a partire dagli altri più deboli, essendo chiaro che ognuno deve arrangiarsi per sé, e lo Stato per tutti.
Questo è il clima culturale su cui hanno potuto facilmente attecchire tutte le fake news, o le notizie drogate, propalate dalla macchina del fango dei trolls e blogger della galassia affine alle destre sovraniste e populiste ed ai 5 Stelle, ivi inclusi Cambridge Analytica ed i servizi russi, alimentata dall’eco fatto, in malafede, dai grandi e piccoli giornali nazionali schierati contro, mossi da altre diverse, ma convergenti, finalità in chiave puramente antiriformista.
In questi anni, noi Grilli Parlanti del Pd, abbiamo dileggiato dall’alto della nostra cultura e dei nostri bei principi, i vari Lucignoli, Gatti e Volpi, ignorando il rischio implicito, nelle loro sconclusionate accuse, ed ancor più l’impatto che potevano avere su questo popolo di Pinocchi orgogliosamente ignoranti, le mirabolanti quanto incredibili promesse da loro fatte.
Abbiamo ignorato e bollato di falsità gli “irrazionali” (nell’ottica di un economista) sondaggi che ci venivano settimanalmente comunicati, i quali ci restituivano invece, per difetto, questa sconcertante realtà, che ci pareva, ed era, ingiusta, ma, in qualche modo, era motivata.
Non è certamente la prima volta nella storia che ci sono state queste gravi sottovalutazioni, da parte dei governanti “più ortodossi”, del potere attrattivo dei populisti e dei rivoluzionari sul popolo fomentato e reso scontento, ben oltre il reale livello di disagio misurabile, non dobbiamo scordarci che fascismo e nazismo sono arrivati al potere per via legale con il voto di una maggioranza di cittadini scontenti, a torto o ragione, come dobbiamo ricordarci, prima di continuare a dileggiare Di Maio e Salvini, che Mussolini era un maestro fallito, che terminò gli studi con fatica, eppure, con determinazione, divenne giornalista socialista e direttore di Avanti, formò un nuovo partito politico, conquistò l’Italia e ne fu dittatore per oltre 20 anni, con pochi contrasti fino alla caduta, dovuta alla sconfitta bellica e che Hitler era stato definito un imbianchino incolto e fallito ed aveva conosciuto l’onta del carcere, eppure ha fatto piangere e messo, quasi in ginocchio, non solo la Germania, ma il mondo intero.
La banalità del male è sconcertante: tutti i più feroci dittatori del passato, quelli succedutisi dopo la seconda guerra mondiale, e quelli ancora in carica fino ad oggi, sono stati e sono uomini mediocri, spesso poco istruiti, ma molto volitivi, dotati di una vanità smisurata e privi di ogni senso del limite e del ridicolo, proprio come i due leader dei partiti che hanno spopolato alle ultime elezioni.
Ormai, l’errore di sottovalutazione è stato fatto, da tutti noi: dileggiando i 5 stelle ed i leghisti e le loro assurde promesse elettorali, tutti coloro che in tali promesse volevano credere per sentirsi rassicurati sul futuro, si sono sentiti, a loro volta, dileggiati ed accusati di essere dei creduloni babbei.
Per motivi di “orgoglio identitario” nazionale nessun italiano può accettare l’accusa di non essere abbastanza furbo, se non proprio babbeo.
Si tratta di un’accusa gravissima che richiede una sanguinosa vendetta: quella che si è consumata nelle urne il 4 marzo.
Resta da definire, fra noi reduci di questo disastro, che fare per il futuro, evitando di farci ulteriormente male, beccandoci fra noi e distribuendoci colpe che forse non abbiamo, se non per mancato senso di opportunità,.
Le due scuole di pensiero che si contrappongono nel partito circa l’atteggiamento da tenere nel corso della incipiente legislatura, sono quella di rimanere fieramente all’opposizione, preferita dalla gran parte degli iscritti che si sono pronunciati e quella, minoritaria, ma sostenuta anche dai transfughi di LeU, di accettare l’invito al dialogo ai fini della eventuale partecipazione ad un governo di coalizione coi 5 stelle, avanzata, abbastanza a sorpresa da Di Maio, insieme ad una inusitata proposta di seppellimento dell'”ascia di guerra”.
L’orgoglio ferito, mi induce a parteggiare per la maggioranza degli aventiniani che hanno scelto la via dell’opposizione responsabile, che dovrebbe consistere nella disponibilità a votare dall’esterno della maggioranza, i provvedimenti che si riterranno necessari ed utili nell’interesse di tutti gli italiani, il mio io raziocinante invece mi lascia qualche dubbio, se percorrere, in qualche modo, la via che, obtorto collo, ci potrebbe portare ad un faticoso dialogo di collaborazione col M5S, in caso di definitivo fallimento della trattativa M5S-Cdx.
Il problema pare essere che M5S non accetta di governare con tutto il centrodestra finché ne fa parte Berlusconi, il quale, peraltro, ricambia con gli interessi questa avversione: questa impasse rischia di far terminare in brevissimo tempo questa legislatura con effetti che è difficile definire in termini ottimistici per l’esito delle nuove elezioni.
Il timore è che senza la prova, probabilmente disastrosa, del governo di coalizione M5S-Cdx, che potrebbe smontarli elettoralmente, alle nuove consultazioni ravvicinate, questi che noi continuiamo a definire ridicoli ometti, potrebbero fare l’en plein e divenire in grado di governare da soli (specie Di Maio) od in coalizione fra loro, ferma restando questa legge elettorale.
Non voglio crederlo, ma, stando ai sondaggi, è già quasi così: il “popolo sovrano” è con loro!
Inutile sperare ancora che non sarà così! Ho smesso di credere nel buon selvaggio (ossia l’elettore medio incolto) dopo le ultime elezioni. Il buon selvaggio, fra l’altro inventato da Rousseau, il mito dei grillini, vota per chi mente di più e meglio, usa un linguaggio inappropriato, ed è politicamente scorretto,come avvenne in passato, in diverso contesto, per Mussolini ed Hitler.
Ne consegue che, salvo miracoli che diano nuovo lustro e nuova vita al Grillo Parlante (Renzi-Pd), e non vedo da dove possano venire, in caso di nuovo voto, noi, orgogliosi intellettuali colti e ben pensanti, consapevoli di tutto, del Pd, “se va tutto bene”, saremo il “popolo suddito” e dovremo restare ad assistere agli scempi che avverranno almeno per i prossimi 5 anni.
Potremmo dire: “Fata Turchina aiutaci tu!”
Oppure potremmo rimboccarci le maniche e collaborare con associazioni e movimenti di cittadinanza attiva, di area riformista come l’Italia che Verrà, di cui faccio parte, che cerca di porsi problemi di politica concreta e di suggerirne soluzioni pratiche con spirito multipartisan: una sorta di think tank in cui far confluire le idee che maturano al di fuori delle istituzioni e dei partiti, mettendo poi i risultati di questo operare a disposizione di coloro fra i governanti che le vorranno far proprie.
Il dialogo ed il compromesso su problemi di comune interesse, sono l’essenza della buona politica, delle buone relazioni fra i popoli ed, in ultima analisi, della pace, come va da sempre sostenendo anche Papa Bergoglio, partendo da un’ottica religiosa, ma riferendosi al contesto universale.
L’alternativa al dialogo è, in ultima analisi, in politica, la reciproca delegittimazione dei partiti seguita dalla dittatura, e, nei conflitti fra popoli, la logica del genocidio.











