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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Unioni comunali PD San Giuliano Terme e Vecchiano
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di Mario Lavia-per Il Riformista
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Di Andrea Paganelli
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di Paolo Pombeni
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Giovanni Russo per: Unione Comunale PD Cascina
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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"Dirty War"
di Robinson

22/4/2018 - 16:59

 
Mettiamola cosi: in Medio Oriente c’è stata grande confusione sotto il sole e molte forze e fazioni locali e longa manus di potenze vicine e lontane, si sono accapigliate in un contezioso complesso, per certi versi sorprendente e apparentemente incoerente.
 
Una difficile partita a scacchi, giocata cinicamente a più mani a diversi livelli di interessi palesi e occulti, legittimi e inconfessabili e strati sovrapposti di tattiche o strategie conflittuali, in un coacervo inestricabile di influenze egemoniche e ragioni strategiche o dettate da motivazioni di pura sopravvivenza, contrapposte.
 
Era già successo qualcosa di simile il secolo scorso nei Balcani e la conseguenza era sfociata in una guerra mondiale, ma non molti sanno che l’evento simile precedente era avvenuto attorno a Pisa, nei primi anni del cinquecento, quando tutte le potenze italiane e molte delle europee, si azzuffarono per venti anni l’una contro l’altra armate, per sostenere le ragioni di Firenze o della città Alfea.
 
 Allora finì male, con la vittoria gigliata, Firenze occupò Pisa, destinata alla definitiva decadenza, ma fu l’Italia intera a perdere, perché ciò spianò la strada agli spagnoli che di li a poco, sottomisero anche la repubblica fiorentina, sancendo la fine definitiva dell’indipendenza nella penisola, a parte l’eccezione di Venezia.
 
In Siria ufficialmente gli interventi sono finalizzati alla lotta contro quel che resta del terrorismo istituzionalizzato nel califfato, ma in concreto si traduce nei mille rivoli di una caotica rissa, in un apparente tutti contro tutti, con confusione di ruoli e alleanze, connubi tra attori altrove nemici e avversari mortali dichiarati, cambi di campo repentini, giochi pericolosi e tradimenti, colpi di scena e cambi di rotta spregiudicati a 180 gradi.
 
Il risultato finale che sta emergendo lentamente, ma con inesorabile prepotenza, è l’estromissione e il ridimensionamento traumatico dall’area, dell’influenza US, se si esclude il forte vincolo con Israele, alleato di ferro arcigno e potente, l’avvicinamento sensibile, ma sempre difficile con le monarchie della penisola arabica e la residua deterrenza del contingente schierato in un Iraq non ancora pacificato e sempre più ostile. 
 
Le goffe manovre della diplomazia a stelle e strisce sono riuscite a collezionare una serie di sconfitte e di smacchi clamorosi, quale conseguenza di un’azione incerta negli scorsi anni, addirittura maldestra nell’ultimo periodo.
 
Dopo aver aizzato i curdi con il miraggio dell’indipendenza, promettendo un supporto venuto meno quando sono stati attaccati dai turchi, l’amministrazione americana li ha esposti alle loro rappresaglie, in un conflitto inserito in una saga di lunga data, che ha visto in passato, anche episodi di feroce genocidio, tra nemici mortali dichiarati.
 
Questo per non irritare ulteriormente il colosso di Ankara, membro riottoso della Nato, che si sta avvicinando pericolosamente e a grandi passi, alla Russia di Putin, anche se tradizionalmente, la storia, ha sempre visti avversari i due paesi.
 
Le milizie ribelli siriane, foraggiate e incoraggiate da tempo in collaborazione con i sauditi, si sono rivelate inaffidabili e fuori controllo se non infiltrate dalle organizzazioni terroriste sunnite, le stesse che terrorizzano spargendo panico e sangue in barbari attentati fin sotto casa, l’occidente. 
 
L’Iran spinto in rotta di collisione con la prima super potenza, dal recente annullamento del trattato atomico, riesce ad estendere consensi e operatività militare  fino al Libano, trovando una sponda solidale in Russia e Turchia e insieme a queste potenze orientali si appresta a spartirsi l’area, cementando un alleanza insolita e inquietante.
 
