Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Premetto subito, queste righe non vogliono pubblicizzare l'evento del 9 e 10 giugno ( beh, anche, perché no?), ma tornare a ragionare su quel laboratorio che si è costruito sulla salvaguardia della Rocca di San Paolino per sperimentare nuove strade, nuovi rapporti tra associazioni, istituzioni e cittadini a favore di quel bene comune troppe volte sacrificato dall'interesse singolo, oppure spesso dalla mancanza di un vivere civile.
Un laboratorio cresciuto negli ultimi anni grazie alla consapevolezza che da soli si può fare poco, che le Amministrazioni non possono concedere (più) risorse a pioggia, che il bene del territorio si può ottenere se ciascuno fa la sua parte.
Certo, le associazioni non devono più limitarsi ad una visuale limitata a iniziative indirizzate ad un pubblico ristretto, devono aprirsi alla collaborazione con altri soggetti o enti, non devono apparire come questuanti per ottenere qualche briciola dal Comune.
Come associazione "La Voce del Serchio" abbiamo iniziato questo percorso alcuni anni fa, rinunciando magari a qualche iniziativa "personale", cercando di far crescere opportunità a più ampio respiro che oltre ai fini della cultura nel territorio, portasse anche un beneficio per il turismo e la conoscenza delle straordinarie ricchezze storiche, ambientali ed enogastronomiche di cui disponiamo. Come sta avvenendo con la Pro Loco di San Giuliano, con la Fanny Mendelssohn e così via.
E in questo modo le associazioni hanno raggiunto una massa critica sufficiente per incidere significativamente sui processi di organizzazione e stimolo di altri attori a cui competono queste responsabilità.
In parole povere diventare partner a tutti gli effetti delle Amministrazioni.
Francesco Noferi, presidente di Salviamo la Rocca, ha espresso chiaramente questi concetti nell'intervista fatta in Agrifiera, di cui riporto alcuni brani:
" Il volontariato culturale deve diventare – e sta diventando, in molte parti d’Italia e in molti settori – un vero e proprio attore “alla pari” degli enti pubblici, che possa co-progettare lo sviluppo del territorio quanto a beni culturali, valorizzazione, politiche di ampio respiro e al tempo stesso operazioni di tutela, salvaguardia, manutenzione, cura del territorio. Ci sono importanti e promettenti progetti sulla cura dei beni comuni, portati avanti dal mondo del volontariato e sempre più frequenti e apprezzati. Pisa, Vecchiano e Vicopisano hanno già approvato regolamenti per l’amministrazione condivisa dei beni comuni, un fronte su cui si stanno muovendo in tanti. E proprio gli enti pubblici devono entrare in quest’ottica: quelle delle associazioni non sono “richieste” a cui “concedere” o “non concedere” approvazione o diniego. Sono, se fatti bene, veri e propri atti di programmazione e co-gestione del territorio, da trattare come tali in ottica di pari dignità."
Ma per arrivare a questi risultati, occorre, come si diceva prima, una volontà di crescita e di collaborazione delle associazioni, senza la quale si rimane al palo.
Tornando a parlare della Rocca, ecco allora che Salviamo la Rocca parte dalle associazioni del territorio, poi si passa a quelle nazionali ( FAI, Italia Nostra, WWF, Legambiente, CAI), e ancora ci si espande nei comuni e provincie vicine, creando il progetto delle Fortezze di confine, con Nozzano, Vecchiano, Lucca.
La nuova fase dovrebbe essere quella dell'intervento concreto sulla Rocca, e naturalmente è il più difficile.
Tramontata la collaborazione offerta dalla Fondazione Pisa, il passaggio più logico sarebbe il ricorso a fondi regionali o europei, ma la proprietà privata della Rocca la esclude da queste opportunità.
Si passa all'individuazione di una nuova strada, costituire un ente partecipato, una associazione o fondazione che abbia come soci istituzioni e associazioni, che possa fare una minima attività di raccolta fondi, acquisire la proprietà e iniziare poi la progettazione e la ricerca di finanziamenti per il recupero.
Comune di San Giuliano e Università di Pisa sono interessati e potrebbero esserci sviluppi a breve.
Ho voluto ripercorrere sinteticamente un percorso difficile e complesso, per dare un esempio chiaro di come sia possibile dare un grande contributo ad un obiettivo che può sembrare impossibile, ma che deve realizzarsi per dare la risposta all'entusiasmo e al sacrificio che moltissimi volontari e associazioni hanno messo nel progetto e per non far scomparire quasi 1000 anni di storia nell'incuria e nel degrado.
Chi abita a Ripafratta parla di paese rinato, di un coinvolgimento, finalmente, di tutta la popolazione, soprattutto i giovani, e dei negozianti.
Aiutiamo queste iniziative facendoci coinvolgere tutti!