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22/4/2018 - 7:59

AUTORE:
Dal Serchio

Quanto a commentarlo è più difficile . Dal basso della mia cultura non ritengo di esserne legittimato. Sa , ho la lingua troppo corta. In compenso sapere che esistono persone colte come lei rinfranca lo spirito e mi fa sentire meno solo...
Mi saluti Geppetto.

21/4/2018 - 23:29

AUTORE:
Filippo d'Amati

Nel Paese dei Pinocchi.
ovvero
Come quella fiaba filosofica e la storia ci spiegano il perchè quello che è avvenuto e sta avvenendo in Italia, in primis, e nel mondo intero negli ultimi due anni, e come tentare di uscirne.

Questo mio articolo, pubblicato oggi sul sito dell'Italia che Verrà, è stato scritto da oltre due settimane e quindi può forse risentire un po', nella sua attualità, dei "tumultuosi" quanto inconcludenti eventi, nel frattempo succedutisi, ma rappresenta tuttora il mio pensiero e la mia personale filosofia politica.
Per quel che mi riguarda posso dire solo che il mio io raziocinante che, quando l'ho scritto, mi lasciava qualche dubbio, se percorrere, in qualche modo, la via che, obtorto collo, ci potrebbe portare ad un faticoso dialogo di collaborazione col M5S, in caso di definitivo fallimento della trattativa M5S-Cdx, ora si sta rassegnando a dar ragione al mio orgoglio ferito di Democratico, che incece mi induceva e mi induce ancora a parteggiare per la maggioranza dei cosidetti aventiniani che hanno scelto la via dell’opposizione responsabile, che dovrebbe consistere nella disponibilità a votare dall’esterno della maggioranza, i provvedimenti che si riterranno necessari ed utili nell’interesse di tutti gli italiani,
Spero vogliate leggerlo e commentarlo.