Francia e UK, che dominavano l’area dopo essersene sapientemente spartiti i territori in rispettive zone di influenza, dopo la prima guerra mondiale, in un’operazione del tutto simile a quella degli odierni vincitori, rischiano ora l’irrilevanza.
 
Le nuove tensioni principali, corrono sul filo della tradizionale rivalità tra le principali confessioni islamiche, avendo per spartiacque sul campo, la millenaria guerra civile e religiosa tra sunniti e sciiti, che vede la Russia fare leva con Iran e Turchia, rispettivamente sulle popolazioni sciite, insieme al primo o un ritrovato fervore clericale espansionista di devozione e fede, con la seconda.
 
Manovrando e contrapponendosi sapientemente alla coalizione Saudita e degli Emirati, non a caso avvicinatesi agli occidentali e alla stessa Israele, diventati necessariamente portabandiera dell’altra fazione religiosa.
 
Israele è vigile e attenta, non si fida di nessuno, confida in se’ stessa e agisce pragmaticamente nell’interesse esclusivo della sua sicurezza e costituisce perciò anche un elemento di disturbo e una mina vacante, per i disegni di tutti.
 
I russi, sono i veri deus ex machina, e dominus della regione, grazie ad una accorta diplomazia, un audace strategia, una formidabile determinazione, protrattesi nel tempo.
 
Sono al centro di tutti gli equilibri possibili, hanno restaurato Bassar El Hassad loro satrapo al potere, hanno guadagnato basi strategiche aeree e missilistiche in Siria, che gli garantiscono il controllo militare e logistico e possono contare nel Mediterraneo sulla base navale di Tartus, supportata dalla flotta del mar nero, in un delirio di potenza inedito, mai raggiunto dal tempo dell’elaborazione  della ormai vetusta dottrina di espansione verso i mari caldi….
 
Hanno minato l’alleanza tra Turchia, occidente ed Europa, facendola scivolare in un limbo che la sottrae agli avversari, assicurandosi in un colpo solo,  la neutralità  se non l’alleanza di fatto, di un esercito poderoso, secondo nella NATO solo a quello nordamericano.  
 
Gli US, vagano intontiti nelle macerie dell’ex influenza imperiale, brancolando nel buio con azione ondivaga ed incerta, dichiarando un giorno di ritirarsi ed il giorno successivo decidendo di bombardare…
 
Francia e UK, da sempre abituate al ruolo di pesci pilota, confuse e prive della copertura e della leadership della massima potenza, navigano (nuotano?) a vista e la seguono nella schizofrenia bellica, senza una chiara politica di egemonia - bombardando la Siria, senza un disegno e obbiettivi concreti realistici
 
Lo stato attuale delle cose, vede i piccoli, agonizzanti o leccarsi le ferite, mentre i grandi si fronteggiano in clima balcanico, continuando a brutalizzare i piccoli (che non sono esenti da crimini e censure) e per ora si limitano alle minacce e alle  parole sdegnate e ai proclami altisonanti fra di loro.
 
Considerando che tutto è destinato a rimanere uguale ormai a lungo, vista l’attuale contingenza, a meno di un impegno straordinario  non auspicabile, capace di far soffiare venti di guerra globale e nulla è cambiato, nelle condizioni di vita delle popolazioni, la nobile sortita in nome di sacrosanti principi e ineludibili solidarietà, però intermittenti e arbitrarie, assume il sapore di una beffa e reazione puerile di vendetta rabbiosa, quanto impotente e viene spontaneamente da chiedersi PERCHE?
 
Certo non per il mancato rispetto di un trattato, visto che a chiederne l’ottemperanza è lo stesso soggetto che nell’ultimo anno ne ha stracciati a decine, con tutto il mondo, sfidandone l’opinione pubblica e ora pretendendo di essere credibile.
 
SPERIAMO CHE ORA NESSUNO VOGLIA IMITARRNE L’ESEMPIO E LE GESTA
 
 
 
 

 
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