Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Vi devo dire una cosa che vi stupirà, immagino. Ha stupito anche me.
Mi candido a consigliere comunale alle prossime amministrative di Pisa, il 10 giugno.
Lo so, lo so... “È una follia” “non serve a niente” “l’antipolitica” “ma come ti viene in mente” “che pensi di fare?”.L’unica critica che non mi farete, spero, è quella di voler conquistare una “poltrona”: è il momento peggiore per fare politica, nel PD, oggi, anzi direi che non c'è nulla da guadagnarci e d'altro canto io vivo del mio lavoro.
Sono circa 20 anni che lavoro. Ho uno studio avviato di consulenza del lavoro, tributaria e fiscale e una società di elaborazione dati iscritta alla Cna di Pisa, insomma, ne ho molte da fare senza complicarmi la vita ma così ci sono nata, non posso farci molto. Io stessa ho avuto in questi mesi molte perplessità, momenti di crisi, scarsa convinzione.E' però la “cosa pubblica” la mia passione ho partecipato e partecipo alla vita associativa e politica da molti anni.
Giovanissima ho fatto il vicesindaco a Lari dove mi sono occupata di sociale e sanità oltre che di lavori pubblici e protezione civile, più tardi il consigliere provinciale a Pisa, sono stata in segreteria dei Ds prima e del Pd dopo, mi sono sempre battuta per le cause in cui credevo, ho vinto e ho perso tante volte. Da qualche anno mi sono dedicata esclusivamente al mio lavoro e non ci pensavo proprio più, sinceramente, a un impegno diretto.
Poi mi sono detta che non potevo restare a guardare e che non si può invocare un cambiamento se non siamo disposti a spendersi in prima persona e farne parte. E' una scelta scomoda adesso? Non mi importa, ma la ritengo utile quanto non mai.
Vengo da una piccola realtà dove ti suonano il campanello alla porta di casa per parlarti del lampione o del progetto che l’associazione delle donne immigrate vuol realizzare insieme alle scuole e alla proloco. I problemi della Pisa di oggi sono molti, nel rispetto di una città complessa, ma non sono legati solo alle difficoltà economiche o alla gestione dei flussi migratori.
Manca quel legame fra cittadini, associazioni ed istituzioni che ti fa sentire parte di una comunità e partecipe di un “qualcosa” di più grande e utile per tutti.
Manca la città dove una donna può essere tranquilla per strada, tra le mura di casa, una città dove la politica costruisca una radicata cultura del rispetto.
Manca quel sentirci “nostra” la città, prendercene cura, fare un piccolo gesto per abbellirla, fosse anche raccogliere una carta a terra.
Quando si smarrisce il senso comune, quando si perde il dialogo e la condivisione, tutto rimane più difficile, anche le cose banali.
Se dovessi dire cosa manca a Pisa, con uno slogan da campagna elettorale, direi: manca Pisa, quella che io ho conosciuto molti anni fa da studente Universitaria, quella dove sono cresciuta come cittadina, quella che Roan A. Johnson definisce “la più bella città del mondo” dove si arrivava per realizzare un sogno, quella città dove si vive bene, punto.
Non sono abituata a fornire “soluzioni” precotte: nessuno, da solo, può averle. Mi interessa di più la parte di ascolto, perché in ogni quartiere ci sono esigenze diverse e solo andandoci e parlando con chi lo vive si possono trovare proposte sensate. Io voglio andare lì, in quei luoghi, da quelle persone.
Vorrei contribuire a ricostruire una comunità civile e politica.
Non risolvo i problemi del mondo ma so fare e voglio fare questo. Se vi va datemi una mano, diffondete la voce, ditelo ad amici e familiari e - soprattutto - fatemi sapere cosa c’è da fare.
La Picchi, lo sapete, c’è.