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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
Il Diario di Trilussa
Piste ciclabili-Salme

8/5/2018 - 10:54



Il Diario di Trilussa
Era il 2007, l’anno della nascita del giornale, e Trilussa pubblicava i primi articoli di fondo. Sono prima della crisi economica, del problema grave dell’immigrazione, della chiusura delle frontiere in Europa, della crisi della Grecia. Sono vicini nel tempo ma sembrano lontani per il modo di affrontare i problemi, che in gran parte sono rimasti i soliti, alcuni in parte risolti, molti ancori insoluti se non peggiorati. Alcuni si riferiscono a casi di cronaca del tempo, ma sembrano mantenere una loro validità riguardando comunque problemi di ordine generale.


Gli articoli vengono pubblicati come furono scritti, con i segni grafici necessaria all’impaginazione. Il giornale era appena nato, aveva suscitato molta curiosità ma aveva ancora poche visite e molta incertezza sul suo futuro. Anche con questi intendiamo celebrarne i dieci anni di vita.
 
Presentazione.


Piste ciclabili” è la solita appassionata richiesta di una maggiore attenzione da parte delle Amministrazioni locali, tutte, al problema delle piste ciclabili. Richieste da molti ma realizzate da pochi. Ultimamente pare ci sia un maggiore interesse per questa viabilità alternativa, non sappiamo se per scelta culturale o per necessità. Ma va bene lo stesso e bisognerebbe fare in fretta perché ogni ulteriore urbanizzazione rende più difficile poi stabilire un tracciato.


Salme” è un bellissimo articolo sulla solitudine, un paradosso in questo nostro mondo sempre connesso. Solitudine e perdita dei più tradizionali valori, un periodo in cui la vita, come dice Marcello Veneziani è diventata ricreazione e i giovani hanno perduto i vecchi modelli di riferimento rappresentati dalla scuola e dalla famiglia.  Lui attribuisce il fenomeno al '68 ma indipendentemente dalle cause il fenomeno è diventato negli anni sempre più preoccupante (l'articolo è del 2008) e, nonostante questo, relegato sempre in secondo piano dalla nostra classe politica inetta e inefficiente.
 
PISTE CICLABILI    (16.1.2008)
 
Leggiamo sulla Voce che il comune di Pisa ha deciso di ampliare le piste ciclabili sul suo territorio ed ha in previsione addirittura di collegare la città con Marina di Pisa e con il Parco di S.Rossore-Migliarino.<br>
Non posso che plaudire all’iniziativa che tende ad incrementare l’uso della bicicletta negli spostamenti brevi, compreso l’uso del mezzo all’interno della città e vedo con interesse e appoggio incondizionatamente l’idea di sanzionare coloro che parcheggiano il motorino nelle zone destinate alle bici per scoraggiare l’uso di questo mezzo straordinario ma spesso usato in maniera impropria. Il cittadino, specie nei centri abitati densamente popolati, dovrebbe essere incentivato ad usare la bicicletta negli spostamenti brevi sia mettendo a disposizione facilmente il mezzo (come sta avvenendo anche nella nostra città, sull’esempio di molte città europee) sia introducendo forti limitazioni all’uso inopportuno dell’auto sotto forma di divieti, tasse di ingresso e sanzioni in caso di violazione. Noi italiani non siamo, lo sappiamo tutti, molto portati alla educazione civica, al rispetto degli altri, al senso di bene comune. Questo per molti e diversi motivi fra cui al primo posto metto senz’altro la mancata informazione e formazione scolastica, abbondantemente condita poi con quotidiani cattivi esempi. Anche la famiglia spesso non riesce, per cattiva volontà o disinteresse, a colmare questo vuoto e i comportamenti di cattiva educazione di tutti i giorni ne sono testimoni.<br>
Un plauso quindi alle Amministrazioni che si adoperano per imporre tramite iniziative forti, a volte purtroppo anche sgradite, esempi di buon comportamento. <br>
Se a livello di nucleo cittadino il reperire spazi per le piste ciclabili può rappresentare in qualche caso un vero problema, e togliere spazi alle auto operazione ancora molto impopolare, nelle periferie invece la cosa non troverebbe nessun ostacolo importante tranne, e lo dico con dispiacere, la scarsa sensibilità degli amministratori locali.<br>
Spero che quello che dico sia smentito in un futuro molto prossimo e che queste vie di spostamento alternative, ecologiche e salutari fioriscano come i funghi in Garfagnana dopo un bella pioggia settembrina ma non vedo, al momento, grande movimento.<br>
Eppure è anche per queste piccole cose sono giudicate le amministrazioni, per la loro capacità di rispondere alle esigenze dei cittadini (talvolta anche solo alle loro domande), per il loro impegno in iniziative di tipo educativo nei confronti dei propri amministrati, per la capacità di fornire modelli positivi di comportamento civico, di incentivare azioni meritorie come la raccolta differenziata, il risparmio idrico, quello energetico, il rispetto dell’ambiente. <br>
In questo senso va vista la progettazione e la realizzazione di piste ciclabili, come anche quella di progettare futuri parcheggi al di fuori dai centri abitati sempre più ingombri di auto, zone verdi, parchi pubblici, arredi urbani, una corretta e particolare attenzione alla qualità della vita dei propri amministrati che possono godere non solo della riduzione o il contenimento delle imposte, ma anche dell’attenzione e della cura nel decoro delle loro frazioni, nella qualità della loro vita all’interno della propria comunità.<br><br>
<b>Trilussa</b>
 
