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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Mario Lavia
Ora tutti invocano Renzi (anche chi lo odia)

27/4/2018 - 21:04

Ora tutti invocano Renzi (anche chi lo odia). Direzione, si media

Il paradosso è che lo sconfitto del 4 marzo dovrebbe sbrogliare la situazione. Può darsi che il 3 maggio si riesca a evitare una conta

La situazione è talmente paradossale che da tutte le parti si reclama l’intervento di Matteo Renzi.

Va bene la realpolitik ma in certi casi (uno su tutti, Marco Travaglio) si supera la fantasia: e così l’Uomo nero che voleva comandare ad onta di tutto e di tutti adesso viene blandito perché prenda in mano la vicenda e spinga il Pd all’abbraccio con i Cinque Stelle. Incredibile, la giravolta del Fatto.

Come se Renzi non fosse lo sconfitto del 4 marzo – avendone peraltro tratto le conseguenze dimettendosi – è a lui che i nemici di ieri guardano, con pelosa attenzione, per provare a fare quello che i cosiddetti “vincitori” non sono riusciti a fare.
In certi casi gli adulatori di Renzi sono gli stessi che ne lamentano una sorta di invadenza nel suo partito, come se fosse un fatto strano, o inedito, che un leader anche se sconfitto avesse voce in capitolo. Ma la sua opinione ufficialmente non si è ancora sentita, anche se a lui viene attribuito il proposito di chiuderla con i Cinque Stelle qui e ora: di certo, l’ex segretario (anche questo si dice in Transatlantico) non pare abbia in mente di entrare in un governo Pd-M5s.

Ma dirà lui stesso, già domenica sera ospite di Fabio Fazio, cosa pensa della situazione attuale.
Sarà ovviamente un parere molto importante in vista della Direzione di giovedì 3 al Nazareno (probabile inizio nel primo pomeriggio).
Uno snodo fondamentale della crisi ma che potrebbe anche non essere risolutivo, se è vero che ci sono molti pontieri al lavoro per evitare nel Pd conte e spaccature, puntando invece ad una soluzione più soft: disponibili a discutere con tutti ma ponendo l’asticella molto in alto con una serie di paletti politici e programmatici comprensibili al Paese. E’ un’ipotesi coerente con l’impostazione di Maurizio Martina.

L’altra, più drammatica, è la conta, con (al momento) i no più forti dei sì. Ma ci sono ancora molti giorni per mediare.




Fonte: Mario Lavia
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29/4/2018 - 10:13

AUTORE:
Ultimo

............. losiamolevatidiulo c'è chi lo rivole? ......... Ditenni di #staseronoediunrompepiùeoLlioni. ........... Ultimo

28/4/2018 - 14:31

AUTORE:
giò

Non mi si può certo annoverare tra i detrattori, ma il comportamento post voto dell'ex segretario... (?)
mi ha sconcertato.

A parte il fatto, che la disfatta non ha avuto conseguenze cosi lineari e coerenti, come si dice a proposto delle dimissioni, solo formali, perché in realtà nulla si muove senza il suo volere, negli organi di partito, sui quali continua ad esercitare una presa ferrea.

(cosa legittima anche se discutibile, comunque ambigua)

Anche ad un osservatore benevolo e vicino, appare evidente, che l'azione e le mosse successive al 4 marzo siano dettate da impulso e astio capriccioso, più che da ragione e raziocinio.

impuntature e rancori, che annebbiano l'analisi della situazione e degli equilibri venutisi a creare, con sottovalutazione dei rischi politici e sociali, finanche della tenuta democratica del paese, anteponendo gli interessi di fazione e personali, a quelli generali del paese.
(almeno questa è la lettura che ritengo più comune)


è il momento del sacrificio, delle decisioni coraggiose e tempestive, ed è solo compattando le linee e i ranghi e guidando gli eventi in prima persona, lealmente e con convinzione, che si potrebbe recuperare credibilità a livello nazionale e insieme pacificare la scena interna.... traghettando il paese fuori dalle sabbie mobili.

...............per questo esistono i veri leader... guidare le emergenze.... addomesticare le crisi... fare gli interessi della comunità....