 
SALME     (26.5.2008)
 
Sono rimasto molto colpito dal fatto che sono in vertiginoso aumento le persone decedute presso gli obitori che non vengono ritirate dai parenti per la sepoltura. Sono chiamate “salme senza interesse”, un termine asettico, burocratico, che lascia anche foneticamente indifferenti.<br>
Forse è proprio questo che mi ha colpito, l’assoluta mancanza di sentimento, un’ emozione che intenzionalmente  si è voluta evitare di fronte a questi “corpi” lasciati lì, abbandonati, dimenticati come se i parenti avessero ben altro da fare che occuparsi delle spoglie mortali del loro parente, della loro madre o del loro zio. Quello zio o quella madre che li ha tenuto in braccio da piccoli, coccolati, difesi, ascoltati, consolati, aiutati, consigliati, allevati, amati. Tutto passato, tutto scomparso, tutto inutile.
Forse salme senza interesse come atto finale, conclusivo, di una vita senza interesse, vuota, priva di affetti, povera di amori, magari piena di problemi. O magari no, con i soldi trovati nel materasso, o nel conto in banca e non ritirati, quei conti “spenti” che si pensa di recuperare allo Stato visto che nessuno si fa avanti e li reclama da tempo.<br>
Non lo sappiamo se le “salme senza interesse” ne hanno avuto in vita, di denaro, oppure gli è mancato e se questo ha contribuito, e quanto lo abbia fatto, al loro abbandono. Quando non potevano più dare, più contribuire economicamente alle necessità del figlio o della figlia per il plasma (inteso come apparecchio TV), al nipote per la canna, al finto amico per il prestito mai reso. <br>
Di una cosa però siamo sicuri ne abbiano avuta molto, di solitudine.<br>
Persone, spesso anziane, che non ricevono visite, non hanno telefonate e quando muoiono vengono scoperte dai vigili del fuoco quando abbattono la porta per una segnalazione dei vicini. Per il cattivo odore più spesso che per la mancata presenza, normale indifferenza di città.<br>
Sono il frutto più recente del nostro mondo veloce e superficiale, della ricerca spasmodica e universale del piacere, del mostrare, dell’avere, il mondo dell’Io. Dove la felicità si misura in pollici, decibel, centimetri, muscoli, bellezza, anni (pochi) e i sentimenti che ci qualificano e ci realizzano sono quelli sbandierati alla televisione, urlati nelle trasmissioni, messi in piazza senza pudore.<br>
 E’ strano, quasi grottesco che nel mondo della comunicazione, di Internet, del cellulare, degli SMS, dei mezzi di trasporto sempre più veloci che permettono scambi tra le persone inimmaginabili fino a qualche decennio fa, in un mondo dove la comunicazione è alla base di tutte le azioni umane, quello che invece è in forte aumento sia la solitudine.<br>
E non solo negli anziani, i candidati a diventare salma senza interesse, ma anche nei nostri giovani che allontanatisi dalla famiglia trovano forza e comunicazione solo nel branco, nell’esaltazione di un’appartenenza anomala, contorta. Esuberanza giovanile che si incanala così in atti di teppismo, di bullismo, di violenze gratuite nei confronti del diverso (in svariate forme) invece che nei canali virtuosi della passione politica, etica, in questo caso anche religiosa.<br>
E’ il fenomeno della globalizzazione, o le conseguenze del ’68 come afferma Marcello Veneziani per il nostro Paese, dove la vita è diventata ricreazione ed i nostri giovani hanno perduto i modelli di riferimento rappresentati dalla politica, dalla scuola e dalla famiglia.<br>
Il concetto di rivoluzione forse oggi potrebbe essere non più lo stravolgimento dello Stato, dell’Ordine Costituito, ma forse solo il ritorno al passato, il riscoprire i valori tradizionali, il proiettarsi in una dimensione più arcaica, lenta, dove la scuola e la famiglia possano riprendersi quel ruolo fondamentale che per molti decenni ha condizionato lo sviluppo di una corretta coscienza civile, delle regole di una normale convivenza, di una scala di valori dove accanto al piacere e all’eros trovino posto anche il rispetto dell’altro, il senso del dovere, quello del limite e talvolta anche le semplici regole della normale educazione.<br>
<b>Trilussa</b>

 

FOTO. Indossatrici Forest in Piazza dei Miracoli
 
 

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